Un’alimentazione che prediliga alcune categorie di alimenti a scapito di altri sarebbe, infatti, in grado di modificare il pH vaginale, favorendo un tipo di spermatozoi rispetto all’altro. In particolare, un pH vaginale più acido favorirebbe gli spermatozoi di tipo femminile.
Lo studioso Joseph Stolkowski, nel 1980, ha pubblicato sull’International Journal of Gynecology and Obstetrics i risultati ottenuti applicando alle madri un’alimentazione controllata da due mesi prima del concepimento, affermando di essere riuscito a determinare il sesso dei nascituri nell’80% dei casi.
Si tratta, ovviamente, di dati puramente statistici ma dai risultati sorprendentemente netti: sembrerebbe che l’alimentazione materna sia davvero in grado di favorire un sesso rispetto all’altro.
In particolare, gli alimenti “maschili” sarebbero quelli ricchi di sodio (tonno, sardine, salmone, frutti di mare) e potassio (frutti di bosco, pompelmi, arance, mandarini, meloni, mele, banane, pesche, carote, patate).
Gli alimenti femminili quelli ricchi di calcio (latte e latticini, soia, mandorle, cavolo) e magnesio (orzo, fagioli, noci, piselli, riso integrale, frumento integrale).
È d’obbligo precisare, comunque, che il regime alimentare somministrato da Stolkowski nei suoi esperimenti era molto particolare e restrittivo e forse per questo i risultati sono stati così netti.
Esistono, inoltre, altri studi che correlano, anche se in modo meno marcato, l’alimentazione materna col sesso del nascituro.
I ricercatori dell’Università di Pretoria, in Sudafrica, hanno mostrato che, nei topi, riducendo il livello di zuccheri nel sangue materno la percentuale di nascite maschili diminuiva.
Secondo una ricerca dell’Università del Missouri, pubblicata su PNAS, invece, una dieta più ricca di grassi e caratterizzata da colazioni abbondanti favorirebbe il concepimento di un maschietto.
Infine, uno studio condotto da due ricercatrici inglesi, Hudson e Buckley, ha concluso che le madri vegetariane tendono a concepire più facilmente figlie femmine.
Sull’alimentazione dei futuri padri e il suo ruolo nel determinare il sesso del nascituro sono in corso alcuni studi ma non esistono ancora ipotesi.