Conservazione del cordone ombelicale: attenzione alle pubblicità ingannevoli

di francesca


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Da qualche anno, ormai, sentiamo parlare della possibilità di conservare il cordone ombelicale del neonato per poter curare, in futuro, malattie gravi come la leucemia, utilizzando le cellule staminali. In Italia la legge prevede la conservazione del cordone in 5 casi:

  • per uso allogenico, cioè in favore di chiunque ne abbia bisogno.
  • per uso personale del nascituro cui è stata diagnosticata una patologia curabile con le staminali, oppure per curare un consanguineo del nascituro che, allo stesso modo, presenta una malattia certificata.
  • previa presentazione della documentazione sanitaria, è possibile conservare il sangue del cordone ombelicale nel caso la famiglia del nascituro presenti una importante incidenza genetica di una data patologia, curabile con le staminali.
  • è possibile conservare il sangue del cordone ombelicale nel caso in cui una patologia sia ancora sotto sperimentazione di cura tramite staminali, anche se non ancora inserita nell’elenco, qualora la sperimentazione abbia fornito, fino a questo momento, incoraggianti risultati di cura.
  • a proprie spese, è possibile conservare il sangue del cordone ombelicale all’estero previa autorizzazione della Regione o della Provincia.

Detto questo, è importante capire cosa ruota dietro al business delle biobanche. In Italia è possibile conservare il cordone in strutture pubbliche e in maniera gratuita ma, al momento, la legge limita l’uso ai 5 punti sopra riportati. Una mamma che ha a che fare con una malattia genetica non inserita nell’elenco e non ancora dichiaratamente curabile con le staminali, potrebbe avere l’istinto di conservare il cordone all’estero, o anche una mamma che, semplicemente, vuole conservazione dedicata del cordone del suo bambino sano in caso di future malattie. Come abbiamo visto, all’estero è possibile, ma estremamente costoso. Al momento, inoltre, non esiste una norma che permetta il rientro del cordone, quindi se dovesse presentarsi il bisogno di utilizzare le staminali del cordone conservato all’estero, è necessario recarsi nel Paese dove questo è conservato.

Queste biobanche estere promettono una conservazione dedicata (quindi solo a nome del bambino) anche per 25 anni. Gli esperti, però mettono in guardia e affermano che dopo 15 anni le staminali perdono molte delle loro proprietà. Anche l’Antitrust è intervenuta per fermare quella che sembra essere vera e propria pubblicità ingannevole. Risulta essere molto remota la possibilità di utilizzare il cordone conservato all’estero proprio perché le procedure di rientro non sono ancora state stabilite dal Ministero Della Salute.

Per le mamme intenzionate alla donazione del cordone ombelicale del loro bambino per uso solidale di tutta la comunità, non vi sono dunque particolari ostacoli (è sempre bene comunque informarsi prima del parto presso l’ospedale scelto per il lieto evento) mentre molte sono le insidie per chi, pur avendo una famiglia e un nascituro sani, vorrebbe conservare il cordone ombelicale in caso di future patologie. Le biobanche estere potrebbero però risultare più un danno che una possibilità, quindi prestate la massima attenzione prima di pagare un conto tanto salato e forse inutile.

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