La pelle dei neonati è un universo in continua evoluzione. Dallo stato di salute della pelle, i genitori possono comprendere molte cose sul benessere dei loro pargoletti. È impossibile non commuoversi guardando la pelle dei neonati. Appare più rosea, liscia e morbida rispetto a quella di un adulto. Ma non bisogna fermarsi alle apparenze: la […]
Insegnamento dell’inglese e DSA: al via la formazione gratuita per i docenti di lingua
Imparare l’inglese è una esigenza sempre piu diffusamente sentita: i genitori dei bambini di oggi percepiscono chiaramente che non è possibile fare crescere i propri figli senza una sicura competenza in inglese.
Il lavoro, lo studio, la vita sociale e comunitaria avranno una dimensione bilingue tra 10, 20 anni. Non si può essere cittadini di un mondo interconnesso ignorandone la lingua franca.
Nonostante questa consapevolezza, ad oggi, i bambini italiani hanno ancora un livello di inglese basso, come ci segnalano i test standardizzati ed il confronto con le nazioni del Nord Europa.
I bambini danesi sono oggi considerati i primi della classe globale nella competenza in inglese come lingua straniera. Gli italiani, assieme ad altri allievi dell’Europa meridionale, sono i fanalini di coda.
Ci sono vari motivi per questo:
- la lingua italiana è molto diversa dalla lingua inglese
- la nostra tv è doppiata
- non siamo abituati a fruire inglese normalmente.
Rispetto ai bambini del Nord, gli scolari italiani non hanno la dimestichezza con la lingua che può venire dall’ascoltare la TV in lingua originale, dal condividere il film in inglese con la mamma ed il papà, dal considerare l’inglese come una lingua normale per divertirsi e fruire cultura come accade in Danimarca, Norvegia o Olanda, dove tutti gli adulti, a prescindere dal censo o dal titolo di studio, sono in grado di comunicare in lingua inglese).
Insegnamento dell’Inglese ai ragazzi con DSA, che cosa si può fare?
Se è vero che i problemi fin qui visti riguardano tutti i bambini italiani, è altrettanto vero che essi sono ancora più gravi nel caso dei bambini con DSA. Molto spesso i bambini con dislessia hanno un pregresso problema di linguaggio, e quindi ciò non li aiuta nel processare efficacemente l’apprendimento di una lingua straniera.
Si pensa erroneamente che questa limitazione riguardi solo lo scritto, ma la difficoltà è in realtà trasversale a tutte le abilità linguistiche. Di fatto, molti bambini con DSA non diventano adulti in grado di parlare e capire la lingua inglese. E, se uno pensa che molte Università mettono una certificazione linguistica tra i requisiti di accesso, capisce bene anche la gravità di questo fatto!
Come è possibile aiutare tutti i bambini italiani, ed in particolare coloro che hanno disturbi di apprendimento, a migliorare l’inglese? E’ possibile implementare buone pratiche in classe, che aiutino i bambini e ragazzi con disturbi a superare il gap e imparare efficacemente una lingua straniera?
Secondo noi è possibile, ecco le misure che ci sentiamo di raccomandare:
- Non disperare. Ognuno di noi nasce con una sorta di sofisticato software per l’acquisizione linguistica, che chiameremo LAD (Language Acquisition Device). È una caratteristica genetica degli esseri umani, non è possibile “non essere portati per le lingue”. E’ ovvio, chi ha orecchio musicale o ottima memoria fa meno fatica. Ma tutti noi siamo per destino di specie, programmati per imparare le lingua: si tratta solo di fare funzionare questo software. Se c’è qualcuno che conosce il ”machine learning” sa di cosa parlo: il cervello come un software ha bisogno di incamerare un tot minimo di dati per potere cominciare a funzionare, perché lavora sulla base di tanti dati. Quindi, più esponiamo i bambini alla lingua, prima e meglio comincerà a funzionare il software (ovvero il nostro programma genetico di apprendimento).
- Per cerare occasioni di esposizione si possono creare dei repositoru (come drop box) condivisi con i genitori. Google classroom mette a disposizione gratuitamente un programma chiamato Google for Education per la condivisione di compiti multimediali alla classe. Si può fare la stessa cosa con Moodle o Edmondo. Ma si può usare anche il registro elettronico. Ovviamente per i piccoli è fondamentale avere la collaborazione dei genitori.
- Cercare di mediare gli stimoli. Il primo passo che ci porta da qualche parte è naturalmente il più difficile da fare. Iniziare ad imparare una lingua è molto più difficile di perfezionarsi, è normale. Gli stimoli che vengono in modo naturale dall’ambiente sono troppi e troppo complessi. E’ necessaria una mediazione, come fa la mamma che quando parla al bambino piccolo non gli propina una lezione di filosofia, bensì sceglie parole facili, le ripete, le illustra con il gesto, si accerta di avere l’attenzione prima di proseguire, cerca di rendersi interessante in tutti i modi, con la voce, l’affetto e persino qualche ricompensa. Per insegnare bene ad un alunno bisogna guardare bene cosa fanno le mamme con i bambini istintivamente: quello è un ottimo modo per insegnare la lingua.
- Se un bambino ha un DSA, l’insegnante deve capire bene quale è la natura del disturbo. Si fa presto a dire DSA, ma talvolta il disturbo è uditivo-fonologico, talvolta visivo-spaziale, oppure si tratta di una problematica di memoria o di attenzione. Leggere bene la diagnosi funzionale serve per pianificare bene l’insegnamento, facendo leva sui punti di forza. Ci sono molti strumenti a disposizione oggi: i video sulla LIM, i software che creano mappe mentali, le canzoni didattiche che parlano di vari argomenti in inglese, gli audio-book. Ma per usare bene gli strumenti e quindi personalizzare la didattica, bisogna capire dove è il nodo da sciogliere.
- E’ sempre una buona idea offrire informazioni multisensoriali, ovvero abbinare udito+vista (come in un video o un audiobook), oppure udito+ movimento (action song) o udito+movimento (lettura drammatizzata), gli stimoli multisensoriali offrono una naturale compensazione verso il canale piu debole e restano impressi piu facilmente.
- Insegnate la fonetica inglese in modo chiaro ed esplicito e spiegare ai bambini come articolare i suoni è una ottima idea , per tutti i bambini ma soprattutto ai bambini con DSA. Ci sono anche applicazioni come Jolly Phonics che aiutano ad insegnare i fonemi della lingua inglese ai bambini.
- Promuovere il lavoro attivo e cooperativo in classe. I bambini tutti, ma soprattutto quelli con Disturbi Specifici dell’Apprendimento, devono essere coinvolti per imparare efficacemente. La lezione frontale e normativa non è altrettanto efficace della lezione attiva. Fate fare ai bambini roleplays, presentazioni e altri esercizi che li costringano ad applicare in prima persona ciò che stanno imparando.
Al via la formazione di Inglese e DSA
Poichè il tema di inglese e dislessia è molto importante ed interessante, ci sentiamo anche di proporre una formazione per docenti delle scuole primarie e secondarie di I grado.
In particolare, segnaliamo che nel mese di giugno 2019 ce ne sarà una totalmente gratuita per approcciare all’insegnamento dell’inglese nei casi di DSA . La formazione di questi corsi è assai completa, articolata in 3 moduli per un totale di oltre 60 ore di corso.
I titoli dei moduli sono:
- Insegnare inglese agli alunni con DSA (primo livello)
- Insegnare inglese agli alunni con DSA (secondo livello)
- Multisensory English
Durante questi moduli si approfondiscono i vari aspetti implicati nell’insegnamento inclusivo delle quattro abilità linguistiche.
La formazione è blended, ovvero ha una parte online (su piattaforma MOODLE) ed una parte in presenza e che sarà erogata il 18, 29, 20 Giugno 2019 presso la scuola Gino Sandri di S. Bonifacio (VR).
La formazione è totalmente gratuita e le iscrizioni sono aperte.
Per informazioni potete consultare:
oppure contattarela direttrice:
claudia@open-minds.it
Lascia un commento