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Figli unici o figli soli? La solitudine dei bambini
Oggi, anche il bambino, purtroppo, si trova a dover affrontare una condizione comune alla maggior parte degli adulti: la solitudine.
Perché i bambini sono soli?
I motivi sono prevalentemente due:
- O perché sono figli unici
- O perché vengono lasciati soli
Entrambe queste situazioni sono (o possono essere) motivo di disagio per i bambini.
La presenza sempre più rilevante della donna nel mondo del lavoro la costringe, in quanto figura principale di riferimento per il figlio, a un estenuante doppio ruolo, dentro e fuori la famiglia. Spesso essa non ha la forza e il tempo di sobbarcarsi tale mole di responsabilità e ciò la spinge anche a condizionare il numero dei figli.
Non sempre è una questione di reddito e di possibilità economiche. Molte coppie i cui redditi superano la media nazionale invocano ragioni esistenziali per ridurre il numero dei figli. Ma essere “figli unici” e diventare “figli soli” sono due cose ben diverse. Ecco perchè, voglio parlarvi di due figure o tipologie emblematiche di figli, richiamando la vostra attenzione sulla responsabilità di genitori nel determinarle:
- Il figlio “unico” (da non confondere con l’unico figlio)
- il figlio “solo” (non solo perché unico ma “lasciato solo”)
Secondo la maggior parte degli psicologi, non esiste una “sindrome da figlio unico” con sintomi ben definiti e codificati. Tuttavia il figlio “unico” spesso presenta caratteristiche psicologiche significative e simili a quelle di altri figli unici.
D’altra parte, se è vero che i figli unici non sono tutti uguali, si può affermare che molto spesso sono più simili tra loro due figli unici di quanto lo siano due fratelli. E’ bene perciò fare delle premesse necessarie:
- Figlio unico non si nasce, ma si diventa
- L’essere figlio unico non è mai una scelta (e quindi, una responsabilità) del figlio, ma dei genitori
- Possono esserci figli unici anche in famiglie numerose!
- Se molti genitori, leggendo le righe che seguono, hanno la sensazione di riconoscere i propri figli o anche…se stessi, si rassicurino! In realtà è il grado di intensità con cui queste caratteristiche si esprimono nell’individuo, che porta alla definizione del figlio “unico”.
Identikit del figlio unico
- In compagnia vuole lui decidere cosa fare
- E’ vanitoso
- Odia fare brutte figure
- Preferisce trascorrere il tempo con sua madre che con gli amici
- Non vuole passare inosservato in un ambiente nuovo
- Non gli piace prestare le sue cose
- Ama ricevere complimenti
- Non ammette di essere contraddetto
- Piuttosto che non arrivare primo, rinuncia
- Non ha grandi amicizie
- Pensa di essere sempre nel giusto
- Qualunque piccola frustrazione lo fa arrabbiare
- Vuole diventare il migliore, ma senza sforzo
- Confida le cose personali alla mamma
- Lontano dalla famiglia diventa insicuro e ansioso
- Non è generoso
Ed ecco le caratteristiche dei genitori (madre) di figli “unici”
- Quando il figlio è con il padre, la madre ha bisogno di andare a vedere cosa fanno, e viceversa
- La madre preferisce che il bimbo giochi in sua presenza, per controllare che non si faccia male
- Non ama che abbia una sua privacy (cassetti, camere o spazi chiusi a chiave)
- Vuole essere sua amica/amico confidente
- Il figlio è “la ragione di vita” (cosa che gli viene ripetuta in ogni occasione)
- Vuole che il figlio abbia successo e arrivi dove lui/lei non è riuscito ad arrivare
- Cerca di evitargli tutti gli ostacoli e di risolvergli tutti i problemi
- A tavola il figlio è il primo ad essere servito
- Vuole che sia sempre il migliore (meglio vestito, più intelligente)
- Quando il figlio è lontano (es. gita scolastica) il genitore è molto in ansia.
Non c’è nulla di male nell’essere figli “unici”, se non che questo purtroppo comporta spesso la presenza di caratteristiche caratteriali negative che pesano per molto tempo sul bambino, accompagnandolo anche nella sua vita di adolescente e di adulto, come: arroganza, egoismo, egocentrismo, immaturità, insicurezza (sembra in contrasto con l’arroganza, in realtà ne è la conseguenza), scarsa capacità di comunicazione, scarsa capacità di avere amicizie, facilità alla depressione, da adulto, difficoltà a trovare il partner.
Identikit del figlio solo
- Molto spesso è circondato da un gran numero di persone, ma purtroppo non dalle persone giuste.
- Frequentemente il figlio “solo” ha problemi psicologici legati a comportamenti dei genitori che, senza rendersene conto, non svolgono in modo corretto il loro ruolo.
Come ho già detto, mi dispiace doverlo ripetere, ma è una legge di natura: nei primi due anni di vita il peso maggiore è rappresentato dalla madre. Un tempo il figlio “solo” era più facile trovarlo nelle famiglie appartenenti alle classi benestanti; ora lo si può trovare anche in alcune famiglie in cui la donna è particolarmente impegnata sul fronte lavorativo, fatto più comprensibile (anche se non ne sono molto convinto).
I pediatri più attenti agli aspetti psicologici della genitorialità spesso riescono a indovinare, da alcuni segni premonitori, quale sarà un bambino che corre il rischio di essere lasciato solo. E lo deducono osservando alcuni atteggiamenti delle future mamme.
Voglio fare alcuni esempi:
- La mamma che appena rimane incinta chiede al pediatra di trovarle una puericultrice per accudire il bambino (giorno e notte!)
- La mamma che allestisce la “camera del bambino” (ne abbiamo parlato la settimana scorsa)
- La mamma che vuole costringere il neonato e il lattante ad un allattamento a orari rigorosi (per comodità)
- Il bambino che, se si ammala, deve per forza guarire per il week end!
Può sembrare che io sia esagerato, in realtà voglio mettere sull’avviso i genitori, che non devono interpretare il loro ruolo privilegiando le proprie esigenze a scapito di quelle dei figli (“tanto sono piccoli e devono fare quello che diciamo noi”).
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