Il termine stitichezza, o stipsi, indica una difficoltà nell’emissione delle feci. Generalmente queste sono dure e voluminose e possono provocare dolore.
Può, inoltre, esserci una diminuzione della frequenza con cui vengono emesse, indipendentemente da quale sia la frequenza stessa: un bambino abituato a defecare due volte al giorno, può provare disagio se ciò avviene una volta ogni due giorni, cosa che per altri soggetti è, invece, normale.
Quante volte dovrebbero fare la cacca i bambini?
I neonati possono scaricare anche a ogni pasto, ma per alcuni può essere normale fare la cacca ogni 5-6 giorni o più, se allattati al seno: il latte materno viene in gran parte assorbito e lascia pochi residui.
Normalmente i bambini più grandi si scaricano una volta ogni 1-2 giorni, ma c’è una grande soggettività, dovuta a molti fattori anche ambientali e familiari.
La stitichezza nel neonato
In un bambino allattato esclusivamente al seno la stitichezza è un evento raro.
Nei neonati allattati con latte artificiale, potrebbe essere causata da latte non diluito a sufficienza, oppure dall’introduzione troppo precoce di cibi solidi.
Raramente la stitichezza è dovuta a cause organiche (di cui la più frequente è il megacolon congenito). In questo caso è più severa, associata a vomito ripetuto e disturbi della crescita.
La stitichezza nel bambino più grande
Di solito la stitichezza dei bambini è di tipo funzionale (non anatomico) ed è dovuta principalmente a due cause: alimentazione e motivi di ordine psicologico.
La stipsi d’origine alimentare è dovuta all’insufficiente introduzione di fibre e liquidi nella dieta.
Quella di tipo psicologico può essere causata da situazioni di stress o paura. A volte la stitichezza insorge dopo un malessere, come la febbre, che ha disidratato il bambino: se le feci emesse sono dure e causano dolore (talvolta con ragadi anali e sanguinamento), il bambino può aver timore di ripetere l’esperienza e trattenere la cacca, innescando un circolo vizioso.
La stitichezza nei bambini di 2 – 3 anni è particolarmente caratteristica ed è tipica di questa età, durante la quale essi acquisiscono il controllo cosciente sul’atto del defecare: poiché le feci vengono percepite, da alcuni bambini, come parti di sé, essi rifiutano di lasciarle andare, cercando di trattenerle più a lungo possibile. Talvolta un’introduzione precoce del vasino o del water può essere causa di un blocco successivo del bambino.
I rimedi per la stitichezza nei bambini
In caso di stitichezza, occasionale o cronica, non esiste un singolo rimedio ma molteplici, da mettere in pratica contemporaneamente.
Abitudini utili
Nella stipsi di origine alimentare, è necessario cercare, per quanto possibile, di migliorare l’alimentazione del bambino con maggiori quantità di liquidi, di frutta e di verdura, e l’uso di cereali integrali (non prima dei 2-3 anni). Il cambiamento, se non bene accetto, deve avvenire in modo graduale e, talvolta, coinvolgere tutta la famiglia in un miglioramento complessivo delle abitudini alimentari.
Anche l’abitudine di sedersi sul vasino (con le ginocchia larghe e i piedi ben piantati a terra) per un quarto d’ora circa, senza fretta, in momenti precisi della giornata (in particolare dopo colazione e/o cena), può aiutare a acquisire una regolarità.
La posizione accovacciata del vasino è molto più efficace di quella sul water, con le gambe penzoloni: in questo caso sarebbe necessario uno sgabello, meglio se a ferro di cavallo, perché il bambino possa assumere la posizione corretta che lo aiuti a spingere.
Se il bambino, spannolinato per la pipì, chiede il pannolino per fare la cacca, è meglio concederglielo per evitare che rifiuti di farla. Si potrebbe incoraggiarlo comunque a sedersi sul vasino e, in seguito, se accetta, lasciargliela fare nel vasino in cui avrete appoggiato il pannolino aperto. Altrimenti, basta aspettare, senza colpevolizzarlo: prima o poi vorrà “essere grande” anche da questo punto di vista. Al limite potete dargli una piccola spinta promettendogli un premio, le prime volte che farà la cacca senza pannolino.
Per la regolarità intestinale è importante, inoltre, fare del movimento.
I farmaci
Talvolta è necessario aiutare nell’eliminazione delle feci dure già formate, con supposte o microclismi di glicerina o, nei casi più ostinati, con uno o più clisteri. In seguito, nei caso di stitichezza cronica, bisognerà impedire la formazione di feci molto dure, evitando che vengano trattenute per più di 48-72 ore.
È importantissimo, inoltre, rendere l’evacuazione non più dolorosa, ma confortevole.
Per questo potranno essere prescritti dei farmaci che aiutino a ammorbidire le feci: di solito viene utilizzato il lattulosio, uno zucchero non assorbito dall’organismo che richiama acqua nell’intestino.
Inoltre, a volte sarà utile curare eventuali patologia anali (es. ragadi) che rendano doloroso defecare.
Qualche consiglio alimentare
Brodi, zuppe, passati di verdura, sono alleati preziosi, in particolare se preparati con orzo o nell’acqua di cottura dell’orzo, con zucchini, zucca, cavoli, legumi freschi.
Quasi tutta la frutta cruda e cotta è utile, in particolare pere, prugne, kiwi, una, ciliegie, fichi, mele cotte. Le prugne sono utili anche secche, come tali o utilizzate per preparare una bevanda che, di solito, è gradita ai bambini : si fanno bollire a lungo le prugne in acqua e si filtra, eventualmente si può zuccherare leggermente.
Fra le bevande, anche il caffè d’orzo e i succhi di frutta (in particolare pera e prugna) sono indicati.
Utilizzate, inoltre, cereali integrali e yogurt. Infine i pop corn, meglio se fatti in casa e poco conditi, sono un rimedio graditissimo.
I cibi da limitare sono quelli di solito consigliati in caso di diarrea: riso non integrale, banane, pompelmo, limone, patate, carote (in particolare cotte), the. Da evitare anche l’eccesso di latte vaccino, mentre lo yogurt può essere utile, soprattutto se ricco di fermenti lattici.