Ezio Bosso, biografia e carriera di un artista straordinario

di Redazione


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Ezio Bosso

«Sono un uomo con una disabilità evidente in mezzo a tanti uomini con disabilità che non si vedono», è sempre stata una delle sue citazioni più note. La malattia non lo ha mai scoraggiato, rendendolo emblema di grande coraggio.

Ezio Bosso nasce a Torino il 13 settembre 1971, in una famiglia operaia. Da subito mostra una forte voglia di superare i confini nazionali, iniziando un percorso che ha caratterizzato tutta la sua lunga carriera. Debutta a 16 anni in Francia, come solista a Lyon.

Studia contrabbasso, composizione e direzione d’orchestra all’Accademia di Vienna. Collabora con diverse orchestre europee tra cui Chamber Orchestra of Europe, Festival Strings Lüzern, Deutsche Kammer-Virtuosen.

Il suo percorso artistico è caratterizzato da eclettismo, versatilità e generosità. Collabora con tante e prestigiose istituzioni musicali. Nelle stagioni concertistiche si esibisce come compositore o esecutore, come direttore d’orchestra o membro di formazioni cameristiche.

L’elenco dei luoghi in cui è protagonista è lungo. Include nomi di pregio, come: Royal Festival Hall di Londra, Sydney Opera House, Palacio de Bellas Artes di Mexico City. Ancora, Teatro Colón di Buenos Aires, Carnegie Hall NYC, Teatro Regio di Torino e Houston Symphony.

La carriera

Vince importanti riconoscimenti, come il Green Room Award in Australia o il Syracuse New York Award in USA. La sua musica è stata commissionata ed è tuttora utilizzata dalle più importanti istituzioni operistiche mondiali (dalla Wiener Stadtoper alla Royal Opera House).

Collabora con prestigiosi coreografi (come Christopher Wheeldon, Edwaard Lliang e Rafael Bonchela) e registi.  Per Gabriele Salvatores compone le colonne sonore di “Io Non ho Paura” (2003), “Quo Vadis Baby?” (2005) e “Il Ragazzo Invisibile” (2014).

Nel 2005, a causa di un incidente alla mano sinistra, si concentra principalmente su direzione e composizione. Nello stesso anno fonda il Buxusconsort con elementi del Quartetto di Torino, dell’ex Quartetto Borciani e giovani musicisti europei.

La curiosità nei confronti delle diverse forme di espressione musicale e artistica, nonché la sua ben nota ossessione verso la comprensione delle modalità di espressione dell’essere umano, lo spingono a collaborare con i musicisti e gli artisti più svariati.

Pino Daniele, Billy Corgan (Smashing Pumpkins), Gustavo Beytelmann (Gotan Project), il “guru” della Club Culture Alessio Bertallot e il pittore Jean Michelle Folon: questi sono solo alcuni degli artisti che hanno collaborato con Ezio Bosso.

Allo stesso tempo, l’impegno sociale diventa una costante della sua produzione. Negli anni collabora e dedica composizioni ad associazioni come Libera, Unicef e Progetto Sorriso nel Mondo.

Non mancano, nella carriera di Ezio Bosso, particolarissime sperimentazioni, come quella con il rapper napoletano Lucariello e Roberto Saviano, dalla quale nasce “Cappotto di Legno“: uno dei primi esempi al mondo di fusione tra rap dialettale e sistemi di composizione “classica”.

Il brano diventa anche un videoclip, finanziato e prodotto da MTV Italia, nell’ambito del progetto “No Mafie” che porta Ezio e il suo Buxusconsort ad aprire l’MTV day 2008 di Genova. Il Festival Suoni delle Dolomiti gli commissiona, nel 2009, la sua seconda sinfonia: “Under The Tree’s Voices” dedicata agli Abeti di risonanza della Val di Fiemme.

Dopo la prima esecuzione nel luglio del 2010, la comunità gli dedica un albero all’interno del Bosco che Suona. Si tratta di un’onorificenza riservata a musicisti di spicco del panorama mondiale.

La malattia di Ezio Bosso

Nel 2011 a Ezio Bosso diagnosticano una malattia neurodegenerativa, subito dopo l’intervento per un tumore al cervello a cui viene sottoposto nello stesso anno. Pur non essendo affetto da SLA, sviluppa una malattia autoimmune, i cui effetti sono essenzialmente gli stessi della sclerosi laterale.

A essere colpiti sono i motoneuroni, le cellule cerebrali responsabili del controllo dei movimenti, che portano alla paralisi progressiva della muscolatura volontaria, la perdita di forza negli arti e dei muscoli adibiti a funzioni vitali come la respirazione e la deglutizione.

Della malattia a Vanity Fair, nel 2017, parla  così: «Un incidente, un terremoto, una storia. La mia storia. Noi siamo composti da storie, e non ci sono storie belle o brutte. Però hanno dei colori: possono essere tristi, disperate, allegre. Quello che bisogna evitare sono le storie noiose. Il mio disagio è per me occasione di non annoiarmi mai».

I successi di Ezio Bosso

In occasione della chiusura della stagione sinfonica del Teatro Regio di Torino, nel 2010 dirige la prima mondiale della sua Prima Sinfonia “Oceans”.

Nello stesso anno dirige anche la prima italiana di “Icarus on The Edge of time”, un evento di Philip Glass e Bryan Green al Teatro Carlo Felice di Genova. Riceve l’incarico di direttore principale e direttore artistico dell’orchestra inglese The London Strings nel marzo del 2011.

Nel 2015, invece, l’Università Alma Mater di Bologna lo sceglie per scrivere e dirigere la sua Quarta Sinfonia dedicata alla Magna Charta delle Università Europee.

Arriviamo così al 2016, un anno che consacra Ezio Bosso tra gli artisti più attivi e di successo in Italia. Il suo primo disco di piano solo, dal titolo “The 12th Room” , è Disco d’Oro, con più di 50mila copie vendute. Segue una tournée con più di 100mila spettatori. Nei suoi concerti coinvolge gli spettatori, proponendo un percorso emotivo e approfondito.

L’impegno culturale e sociale del musicista si esprime anche con le attività in favore di Palazzo Barolo, una grande dimora barocca di Torino che, oggi, è un centro di divulgazione culturale, oltre che sede dell’Opera Pia Giulia di Barolo.

Il ritorno alla direzione d’orchestra

Nell’ottobre del 2016, dopo una lunga assenza dal podio, Ezio Bosso torna alla direzione d’orchestra. Debutta al teatro La Fenice di Venezia, con l’impegnativo programma impaginato con il terzo concerto Brandeburghese di Bach, la sinfonia n.4 “Italiana” di Mendelssohn e il virtuosistico quanto affascinante Concerto per violino “Esoconcerto”, composto da lui stesso, con la partecipazione di Sergej Krylov.

Il concerto viene registrato e pubblicato come “The Venice Concert“, nel 2017, da Sony Classical. Sempre la stessa etichetta ripubblica tutta la sua discografia dal 2004 al 2011, oltre che “Stradivari Chamber Orchestra” (2018) e “Roots” (2018). Negli ultimi anni di carriera non smette di calcare i podi delle orchestre più importanti d’Europa.

Dirige, nel gennaio del 2019, l’evento “Grazie Claudio!” a Bologna, per ricordare a cinque anni dalla morte Claudio Abbado, di cui era stato grande amico. Porta sul palco del Teatro Manzoni un’orchestra di 50 elementi.

Gli ultimi anni e la morte di Ezio Bosso

Nello stesso anno veste il triplice ruolo di autore, conduttore e direttore d’orchestra per due serate-evento in onda su Rai3, dal titolo “Che Storia è la Musica“. Due appuntamenti che rivoluzionano la storia della divulgazione musicale in tv. Gli ascolti superano la media del milione e sanciscono definitivamente il ruolo centrale di Ezio Bosso nel panorama classico.

Con oltre 14mila presenze, il suo debutto all’Arena di Verona con i “Carmina Burana“, l’11 agosto del 2019, è uno straordinario sold-out. Nello stesso anno riceve la cittadinanza onoraria di Roma “in riconoscimento dell’eccellenza artistica quale compositore e direttore d’orchestra italiano di fama internazionale, per l’impegno profuso verso la città di Roma, e per aver affermato nel mondo il valore universale della musica come espressione dei più alti principi di uguaglianza e dignità sociale costituzionalmente riconosciuti”.

È anche cittadino onorario dei Comuni di Gualtieri (RE), Acireale (CT) e Busseto (PR). La sua esibizione al Festival di Sanremo del 20160 è un momento di altissimo spettacolo ed emozione. Appassiona il pubblico e commuove, con la forza della sua musica. Ezio Bosso muore a soli 48 anni nella sua casa di Bologna, il 14 maggio 2020, ma il suo talento e il suo lascito continuano a sopravvivere. E lo faranno per sempre.

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