La listeriosi è un’infezione relativamente grave causata di solito da alimenti contaminati dal batterio Listeria Monocytogenes, che colpisce soprattutto persone anziane, gestanti e neonati, ma in generale qualsiasi soggetto adulto con un sistema immunitario compromesso.
Ha un tempo di incubazione ampiamente variabile che oscilla tra i 3 giorni e i 7, mediamente poco più di tre settimane, mentre i tipici sintomi gastrointestinali si manifestano nell’arco di 12 ore e comunque non oltre i 3 giorni.
Questo batterio è molto diffuso nel suolo e nell’acqua, per cui in primis sono gli animali che possono esserne portatori, senza necessariamente ammalarsi, ma contaminando tutti gli alimenti di origine animale, compresi i prodotti caseari.
Quindi la causa è quasi sempre connessa al consumo di carne, pesce, pollame e prodotti caseari freschi, ma anche le verdure potrebbero essere contaminate dalla terra e dal letame usato per concimare e fertilizzare il terreno.
I soggetti a rischio, come le donne in gravidanza, possono prevenire il contagio evitando il consumo di determinati alimenti.
I sintomi della listeriosi in gravidanza possono comparire entro alcuni giorni o settimane dal contagio. Il problema è che in gravidanza questi sintomi si presentano in modo leggero e somigliano ai comuni sintomi dell’influenza.
Nell’ordine possono presentarsi: brividi, dolori muscolari, mal di stomaco, diarrea e febbre, ma anche mal di testa, perdita di equilibrio e torcicollo.
Sono tutti sintomi che, almeno al primo impatto, possono far pensare a qualcosa di diverso e solo le analisi o un ricovero ospedaliero possono accertarne le cause.
Partiamo dal presupposto che le gestanti hanno un rischio maggiore di contrarre il batterio rispetto ad un adulto sano. Nei casi più gravi, la listeriosi può essere causa di aborto spontaneo, parto prematuro o infezioni anche fatali per il neonato.
Il feto che contrae l’infezione può sviluppare seri problemi di salute: possono manifestarsi ritardo mentale, problemi cardiaci, cecità e patologie renali.
Per prevenire il contagio l’unico modo è stare molto attenti ai cibi che si consumano. È bene evitare determinati alimenti come le uova e la carne crudi. Evitare di mangiare salumi, formaggi molli o semi molli, salmone affumicato, latte crudo, preparazioni precotte e gastronomiche da banco. L’Istituto Superiore di Sanità ci ricorda inoltre che le donne incinte devono:
Neppure la cottura in microonde è affidabile al 100% e per quanto riguarda le verdure è bene disinfettarle con un prodotto apposito.
Evitate anche l’eventuale contatto con escrementi animali e, per sicurezza, è bene lavarsi le mani dopo aver toccato un animale domestico.