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9 cose da fare (e non fare) contro le punture di api e vespe sui bambini
Cose da fare se il bambino viene punto da un’ape o da una vespa:
- Pulire bene la zona con acqua fredda e mettere un cubetto di ghiaccio avvolto in un involucro di cotone sulla zona punta dall’ape o dalla vespa. Nella maggior parte dei casi allevia il dolore e in genere è sufficiente
- Se il bambino viene punto in gola o sulla lingua conviene andare subito al Pronto Soccorso
- In caso di una reazione locale, usare una crema anti-infiammatoria anche non steroidea, mentre se si presenta una reazione infiammatoria intensa usare creme al cortisone per un periodo limitato alla fase acuta o anche antistaminici per bocca (sotto consiglio medico)
- Cercare di rimuovere il più velocemente possibile il pungiglione con un coltello (rovesciato dalla parte della lama che non taglia) o con una chiave o una card: passare la lama sulla pelle, intorno alla zona dove l’insetto ha punto il bambino, quando la lama “incontra” il pungiglione, fare leva delicatamente in modo da estrarre il pungiglione senza schiacciarlo. Se il pungiglione non viene prontamente rimosso la parete del sacco velenifero, dopo il distacco dell’ape, si contrae più volte, rilasciando il veleno anche per diversi minuti nella zona colpita dalla puntura
- Se il bambino dà segni di una reazione allergica più grave (marcata difficoltà respiratoria, gonfiore, pomfi orticarioidi diffusi, fino allo shock anafilattico), anche se dopo 10 – 20 minuti dalla puntura, soprattutto se le punture sono multiple, portatelo subito al Pronto Soccorso.
Che cosa non fare se il bambino viene punto da un’ape o da una vespa:
- Non usare ammoniaca (può peggiorare la situazione e non si tratta di medusa…)
- Non cercare di rimuovere il pungiglione tentando di spremere la pelle attorno
- Non utilizzare antistaminici locali che sono spesso foto sensibilizzanti (solo in casi eccezionali con reazioni allergiche generalizzate si deve ricorrere al cortisone per via sistemica) e allergizzanti
- Non consentire al bambino di grattarsi perché la lesione potrebbe infettarsi.
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