Lino Guanciale, biografia, carriera, età, vita privata, figlio e instagram

di Romina Ferrante


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Lino Guanciale è un attore italiano di grande talento e versatilità, considerato da molti il re delle fiction italiane.

L’attore abruzzese ha raggiunto, infatti, la popolarità interpretando tanti personaggi caratteristici rimasti nel cuore degli spettatori italiani, come il Dott. Claudio Conforti nella serie “L’Allieva”, Enrico Vinci in “Non dirlo al mio capo” e Leonardo Cagliostro ne “La porta rossa”.

Di recente ha conquistato tutti con il ruolo del Commissario Ricciardi nella fiction omonima.

Scopriamo qualche dettaglio sulla sua vita privata e professionale.

Chi è Lino Guanciale

Lino Guanciale si racconta in un'intervista
Lino Guanciale si racconta in un’intervista

Lino Guanciale nasce ad Avezzano, in Abruzzo, il 21 maggio 1979. Ha quindi 44 anni ed è del segno zodiacale del Gemelli.

Dopo aver conseguito la maturità scientifica decide di seguire la sua passione per la recitazione e si iscrive all’Accademia nazionale d’arte drammatica di Roma e nel frattempo segue l’Università, prima medicina, poi Lettere e Filosofia, senza però mai terminarla.

Il suo esordio in teatro risale al 1999 con lo spettacolo “La zattera di Odisseo”. Nonostante oggi sia noto soprattutto per le fiction televisive, non ha mai dimenticato il suo amore per il teatro e lo troviamo spesso impegnato in scena al fianco di attori del calibro di Gigi Proietti. Tra gli ultimi spettacoli degni di nota ricordiamo “Romeo e Giulietta”, “Caligola”, “I fatti di Fontamara”, “Orlando in Paradiso”, “Non svegliate lo spettatore” e “Dialoghi di profughi”.

Nel 2005 debutta in alcuni cortometraggi per poi arrivare nel 2009 sul grande schermo come co-protagonista nel film “Io, Don Giovanni”. Da quel momento Lino Guanciale colleziona un successo dopo l’altro ottenendo ingaggi in numerosi film e fiction televisive.

Nel 2011 l’attore veste i panni del Dottor Mancino nella serie TV “Il segreto dell’acqua”, dal 2012 al 2015 recita nella fiction “Una grande famiglia” e “Che Dio ci aiuti”nel 2013, “Don Matteo 10” nel 2016, “L’allieva” tra il 2016 e il 2020, “La porta rossa” nel 2017, “Non dirlo al mio capo” nel 2018, “Mare fuori” nel 2020 e “Il commissario Ricciardi” dal 2021, “Noi” e “Sopravvissuti” nel 2022.

Recita in film come “Vallanzasca- Gli angeli del male”, diretto da Michele Placido (2010), “To Rome with Love” di Woody Allen (2012), “Maraviglioso Boccaccio” di Paolo e Vittorio Taviani (2015), “Un marziano di nome Ennio”, di Davide Cavuti (2021) e “Il primo giorno della mia vita”, di Paolo Genovese (2023).

Oltre a essere un attore pluripremiato (ha ricevuto Nastri d’Argento, il CinèCiak d’oro, il Premio Flaiano per il cinema e il teatro e il premio culturale MuMi, il Premio e Anct), Lino Guanciale si è dedicato anche al doppiaggio e alla regia e da alcuni anni è impegnato come attivista e testimonial dell’UNHCR, ovvero l’agenzia delle Nazioni Uniti specializzata nella gestione dei rifugiati che si impegna anche nella salvaguardia e tutela dei diritti umani.

Lino Guanciale è anche impegnato sul fronte politico e di recente ha sostenuto in Abruzzo la candidatura al segretariato del Partito Democratico di Elly Schlein.

Vita privata e Instagram

L’attore è stato per lungo tempo legato all’attrice e collega Antonietta Bello, con la quale ha recitato anche nella fiction “Che Dio ci aiuti”.

In seguito, ha conosciuto Antonella Liuzzi, un’insegnante dell’Università Bocconi di Milano, che l’attore ha sposato nel 2020 e da cui nel 2021 è nato il figlio Pietro.

È possibile seguire l’attore abruzzese sul suo profilo instagram ufficiale @lino_guanciale_official che oggi vanta 513 mila follower. Qui condivide momenti insieme alla moglie e al figlio, interviste, scatti tratti dai set delle fiction tv o da campagne umanitarie e sue riflessioni su tematiche sociali.

Tra le curiosità degne di nota Lino Guanciale è un grande tifoso della Fiorentina, passione trasmessa dal padre fiorentino DOC ed è molto scaramantico. Prima delle riprese deve sempre schioccare le dita e ripetere una frase per 13 volte consecutive (13 è il suo numero fortunato, lo stesso che aveva impresso sulla maglia quando giocava a rugby).

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