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Filastrocca di Capodanno
Filastrocca di capodanno:
fammi gli auguri per tutto l’anno:
voglio un gennaio col sole d’aprile,
un luglio fresco, un marzo gentile;
voglio un giorno senza sera,
voglio un mare senza bufera;
voglio un pane sempre fresco,
sul cipresso il fiore del pesco;
che siano amici il gatto e il cane,
che diano latte le fontane.
Se voglio troppo, non darmi niente,
dammi una faccia allegra solamente.
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Il maestro giusto
C’era una volta un cane
che non sapeva abbaiare.
andò da un lupo a farselo spiegare,
ma il lupo gli rispose con un tale ululato
che lo fece scappare spaventato.
Andò da un gatto, andò da un cavallo,
e – mi vergogno a dirlo –
perfino da un pappagallo.
Imparò dalle rane a gracidare,
dal bove a muggire, dall’asino a ragliare,
dal topo a squittire,
dalla pecora a fare <<bè bè>>,
dalle galline a fare <<coccodè>>.
Imparò tante cose,
però non era affatto soddisfatto
e sempre si domandava
(magari con un <<qua qua>>…):
– Che cos’è che non va?
Qualcuno gli risponda, se lo sa.
Forse era matto?
O forse non sapeva scegliere
il maestro adatto?
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B.P.
Tutte le lettere dell’alfabeto
hanno un suono vivace e lieto
tranne l’Acca che, come si sa,
un suono proprio non ce l’ha.
Ci sono lettere importanti:
l’A che a tutte sta davanti,
del suo primato è molto orgogliosa
e porta sempre la Maglia rosa;
la Zeta, con cui si scrive “zero”,
è più temuta dell’Uomo Nero.
Ci sono lettere buone e care
come la G del verbo giocare.
Certe lettere vanno in coppia,
e la T spesso si raddoppia…
Ma la coppia più speciale,
famosa su scala internazionale,
è quella che vedete qui:
una B. con una P.
B.P…Che vuol dire? Pensateci un po’:
forse Buon Pranzo… forse Buon Pro…
Oppure… Buona Passeggiata?
Trovate da soli la … Bella Pensata.
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Tragedia di un dieci
Fuggiva un giorno un Dieci
pieno di trepidazione,
inseguito da un nemico mortale: la Sottrazione!
Il poverino è raggiunto, crudelmente mutilato:
ben due unità ha perduto, un Otto è diventato.
Dalla padella cascando nella brace,
ecco qua,incappa nella Divisione
che lo taglia a metà.
Ora è un misero Quattro, malvisto dagli scolari.
“Consolati – gli dicono – sei sempre un numero pari…”
“C’è poco da consolarsi la mia sorte è ben dura.
O incontro un’Addizione o sarà…la bocciatura”.
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L’ama
C’era una volta una povera ama,
per essere una lama intera,
una vera lama di coltello,
le mancava la elle: gliel’aveva rubata
un apostrofo pirata.
La poverina non tagliava più
né la carne cruda né la carne cotta:
non tagliava nemmeno la ricotta.
In fondo al cassetto deperiva,
e del mal della ruggine pativa.
Per fortuna la scoprì un arrotino
che da bambino aveva studiato bene l’ortografia:
le ridiede la elle, l’affilò
e per il mondo la rimandò
col suo coltello a ritagliare questo e quello.
Dunque state attenti, per piacere:
lasciatele la sua elle, o per vendetta
è capace di tagliarvi qualche falangetta.
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Filastrocca corta e matta
Filastrocca corta e matta,
il porto vuole sposare la porta,
la viola studia il violino,
il mulo dice: – Mio figlio è il mulino-;
la mela dice: – Mio nonno è il melone -;
il matto vuole essere un mattone,
e il più matto della terra
sapete che vuole? Fare la guerra!
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Se comandasse Arlecchino
Se comandasse Arlecchino il cielo sai come lo vuole?
A toppe di cento colori cucite con un raggio di sole.
Se Gianduia diventasse ministro dello Stato,
farebbe le case di zucchero con le porte di cioccolato.
Se comandasse Pulcinella la legge sarebbe questa:
a chi ha brutti pensieri sia data una nuova testa.
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Alla formica
Chiedo scusa alla favola antica,
se non mi piace l’avara formica.
Io sto dalla parte della cicala
che il più bel canto non vende,
regala.
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La speranza
Se io avessi una botteguccia
di una sola stanza
vorrei mettermi a vendere sai cosa?
La speranza.
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Dopo la pioggia
Dopo la pioggia viene il sereno,
brilla in cielo l’arcobaleno:
è come un ponte imbandierato
e il sole vi passa, festeggiato.
È bello guardare a naso in su
le sue bandiere rosse e blu.
Però lo si vede – questo è il male
– soltanto dopo il temporale.
Non sarebbe più conveniente
il temporale non farlo per niente?
Un arcobaleno senza tempesta,
questa sì che sarebbe una festa.
Sarebbe una festa per tutta la terra
fare la pace prima della guerra.
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