Quello del bambino che si perde è un tema scottante in quanto non solo è un fenomeno comune, ma anche una di quelle esperienze che possono turbare molti dei bambini che si perdono temporaneamente.
Il problema maggiore è il panico che si genera quando un bambino, per i motivi più svariati, si perde. Può accadere in una festa, al supermercato, al parco o in molti altri luoghi. In questo caso, come per molte problematiche, prevenire è meglio che curare, ma resta il fatto che un bambino può perdersi e quindi bisogna sapere che cosa fare.
Prima di passare al caso a lieto fine di un bambino che si perde per qualche minuto o per qualche ora, vediamo nella guida del Telefono Azzurro che cosa fare quando un bambino si perde e non riusciamo a trovarlo.
In questi casi – dice il manuale del Telefono Azzurro – le prime ore successive alla scomparsa di un bambino o di un adolescente sono fondamentali ai fini della ricerca: compiere i giusti passi in modo tempestivo, senza farsi prendere dal panico, può contribuire ad una risoluzione positiva e in tempi brevi del caso. L’attivazione immediata di un percorso di indagine appropriato aumenta, infatti, la possibilità del ritrovamento.
Se il bambino è piccolo è necessario cercare accuratamente in tutti i posti in cui possa giocare o essersi addormentato. Può essere utile cercare di capire dove il bambino o il ragazzo è stato visto l’ultima volta.
I bambini si allontanano spesso per inseguire qualcosa che trovano interessante, andare a trovare un amichetto, raggiungere un luogo dove amano giocare, sperimentare il loro spirito di iniziativa. Meglio dunque controllare i posti in cui potrebbe essere andato o dove sta provando ad andare. Se un bambino piccolo si perde in un negozio o in un supermercato è bene avvertire immediatamente il responsabile dell’attività commerciale o della sicurezza e immediatamente dopo chiamare le forze dell’ordine locali.
Dal punto di vista psicologico, è molto importante sapere come comportarsi quando un bambino si perde e viene ritrovato. Il panico, lo stress e i pensieri funesti, infatti, possono prendere il sopravvento in quei momenti tremendi. Ecco, dunque, che quando un bambino si perde, invece di tranquillizzarlo, una volta ritrovato lo aggrediamo e rimproveriamo. Invece, dicono gli esperti, questo atteggiamento impulsivo, sebbene legittimo e comprensibile, è tutt’altro che consigliabile. Perdere un bambino è normale, ma terrorizzarlo è pericoloso.
Dal comportamento genitoriale del ritrovamento, infatti, possono dipendere molte delle attitudini caratteriali che un bambino che si è perso sviluppa successivamente: dagli attacchi di panico al disturbo d’ansia.
Cosa fare dunque quando un bambino si perde e viene ritrovato? In una parola: tranquillizzarlo. Bisogna far capire al piccolo che non è accaduto nulla di così irreversibile o grave. Magari spiegheremo in un secondo momento che i genitori hanno avuto paura e che bisogna stare attenti a non perdersi.
Bisogna abbracciare il bambino che si è perso e spiegare bene l’accaduto per non creare traumi nell’immaginario e nell’emotività del bambino che vive di riflesso quello dei genitori. Se questi ultimi, infatti, sono tranquilli (o si sforzano di sembrarlo), anche il bambino sarà portato a metabolizzare l’accaduto in modo più naturale. No dunque ad attacchi isterici, colpevolizzazioni e drammi: può accadere che un bambino si perda e basta imparare a gestire tale eventualità.
Per prevenire che il panico si generi nel bambino in caso di smarrimento è bene educarlo all’eventualità che si perda.
La prima cosa che devono sapere comunicare è il loro nome e cognome. A chi? E’ bene infatti che sappiano distinguere, se possibile, tra figure di riferimento e “persone qualsiasi”. Vigili, referenti, guardie, il bagnino oppure altri genitori sono da preferirsi per comunicare di essersi perduti.
Bisogna poi insegnare loro a prendere dei punti di riferimento: se un bambino si perde in spiaggia, ad esempio, è molto importante che lui stesso sappia orientarsi e prendere come punto di riferimento l’ombrellone è il sistema più rapido e veloce. Anche cercare il bagnino o chiedere aiuto è un comportamento che dobbiamo insegnare noi stessi ai bambini.
Esistono delle contromisure tecniche per prevenire il panico generato dalla perdita di un bambino: i braccialetti per geolocalizzare i bambini, ad esempio, sono sempre più usati dai genitori moderni.