Questo libro è rivolto ai genitori e, specialmente, ai genitori dell’infante e della preadolescenza. Questa è, infatti, l’età più importante in cui si vedono gli automatismi sia comportamentali sia emotivi e in cui, la responsabilità dei genitori è decisamente elevata. Durante l’adolescenza, poi, si raccolgono i frutti dolci o amari di quella che è stata l’educazione in età infantile.
Il mio scopo è quello di aiutare i genitori a fare le mosse giuste dal punto di vista educativo tanto più nei primi anni di vita dei figli.
L’educazione dei figli è un problema di misura.
Ad esempio, non c’è niente di male a mangiare la carne, ma se uno mangia solo carne e mai verdura è un problema.
Allo stesso modo, non c’è niente di male, dopo i 3 anni, nel guardare la televisione una mezz’oretta ma se la si guarda per tre ore, i danni sono forti.
Non c’è niente di male ad andare sul passeggino ma se lo faccio a 3-4 anni è un problema perchè invece di camminare mi faccio portare in giro.
Quindi, l’educazione è sempre un problema di misura in relazione all’età: quello che vale per un bambino di 9-10 anni, non vale per un bambino di 3.
Ad esempio, un bambino di 3 anni deve dormire circa dodici ore al giorno; se noi gli togliamo il pisolino, dormirà in automatico dieci ore perchè gli togliamo una-due ore di sonno. Mentre, un bambino di 6 anni può dormire tranquillamente per dieci ore al giorno non risentendo del mancato pisolino.
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Ecco che l’educazione è questo. L “essenziale” vuol dire trovare la misura giusta.
Se in un compleanno ricevo un regalo va bene, ma se ne ricevo trenta risulta eccessivo e soffoca l’immaginazione dei bambini, la loro necessaria richiesta di conquistarsi uno spazio ludico più spontaneo.
Nel libro lavoriamo su queste componenti senza dimenticare che i nostri bambini, i pochi che ci sono – com’è noto l’Italia ha il tasso demografico più basso di tutta l’aria dei paesi industrializzati o sviluppati – sono i più soffocati dal consumismo.
I genitori dei bambini italiani spendono molto per i loro figli senza una vera motivazione. Quindi risultano assaliti da un marketing davvero odioso, specialmente il marketing digitale, che è particolarmente sadico e ha preso i mira, più piccoli, anche bambini di 2,3,4 anni proponendo una vita virtuale. I bambini, al contrario, hanno bisogno di una vita esperienziale, concreta, sensoriale, come direbbe la Montessori. Non hanno bisogno di scoprire la natura davanti a un videoschermo; hanno bisogno di scoprirla in un bosco, in un prato, in un giardino, in un orto. nel libro L’essenziale per crescere ribadiamo questi concetti abbastanza elementari ma che purtroppo i nuovi genitori stanno dimenticando.
La cosa è nata abbastanza casualmente.
Com’è noto Silvia Calvi è stata una delle maggiori giornaliste di Donna Moderna.
In venti anni di conversazioni tra me e lei, è nato una sorta di sodalizio. Lei mi intervistava spesso per dei pezzi a sfondo infantile o comunque riguardanti i bambini o i ragazzi tanto che poi divenne responsabile di un inserto dedicato ai bambini. Le nostre conversazione sono state centinaia; poi divennero articoli finchè Silvia Calvi mi propose già nel lontano 2008 una pubblicazione che nel 2012 divenne un libro. Allora il libro fu pubblicato dalla Mimesis con lo stesso titolo di oggi; poi, visto che il libro risultava molto attuale, la Mondadori ne ha acquistato i diritti ed il libro è stato ripubblicato in una collana di prestigio. Ovviamente l’apporto giornalistico rende più semplici e più accattivanti quelli che sono i nostri contenuti più sentiti, e il genitore risulta più stimolato da un tipo di pubblicazione che può aiutarlo concretamente a fare il meglio per i propri figli.
Il temine “consiglio” non lo uso mai. Uso il termine “informazioni”. Si tratta di informazioni all’interno di una cornice anche molto narrativa. Oggi come oggi i genitori sono assediati da “fake“, cioè da informazioni sbagliate che si trovano sostanzialmente su internet e che vengono utilizzate in maniera compulsiva… si tratta magari di altri genitori raccontano esperienze totalmente personali, se non eccentriche, e che vengono proposte come la verità.
Io non ho mai avuto la necessità di propormi come verità assoluta ma senz’altro quella di essere a disposizione dei genitori e dare delle informazioni affidabili, sostanzialmente tarate su argomenti anche spinosi come ad esempio i litigi fra i bambini. Nelle mie ricerche ho rivelato che i litigi fra i bambini non corrispondono alla violenza, fanno bene ai bambini e, normalmente, i bambini li risolvono tra di loro. Semmai, proponendo il metodo “litigare bene” ho aiutato i genitori a creare i conflict corner, la pausa gomitolo, cioè strumenti per aiutare i propri figli a gestire i litigi, piuttosto che cercare il colpevole che pare essere l’atteggiamento più deleterio verso i figli.
Quindi, le informazioni che ho su base scientifica le comunico ai genitori, oppure le trasformo in informazioni pedagogiche, fermo restando che le stesse informazioni pedagogiche possono essere fraintese e che bisogna poi collocarle in un discorso più complessivo e contestualizzarle.
La mia pedagogia è un sistema organico (non è come andare dal farmacista) che permette ai figli di crescere senza punizioni, senza urla, e nella piena autonomia.
Daniele Novara, pedagogista, counselor e formatore, dal 1989 è direttore del Centro Psicopedagogico per l’educazione e la gestione dei conflitti (CPP) di Piacenza.
Esperto in processi di apprendimento in situazioni di conflittualità ha ideato “Litigare bene”, il metodo maieutico per la gestione dei litigi infantili, e diversi strumenti didattici finalizzati a favorire l’apprendimento dei conflitti.
Ha ideato la mostra interattiva Conflitti, litigi e altre rotture per ragazzi dagli 11 ai 16 anni, presente nelle Scuole italiane e del Canton Ticino dal 2001, e due spettacoli interattivi: Anna è furiosa, per bambini dai 5 ai 10 anni, e Cosa vuoi da me papà?, per adolescenti e adulti.
Dal 1998 al 2008 ha fatto parte del Comitato Scientifico della Fondazione Fossoli con cui ha realizzato vari progetti sul rapporto fra educazione alla pace e memoria.
Ha lavorato per 10 anni, dal 2000 al 2010 in Kosovo, nella formazione delle maestre di Scuola dell’Infanzia e in progetti a favore dei bambini, il tutto raccolto nel libro Majeutika EduKative, 2007 (in lingua albanese, in collaborazione con RTM – ReggioTerzo Mondo e Ministero degli Affari Esteri) e nel film Il cielo di Shtupel, diario dal Kosovo di Valerio Finessi.
Dirige il trimestrale Conflitti. Rivista italiana di ricerca e formazione psicopedagogica.
È docente al Master in Formazione Interculturale presso l’Università Cattolica di Milano.
Negli ultimi anni si è concentrato nella predisposizione di una nuova modalità di aiuto nella gestione dei conflitti: il colloquio maieutico.
Gestisce sportelli di consulenza pedagogica per genitori ed educatori, oltre che dirigere la Scuola Genitori del CPP, diffusa in tante città italiane.
È autore di cinquanta libri, tra gli ultimi: