Aborto tardivo, tutto quello che c’è da sapere

Ha un’incidenza bassissima: l’aborto tardivo riguarda circa una mamma su mille ed è l’interruzione della gravidanza tra la fine del terzo mese e la fine della ventesima settimana. E’ raro, ma può dipendere da tantissimi fattori legati alla storia clinica della mamma che porta in grembo il feto: è il caso, ad esempio, di malattie immunologiche, diabete mellito, ipertensione, ma può anche essere causato dall’esposizione ad alcuni farmaci o sostanze tossiche, a problemi alla placenta e alla cervice, ma anche a comuni infezioni vaginali. In altri casi, invece, può essere causato da problematiche legate al bambino, come nel caso di infezioni, malformazioni fetali, problemi al cordone e anomalie cromosomiche. Per questo motivo in seguito ad un aborto tardivo sono necessari sia controlli sulla salute materna che sul feto, per individuare esattamente le cause ed evitare così la possibilità che un episodio di questo tipo possa ripetersi.

Quali sono i segnali a non sottovalutare

Perdite anomale di colore rosato o marrone che possono prolungarsi anche per diverse settimane e presenza di emorragie in concomitanza a dilatazione dell’utero e contrazioni, casi in cui dovremmo rivolgerci immediatamente al ginecologo. Ma è il caso di non allarmarsi in caso di lievi contrazioni che possono essere avvertite durante il secondo trimestre, anche perché potrebbero essere causate da  movimento fetali. In questo caso  gli eventuali indurimenti della pancia sono del tutto normali e naturali, ma nel caso in cui gli spasmi siano piuttosto intensi e insoliti è bene rivolgersi quanto prima al proprio medico. E’ comunque molto importante farsi visitare anche nel caso di perdite anomali, perché potrebbero essere sintomo di un’infezione vaginale in corso.

Cosa fare dopo un aborto tardivo

E’ un momento traumatico difficile da affrontare. E’ il momento in cui il ginecologo con molto tatto deve comunicarci che il battito del feto è praticamente cessato. Una fase molto delicata, in cui sarebbe il caso di cercare un sostegno psicologico, in primis per superare un momento pesante, cercando di elaborare il lutto nel modo migliore, e poi per prepararsi ad una eventuale gravidanza con un atteggiamento rilassato, senza stress, ansie e paure ben giustificate dal caso.