Chi era Ugo Tognazzi, biografia e carriera dell’attore italiano e regista. Quando è nato, come è diventato famoso, quali sono i film più belli. In che anno è morto e a che età. Vita privata: quante volte si è sposato e con chi, quanti figli ha avuto.
Il vero nome di Ugo Tognazzi è Ottavio Tognazzi. Nasce a Cremona, il 23 marzo del 1922. A causa della professione del padre Gildo, vive gli anni dell’infanzia in diverse città. Fa ritorno a Cremona nel 1936. Trova in seguito lavoro come ragioniere e, nel tempo libero, recita con la filodrammatica del dopolavoro aziendale.
Durante la seconda guerra mondiale riceve la chiamata alle armi e organizza diversi spettacoli di varietà per i commilitoni. In seguito all’armistizio dell’8 settembre 1943 rientra nella sua città. Lavora come archivista ma, subito dopo, viene arruolato nella Marina della Repubblica sociale e presta servizio nel Ponente Ligure. Due anni dopo si trasferisce a Milano, per seguire la passione per lo spettacolo. Partecipa a una serata per debuttanti ed entra nella compagnia teatrale di Wanda Osiris.
L’esordio al cinema è datato 1950, con un film di Mario Mattoli, I cadetti di Guascogna. Partecipa nel 1955 partecipa al film La moglie è uguale per tutti. Conosce nel frattempo Raimondo Vianello: insieme formano una coppia comica di successo che lavora in Rai dal 1954 al 1959, nel varietà Un Due Tre.
Negli anni Sessanta passa alla commedia all’italiana e caratterizza diversi personaggi. Tra i film più famosi, ci sono: La voglia matta (1962), Le ore dell’amore (1963), I mostri (1963), Il magnifico cornuto (1964), Straziami ma di baci saziami (1968), Il commissario Pepe (1969), Venga a prendere il caffè da noi (1970), La supertestimone (1971), In nome del popolo italiano (1971), Vogliamo i colonnelli (1973), Romanzo popolare (1974), La mazurka del barone, della santa e del fico fiorone (1975), L’anatra all’arancia (1975), La stanza del vescovo (1977) e Il gatto (1977).
Ugo Tognazzi, tuttavia, si cimenta anche in importanti ruoli drammatici, come La Califfa, Questa Specie d’Amore, La Tragedia di un Uomo Ridicolo, che gli vale il premio per Migliore Attore Protagonista al Festival di Cannes del 1981.
Nel corso degli anni Sessanta e Settanta stabilisce un bel sodalizio artistico con l’amico Marco Ferreri: con la sua regia recita nell’episodio Il professore in Controsesso (1964) e nei film Una storia moderna – L’ape regina (1963), La donna scimmia (1964), L’uomo dei cinque palloni (1965), Marcia nuziale (1966), L’harem (1967), L’udienza (1972) con Claudia Cardinale, Enzo Jannacci e Vittorio Gassman. Seguono La grande abbuffata (1973) e Non toccare la donna bianca (1974). Tognazzi appare, nel 1968, nella coproduzione italo-francese Barbarella al fianco di Jane Fonda, in un ruolo secondario.
Rimangono leggendarie le sue battute in dialetto cremonese, come quelle nei film La marcia su Roma (1962) di Dino Risi. La pellicola che lo lancia nel cinema satirico è Il federale (1961) di Luciano Salce: il suo personaggio è di Azzanello, piccolo paese in provincia di Cremona.
Molto celebre è la trilogia di Amici Miei (1975, 1982, 1985), dove interpreta il personaggio del conte Raffaello Mascetti, così come la serie de Il vizietto (1978, 1980, 1985). Si autodirige in cinque film (Il mantenuto, Il fischio al naso, Sissignore, Cattivi pensieri, I viaggiatori della sera) e nella serie televisiva FBI – Francesco Bertolazzi investigatore (1970).
Gli anni Ottanta sono soprattutto dedicati al teatro: Tognazzi recita in Sei personaggi in cerca d’autore a Parigi (1986), L’avaro (1988), e – con Arturo Brachetti – in M. Butterfly (1989). Il suo ultimo lavoro, la serie televisiva Una famiglia in giallo, rimane incompleto: escono solo due episodi, gli unici ultimati.
Nel 1979 Ugo Tognazzi si presta a uno dei più clamorosi scherzi mediatici della storia italiana. Accetta di essere fotografato, ammanettato da finti carabinieri. È una burla del settimanale satirico Il Male. Escono diverse finte edizioni con grandi titoloni, che ne annunciano l’arresto.
Ugo Tognazzi muore nel sonno, all’età di 68 anni, a causa di un’emorragia cerebrale, il 27 ottobre del 1990 a Roma. Le sue spoglie riposano nel cimitero di Velletri. Vent’anni dopo, la figlia Maria Sole gli dedica il documentario Ritratto di Mio Padre, mentre per il centenario della nascita, il figlio Ricky dedica a lui La Voglia Matta di Vivere.
Ugo Tognazzi si fidanza nel 1954 con la ballerina Pat O’Hara, dalla quale ha il primogenito, Ricky Tognazzi. La relazione termina nel 1961. Conosce Margarete Robsahm, attrice norvegese sua partner ne Il mantenuto, che sposa nel 1963. L’anno seguente nasce Thomas, chiamato con il cognome materno. Vive tre anni tra l’Italia e la Norvegia.
Si sposa poi, nel 1972, con l’attrice Franca Bettoja, conosciuta nel 1965. Vivono insieme a Velletri, in una casa poi aperta al pubblico per iniziative culturali. Dal loro legame nascono due figli: Gianmarco Tognazzi, nel 1967, e Maria Sole Tognazzi, nel 1971. I quattro figli di Ugo Tognazzi mantengono sempre ottimi rapporti.
Acceso tifoso del Milan e simpatizzante per la Cremonese, è molto amico dei colleghi Vittorio Gassman e Paolo Villaggio. Ha anche una grande passione per la cucina.