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Le intolleranze alimentari nei bambini
Nello stesso mondo scientifico la definizione di intolleranza alimentare pone difficoltà, sia nella descrizione della sua genesi che nella diagnosi. In particolare, la confusione sta nella distinzione fra intolleranza e allergia alimentare.
Si tratta, in entrambi i casi, di reazioni avverse ad alimenti normalmente non tossici, che dipendono esclusivamente dalla particolare suscettibilità dell’individuo.
Le stime parlano di un’incidenza di reazioni avverse agli alimenti (allergie e intolleranze) di circa l’8% nella popolazione infantile.
Allergia o intolleranza?
Il criterio di distinzione sembra essere il coinvolgimento o meno del sistema immunitario e in particolare di anticorpi specifici diretti contro un particolare alimento: le allergie sono, appunto, caratterizzate da una reazione immunitaria dell’organismo verso una proteina contenuta nell’alimento, tramite la produzione di anticorpi, in particolare IgE.
Un alimento, dunque, normalmente innocuo nella maggioranza della popolazione, può causare nel soggetto allergico una serie di reazioni piuttosto immediate, di gravità variabile, con sintomi che possono essere di tipo intestinale (ma non sempre), cutaneo, respiratorio, fino a reazioni sistemiche gravi come lo shock anafilattico.
Le intolleranze sono caratterizzate da una sintomatologia più lieve, che compare a distanza di ore dall’ingestione dell’alimento e per questi motivi sono più difficili da individuare. I sintomi sono generalmente di tipo intestinale: diarrea, crampi, vomito, gonfiore, talvolta perdita di sangue con le feci.
Come si diagnostica un’intolleranza alimentare nei bambini
Nella diagnosi delle intolleranze alimentari è di fondamentale importanza l’anamnesi del paziente: il medico dovrà raccogliere tutte le notizie utili circa i sintomi, la loro intensità e frequenza e, se possibile, la possibile correlazione temporale con l’assunzione di qualche alimento. Questo, nel caso delle intolleranze, non è sempre semplice in quanto i sintomi possono seguire di ore, o anche di giorni, l’assunzione dell’alimento. Talvolta i sintomi diventano cronici.
Nei bambini le intolleranze possono associarsi anche a una generica irritabilità e a disturbi del sonno.
Per la diagnosi, può essere utile procedere con una dieta a esclusione, eliminando per 2-3 settimane gli alimenti che potrebbero essere causa di intolleranza e verificando la scomparsa dei sintomi, per poi reintrodurli singolarmente o in gruppi.
Una volta individuato l’alimento responsabile, si può escludere l’allergia tramite i test diagnostici disponibili e, in tal caso, si potrà parlare di intolleranza.
Attenzione: per la diagnosi delle intolleranze, tranne che in casi specifici, non esistono veri e propri test diagnostici, ma esistono numerosi test (test citotossico, analisi del capello, DRIA ecc.) di cui non è stata dimostrata la reale efficacia e che, attualmente, sono considerati inattendibili.
Vediamo adesso le più note e comuni intolleranze alimentari.
Intolleranza al lattosio
Spesso l’intolleranza è dovuta all’assenza o alla carenza di qualche enzima, che impedisce di metabolizzare correttamente un alimento.
Fanno parte di questo gruppo le intolleranze più frequenti: l’intolleranza al lattosio e la celiachia.
L’intolleranza al lattosio è dovuta all’assenza, o alla scarsità, dell’enzima lattasi nell’intestino. In conseguenza di questo, il lattosio (lo zucchero presente nel latte) non viene digerito in glucosio e galattosio (zuccheri assorbibili dall’organismo) e permane nell’intestino fermentando e causando disturbi intestinali fino, talvolta, alla mancata assimilazione degli altri alimenti e al dimagrimento.
In questo caso, esiste un test diagnostico in grado di rilevare l’intolleranza al lattosio: il breath test al’idrogeno: l bambino deve semplicemente soffiare in un palloncino prima e dopo la somministrazione di lattosio, a intervalli di mezz’ora. Ne esiste una versione adatta anche a bambini piccoli, non collaboranti, i quanto l’intolleranza al lattosio può manifestarsi fin dai primi mesi di vita.
Celiachia
La celiachia, a differenza delle altre intolleranze, coinvolge il sistema immunitario (ma non la produzione di IgE) ed è una condizione soggettiva dovuta a predisposizione genetica.
La reazione al glutine causa distruzione della mucosa intestinale con conseguenze anche molto gravi, per questo è importante escludere ogni fonte di glutine dalla dieta delle persone affette da celiachia, anche in tracce. Il glutine si trova nel frumento (e questo porta all’esclusione di moltissimi prodotti di uso comune, come pasta e pane), nell’avena, nell’orzo, nel farro e in altri cereali.
Intolleranze farmacologiche
Le intolleranze farmacologiche compaiono in soggetti che manifestano una reattività particolare a determinate molecole presenti in alcuni cibi. In questa tabella sono riportate le principali sostanze causa di intolleranza farmacologica, i cibi in cui si trovano e i possibili sintomi.
Intolleranze a additivi contenuti negli alimenti
In questo caso non è ancora chiaro se si tratti di intolleranze o allergie. I sintomi sono molto variabili e finora non è stato dimostrato coinvolgimento del sistema immunitario.
In questa tabella i principali additivi che possono essere causa di intolleranze.
Foto da familifoodies.com
healthspablog.org
childrenallergyclinic.wordpress.com
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