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Pet therapy per i bambini: cos’è e come funziona
Per un bambino interagire con un animale da compagnia può voler dire migliorare i suoi processi di apprendimento e la sua capacità di osservazione, aprendolo anche a nuovi interessi e forme di comunicative. Inoltre, per un bambino imparare a prendersi cura di un animale, accarezzarlo e coccolarlo provoca un piacevole contatto fisico, che lo porta a controllare le emozioni fondamentali per il suo sviluppo. Grazie, poi, al contatto diretto con gli animali i bambini imparano regole e valori fondamentali della vita, come ad esempio il rispetto per gli altri.
In ogni caso, la pet therapy per i bambini con cani, gatti, asini, cavalli e conigli, vede coinvolte figure professionali diverse (addestratori, educatori professionali e cinofili, psicologi, medici veterinari e altre figure delineate per questa pratica) che devono essere sempre presenti alle sedute di pet therapy. Ogni animale deve poi essere addestrato e deve avere i requisiti sanitari e comportamentali valutati da un veterinario esperto in pet therapy: è necessario dunque affidarsi a professionisti che abbiano un’esperienza certa e qualificata riguardo questa pratica.
Ad ogni modo, gli interventi assistiti con gli animali da compagnia si svolgono in genere in contesti terapeutici (come ad esempio gli ospedali), ma possono anche riguardare ambiti educativi o ludici.
Ma in quali casi è particolarmente utile la terapia con gli animali da affezione? Si è osservato che i bambini con disabilità, grazie alla relazione con gli animali da compagnia, possono trovare notevole giovamento nell’affrontare piccoli compiti quotidiani, sperimentando anche una modalità facile e spontanea di interazione col prossimo.
In particolare, i bambini autistici possono ricevere enormi vantaggi dal contatto con gli animali da compagnia, sia che essi siano gatti, cani o cavalli. L’effetto benefico della pet therapy sui bambini autistici sarebbe, dunque, da ricercare proprio nell’ambito di un miglioramento delle loro relazioni sociali.
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