Cos’è il disordine creativo? E’ qualcosa di diverso dal semplice disordine? Secondo molti psicologi, il disordine creativo potrebbe manifestarsi anche nei bambini. Si parte dall’idea che il concetto di ordine è eminentemente personale e che, quindi, l’ordine si misura in base alla propria prospettiva. Ciascuno, quindi, trova un proprio ordine nell’apparente casualità con cui sistema gli oggetti intorno a sé. Nel bambino, poi, il disordine serve ad esprimere la propria creatività; è il modo con il quale sperimenta soluzioni alternative, si muove negli spazi e dà una collocazione agli oggetti con cui si cimenta. Attraverso il disordine, quindi, il bambino impara a conoscere il mondo che lo circonda e ad affermare sè stesso.
Quando il bambino gioca, infatti, è spesso disordinato. E se dà un ordine ai vari giochi è perché vuole “ordinarli” secondo un suo criterio. Questo criterio, spesso, non viene compreso da mamma e papà. Questi, però, dovrebbero rispettare il momento di gioco del piccolo e non imporre un ordine precostituito. Il concetto di disordine creativo, dunque, è strettamente legato a quello di gioco. Questo momento va rispettato. Diversa cosa è insegnare ai bambini, specie quelli più grandicelli, ad aiutare a sistemare i giochi e la cameretta, dopo che si è finito di giocare o di fare i compiti. Ma, quanto c’è di vero nell’affermazione secondo cui il disordine creativo nei bambini è sintomo di intelligenza?
Alcune ricerche scientifiche hanno dimostrato che i bambini ai quali è concesso di “scatenarsi” con i propri giochi, hanno poi manifestato maggiori capacità nei processi conoscitivi. In altre parole, i bambini a cui si permette di esprimersi liberamente attraverso il gioco, svilupperanno meglio alcune capacità intellettive. I genitori, dunque, farebbero bene a rispettare questa “esigenza di disordine” nel gioco dei piccoli. Insomma, nulla a che vedere con la cosiddetta “sindrome da iperattività” dei più piccoli, di cui pure si è fatto un gran parlare.
A conferma di tale tesi anche una recente ricerca scientifica, che riguarda gli adulti ma i cui risultati possono estendersi pure ai più piccoli. Lo studio, condotto da Robert Thatcher, neuroscienziato e presidente dell’Applied Neuroscience Petersburg in Florida, ha concluso che chi è disordinato è più creativo ed è maggiormente capace di concentrarsi. Insomma, il tanto vituperato disordine, in realtà, è sintomo di intelligenza e creatività, anche nei bambini!
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