L’adolescenza è il periodo complicato per antonomasia, quello in cui i genitori e figli si scontrano, si allontanano, si riavvicinano, in un alternarsi di liti e riappacificazioni che dura circa 5 anni. Alcuni atteggiamenti sono del tutto normali; un ragazzo o una ragazza tra i 12 e i 17 anni circa avrà momenti di tristezza, poi di euforia, poi assumerà pose da ribelle, insomma tutto l’armamentario del caso. Tutto questo, come detto, è normale. Altri atteggiamenti degli adolescenti, invece, dovrebbero far drizzare le antenne e far prestare massima attenzione ai genitori, i quali dovranno imparare a capire cosa si cela dietro: vediamo quali.
Partiamo da un presupposto: gli adulti siete voi, sta a voi capire per primi, non creare occasioni di contrasto o tristezza per reazione ad atteggiamenti che a quell’età sono normali e sani. Detto questo, i ragazzi del 2000 hanno effettivamente un approccio alla vita molto diverso rispetto anche solo a chi ha pochi anni di più; sono cresciuti con il boom tecnologico in atto, spesso senza un’educazione all’uso dei mezzi in questione, hanno sperimentato una scuola in continua evoluzione (non sempre positiva), figli di genitori occupati tutto il giorno e non più disposti ad essere solo “mamma e papà” ma ancora donna e uomo, con interessi giusti e legittimi da coltivare. Parliamo di una generazione in un certo senso rivoluzionaria, o forse è meglio dire rivoluzionata: si sono adeguati ai cambiamenti epocali (di famiglia, rapporti interpersonali, percezioni della realtà eccetera) completamente nuovi, per loro e per tutti. Tutto questo, ovviamente, non giustifica in alcun modo pretese eccessive, rivalse e atteggiamenti irrispettosi: in questo caso, il vecchio rito di una punizione classica (togliere lo smartphone, non permettere l’uscita del venerdì sera) resta un evergreen. Alcuni comportamenti, invece, vanno capiti e applicati al tempo che vivono: vediamo i più diffusi.
Con internet, i ragazzi fanno tutto: studiano, guardano la tv, si informano, chattano, si accordano per uscire, socializzano. Per quanto tutto questo possa apparire esagerato agli occhi di un genitore, questi comportamenti sono la nuova normalità. Altro discorso se vostro figlio rifugge qualsiasi evento “dal vivo” per restare a casa a scambiare messaggi, senza fare cose altrettanto normali come andare al cinema o a trovare un amico: in questi casi, con attenzione e cautela, cercate di capire se ha dei problemi a relazionarsi, senza però imporre che esca o vietandogli la connessione. Solo con un po’ di dialogo e fiducia riuscirete a capire cosa accade.
Alcuni studi danno la colpa agli ormoni e alla dopamina; se non volete che le parole poco rispettose diventino prassi, non accettatele mai. In primis per loro: i genitori non devono accettare umiliazioni da nessuno, passereste un messaggio sbagliato; inoltre, svilupperebbero un comportamento ambientale in cui una disputa si risolve con l’insulto, cosa che creerà molti problemi da adulto. Mantenete la calma la prima volta, spiegate con chiarezza che non deve più capitare. Se torna alla carica con la maleducazione, avete tutti i metodi correttivi non coercitivi a disposizione: siate in grado di usarli, per il suo bene!
Può essere carattere o può essere che non sente nulla in comune con i genitori; cosa che capita spesso ma che potete tranquillamente smentire coinvolgendolo nei vostri hobby o chiedendogli se potete partecipare ad uno dei suoi senza metterlo in imbarazzo con gli amici; siate discreti!. Un concerto, una escursione, un film al cinema, perfino una piazza e qualche dettaglio sulle vostre vite da ragazzi, tutte queste occasioni vi permetteranno di “guadagnare” la sua fiducia e indurlo ad aprirsi di più. Se dovesse rifiutare, non offendetevi: ogni cosa a suo tempo.
Nota dolente: è colpa sua o degli insegnanti? Siate onesti nell’ammettere i limiti dei vostri figli e trovate il modo di aiutarli fattivamente, come assumere una docente per ripetizioni private. Tentate un approccio soft e magari invitate un suo amico che possa aiutarlo a studiare e concentrarsi; se non migliora, iniziate ad eliminare una ad una tutte le distrazioni in camera. Se poi ha vere difficoltà nell’apprendimento, parlatene con gli insegnanti e uno specialista: a tutto c’è soluzione, risolvere il problema lo renderà un adulto preparato, non vuol certo dire che vostro figlio sia stupido, semplicemente ha bisogno di un approccio personalizzato e diverso allo studio. Una volta acquisito e scardinato il meccanismo, saprà camminare sulle sue gambe.