Alzi la mano chi, tra i genitori non sa cosa significhi mantenere la pazienza con i bambini che non obbediscono!
Certo, ci sono bambini che sembrano essere più obbedienti e altri che proprio non ascoltano nulla, come se la voce dei genitori entrasse da un orecchio ed uscisse dall’altro. In genere, in questi casi, i genitori e gli educatori potrebbero cadere in preda allo sconforto, oppure andare in collera, perdere le staffe o sentirsi tremendamente incapaci. Tranquilli, è normale! I bambini che non obbediscono, infatti, non solo sono la norma, ma mandano in tilt anche il genitore più ferrato. Tuttavia è il caso di dire che l’esperienza insegna e, infatti i genitori che hanno più figli spesso si sentono meno afflitti da questo fenomeno, riconoscendolo come transitorio e comune a tutti i bambini.
A parte questo, checosa fare con i bambini che non obbediscono?
Un bel libro di George Lapassade, Baccano, spiega come i bambini vedano gli adulti nel contesto della scuola e perchè fanno consapevolmente il baccano. Ecco cosa dice:
“L’insegnante e l’alunno si confrontano con un singolare conflitto di desideri che, per quanto possa essere ridotto o celato, di fatto persiste finché esiste la relazione educativa. L’insegnante rappresenta l’ordine sociale stabilito nella scuola e il suo interesse è di conservare tale ordine, mentre gli allievi hanno solo un interesse negativo per quel-la sovrastruttura. Insegnanti e allievi si confrontano rispetto alle attitudini, conservando sempre una ostilità di fondo. […] gli allievi sono esseri che si sforzano di ottenere risultati a modo loro” (Walzer, 1932), a volte anche facendo baccano”.
Ed ecco che cosa significa disobbedire in pedagogia: cercare una verità, cercare il proprio modo; trovare la propria natura. In questo naturale meccanismo della disobbedienza non c’è nulla di sbagliato; l’insegnante, l’educatore e il genitore dovrebbe solo saperlo.
Detto questo, non è comunque facile accettare la disobbedienza dei propri figli, specialmente perchè spesso è fondamentale che i bambini obbediscano e seguano le regole date dalla famiglia. “Fai i compiti”, “spegni la tv mentre mangi”, “non prendere il telefonino”, “non rispondere male ai vicini”, “mangia con le posate e non con le mani“. Ebbene, i bambini hanno una sola cosa in testa quando sentono snocciolare questi comandamenti: perchè?
Conclusione: se non date ai vostri bambini una valida motivazione per obbedire, probabilmente non lo faranno mai.
Inoltre chiedetevi: “io faccio i miei compiti e sono così diligente come esigo da mio figlio?”, “guardo il telefono in continuazione?”, “parlo a voce bassa?”.
Nella teoria delle finestre rotte, un gruppo di scienziati dimostrava come il cattivo esempio, anche piccolo, impercettibile, di natura magari diversa dalla “buona regola” che vorremmo insegnare agli altri, ci faccia ricevere effetti catastrofici devastanti nonostante molti altri buoni sforzi.
Che fare con i bambini che non obbediscono, dunque?