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Monica Vitti, biografia, carriera, vita privata dell’attrice

Monica Vitti

Il vero nome di Monica Vitti è Maria Luisa Ceciarelli. Nasce a Roma, il 3 novembre del 1931, da papà romano e madre bolognese. Vive a Messina per circa 8 anni, quando è bambina, per motivi di lavoro del padre, ispettore del Commercio Estero. Viene soprannominata scherzosamente dai familiari “setti vistitini“, perché sente sempre freddo e indossa i vestiti l’uno sull’altro.

Da questo nomignolo trae ispirazione per “Sette sottane“, il suo primo libro di memorie autobiografico, edito nel 1993, seguito da Il letto è una rosa, del 1995.

A 12 anni, dopo il trasferimento a Napoli, scopre la passione per il teatro. Torna a Roma e, a 14 anni, entra in teatro. Si diploma nel 1953 all’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica, diretta da Silvio D’Amico e intraprende una breve, ma formativa, attività teatrale. Recita Shakespeare e Molière, e ha un’esperienza molto significativa accanto a Sergio Tofano per gli allestimenti delle commedie del personaggio di Bonaventura.

Proprio su consiglio di Tofano, adotta un nome e cognome più artistico: Monica Vitti deriva dal cognome della madre, Vittiglia, cui associò un nome che aveva appena letto in un libro e che le suonava bene. Esordisce nel 1955 come Mariana ne “L’avaro” di Molière e, un anno dopo, veste i panni di Ofelia. Si esibisce in altre produzioni.

Film e cinema

Dopo alcuni ruoli di secondo piano in pellicole comiche, il regista Michelangelo Antonioni la nota. I due intrecciano una relazione artistica e sentimentale e Monica Vitti diventa protagonista della cosiddetta “tetralogia dell’incomunicabilità“. Interpreta Claudia in “L’avventura” (1960), Valentina in “La notte” (1961), Vittoria di “L’eclisse” (1962) e Giuliana in “Deserto rosso” (1964).

Non mancano per lei esperienze nel mondo del doppiaggio, come ad esempio quella del personaggio Ascenza nel film “Accattone” di Pasolini. Andando a film più recenti, è anche Dalila nel film “Senti chi parla adesso!” del 1993 (nello stesso film Renato Pozzetto doppia  Scag).

A metterne in risalto la verve di attrice comica è Mario Monicelli, su proposta del produttore Fausto Saraceni. La dirige nella commedia “La ragazza con la pistola” del 1968, dove interpreta il ruolo di Assunta Patanè. Ancora prima, recita ne “Il disco volante” di Tinto Brass (1964) e nel film di produzione britannica “Modesty Blaise – La bellissima che uccide” di Joseph Losey.

Monica Vitti

Nel 1967 recita nei film “Ti ho sposato per allegria” di Luciano Salce, “La cintura di castità” di Pasquale Festa, mentre nel 1968 è presidente della giuria al XXI Festival del Cinema di Cannes, ruolo da cui si dimette in seguito alle contestazioni del maggio francese. Seguono altri film, come “Dramma della gelosia (tutti i particolari in cronaca)” di Ettore Scola, del 1970, “Gli ordini sono ordini” (1972) di Franco Giraldi e “La Tosca” (1973) di Luigi Magn.

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Negli anni Settanta Monica Vitti è protagonista di molte pellicole del filone della commedia all’italiana: si avvicina molto al grande pubblico, soprattutto con l’esperienza accanto ad Alberto Sordi. Nel frattempo anche dall’estero la chiamano molti registi. Recita per  Jean Valère in “La donna scarlatta” (1969), Luis Buñuel in “Il fantasma della libertà” (1974) e André Cayatte in “Ragione di Stato” (1978). N

Nel 1974 inoltre si esibisce con Raffaella Carrà e Mina nel varietà televisivo Milleluci. Sempre in tv, ma nel 1978, recita nella commedia “Il cilindro” di Eduardo De Filippo, mentre un anno più tardi recita nel suo primo film di produzione straniera, “Un amore perfetto o quasi” di Michael Ritchie.

Anni Ottanta

Torna a Lavorare con Michelangelo Antonioni nel 1980 per “Il mistero di Oberwald” e con Alberto Sordi in  “Io so che tu sai che io so”, nel 1982. Affianca Vittorio Gassman in “Camera d’albergo” di Mario Monicelli e, nel 1983, con “Flirt” di Roberto Russo, riceve il premio al Festival di Berlino nel 1984. La collaborazione con Russo, suo futuro marito, continua con “Francesca è mia” (1986): entrambi i film furono sceneggiati anche dalla stessa Vitti.

Recita anche a teatro in “La strana coppia” e “Prima pagina“. Dopo aver esordito alla regia con il film “Scandalo segreto” del 1990, nel 1992 recita nella miniserie televisiva “Ma tu mi vuoi bene?”, accanto a Johnny Dorelli. Queste sono le sue due ultime interpretazioni. Riceve nel 1995 il Leone d’Oro alla Mostra del Cinema di Venezia.

Ultime apparizioni, ritiro dalle scene

Monica Vitti partecipa il 15 giugno del 2000 ai festeggiamenti per gli 80 anni di Alberto Sordi. Nello stesso mese festeggia la sceneggiatrice Suso Cecchi D’Amico per la consegna dei Globi d’Oro a Cinecittà. A dicembre, nella basilica di San Pietro in Vaticano, celebra il Giubileo, insieme a molti personaggi del mondo dello spettacolo, mentre nell’aprile del 2001 è ospite al Quirinale con i premiati dei David di Donatello.

Sebbene fosse già distante dalle scene da molto, prima di ritirarsi definitivamente a vita privata, si mostra al pubblico per l’ultima volta nel marzo del 2002, alla prima teatrale italiana di Notre-Dame de Paris al GranTeatro di Roma. Nello stesso periodo concede anche l’ultima intervista. I fotografi la immortalano per le ultime volte, in giro e per le vie di Roma, poi a Sabaudia. Viene ricoverata nel 2003 all’Ospedale Fatebenefratelli per una frattura al femore.

Nel 2016 il marito Roberto Russo rompe il silenzio sulle condizioni di Monica Vitti: dichiara che sono false le voci che circolano sulla sua presunta degenza presso una clinica svizzera e conferma che vive a Roma, nella casa in cui ha sempre vissuto, accudita da lui e da una badante. Ribadisce la dichiarazione nel 2020, per l’89esimo compleanno dell’attrice.

Come è morta Monica Vitti

Monica Vitti muore a Roma, il 2 febbraio del 2022, a 90 anni, a causa della demenza a corpi di Lewy, che la affligge dal 2002. La malattia è data da un accumulo di proteine nel cervello e provoca disturbi gravi dell’attenzione, della parola, delle facoltà motorie e induce apatia. I funerali sono trasmessi in diretta tv su Rai1. È sepolta al Cimitero del Verano di Roma.

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Vita privata

L’attrice ha avuto tre lunghe e importanti storie d’amore. La prima, con il regista Michelangelo Antonioni, poi con il direttore della fotografia Carlo di Palma. Ha sposato il fotografo di scena e regista Roberto Russo, il 28 settembre del 2000 in Campidoglio, dopo 17 anni di fidanzamento. Russo le è rimasto accanto fino alla morte.

“Da quando l’ho vista non ho capito più nulla. Lei era fidanzata. Non avevo mai visto una donna di quella intelligenza, di quella simpatia, di quella bellezza. Lei era come i film che ha fatto: sapeva far ridere, far piangere, far pensare. La nostra storia, durata quasi mezzo secolo, è stata l’avventura di una simbiosi”, racconta Russo in una recente intervista.