Dacia Maraini, biografia, opere, età, vita privata, cosa leggere

di Redazione


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Dacia Maraini chi è la scrittrice, poetessa e saggista. Dove è nata, quanti anni ha, cosa ha scritto, qual è il suo libro più recente. Cosa leggere per conoscerla, le citazioni più famose. Vita privata, matrimonio.

Dacia Maraini

Il nome completo di Dacia Maraini è Dacia Paola. Nasce a Fiesole (Firenze) il 13 novembre del 1936, quindi nel 2023 compie 87 anni. È figlia della pittrice e gallerista Topazia Alliata, appartenente all’antica famiglia siciliana degli Alliata di Sala Paruta, e dell’antropologo e scrittore Fosco Maraini.

Sin da giovane, la sua vita è ricca di avvenimenti intensi. Fosco Maraini, desideroso di lasciare l’Italia fascista, chiede di essere trasferito in Giappone, dove vive con la famiglia tra il 1938 e il 1947. Fosco studia gli Hainu, una popolazione in via di estinzione dell’Hokkaido.

Dal ’43 al ’46 la famiglia Maraini viene internata in un campo di concentramento con altri italiani, dopo essersi rifiutata di riconoscere ufficialmente il governo militare giapponese. Quel governo, nel 1943, fa un patto di alleanza con l’Italia e la Germania e chiede ai coniugi Maraini di firmare l’adesione alla repubblica di Salò. Riceve un rifiuto da parte di entrambi.

L’esperienza delle privazioni e delle sofferenze di quegli anni sarà raccontata dalla scrittrice nella collezione di poesie “Mangiami pure” del 1978. L’arrivo degli americani interrompe quell’esperienza dolorosa.

Dopo un’infanzia difficile, Dacia Maraini si trasferisce prima a Bagheria, in provincia di Palermo, poi a Roma. Prosegue gli studi e svolge diversi lavori. Insieme ad altri giovani, fonda la rivista letteraria “Tempo di Letteratura“, edita da Pironti a Napoli. Collabora con riviste come “Nuovi Argomenti” e “Il Mondo”.

Tra romanzi, teatro e regia

L’esordio letterario avviene negli anni Sessanta, con il romanzo “La vacanza” (1962). Nel frattempo, si occupa anche di teatro, fondando il Teatro del Porcospino con altri scrittori. È qui che vanno in scena le novità italiane, da Parise a Gadda, da Tornabuoni a Moravia.

Dacia Maraini scrive, nella seconda metà degli anni Sessanta, molti testi teatrali. Tra questi si ricordano: “Maria Stuarda“, “Dialogo di una prostituta con un suo cliente”, “Stravaganza”, “Veronica, meretrice e scrittora” e “Camille”. Sempre nel 1962, Alberto Moravia lascia la moglie Elsa Morante per lei.

Negli anni Settanta dirige come regista il film “L’amore coniugale“, tratto proprio da un romanzo di Moravia, con Tomas Milian. Nel 1973 fonda il Teatro della Maddalena, gestito da sole donne. Cinque anni dopo qui si mette in scena “Dialogo di una prostituta con un suo cliente“. Il teatro, nella visione della scrittrice, è un luogo che serve a informare il pubblico su temi sociali e politici. In questi stessi anni, l’attività prosastica è molto proficua. Pubblica romanzi di frequente, proseguendo a pubblicare a cadenza abbastanza costante anche negli anni Novanta.

Dacia Maraini
Dacia Maraini

Opere famose

Tra le sue opere si ricordano in particolare, in ordine cronologico: “L’età del malessere”, “Memorie di una ladra”, “Donna in guerra”, “Isolina”, “La lunga vita di Marianna Ucrìa” (da cui è stato tratto l’omonimo film di Roberto Faenza). Tra i titoli più noti degli anni ’90 c’è “Voci”. Maraini ha anche vinto molti premi.

Non mancano nel corso degli anni, inoltre, diverse esperienze nell’ambito della poesia. La prima raccolta di poesie di Dacia Maraini è “Crudeltà all’aria aperta”, datata 1966. Seguono: “Donne mie”, “Mangiami pure”, “Dimenticato di dimenticare”, “Viaggiando con passo di volpe” “Se amando troppo”.

Assidua collaboratrice di giornali e riviste, pubblica nel 1987 parte degli articoli nel volume “La bionda, la bruna e l’asino”. Nel 1980 scrive in collaborazione con Piera Degli Esposti “Storia di Piera” e, nel 1986, “Il bambino Alberto”. Ancora oggi è una scrittrice molto prolifica. Risiede a Roma, ma viaggia spesso, partecipando a conferenze e prime dei suoi spettacoli.

Per quanto riguarda la sua vita privata, Dacia Maraini ha alle spalle un matrimonio con il pittore milanese Lucio Pozzi nel 1959. Il matrimonio, tuttavia, si conclude dopo appena quattro anni: nel 1963, infatti, è ufficialmente annullato. Tra il 1962 e il 1978, la scrittrice si lega ad Alberto Moravia.

Cosa leggere di Dacia Maraini

I romanzi

  • La vacanza, (1962)
  • L’età del malessere, (1963)
  • A memoria, (1967)
  • Memorie di una ladra, (1972)
  • Donna in guerra, (1975)
  • Lettere a Marina, (1981)
  • Il treno per Helsinki, (1984)
  • Isolina, (1985)
  • La lunga vita di Marianna Ucrìa, (1990) vincitore del Premio Campiello
  • Bagheria, (1993)
  • Voci, (1994)
  • Dolce per sé, (1997)
  • La nave per Kobe, (2001)
  • Colomba, (2004)
  • Il gioco dell’universo Dialoghi immaginari tra un padre e una figlia, (2007)
  • Il treno dell’ultima notte, (2008)
  • La ragazza di via Maqueda, (2009)
  • La grande festa (2011)
  • Menzogna felice (2011)
  • L’amore rubato (2012)
  • Chiara di Assisi. Elogio della disobbedienza (2013)
  • La bambina e il sognatore (2015)
  • Tre donne. Una storia d’amore e disamore (2017)
  • Corpo felice. Storia di donne, rivoluzioni e un figlio che se ne va (2018)
  • Trio. Storia di due amiche, un uomo e la peste di Messina (2020)
  • E tu chi eri? (2021)
  • Caro Pier Paolo (2022)

Citazioni

  • L’azzurro è il mio colore, quello che mi dà pace quando sono inquieta.
  • La bellezza non è qualcosa per cui si gareggia: ciascuno ha qualcosa di bello da scoprire; l’attenzione è la chiave della scoperta.
  • Lei pensa davvero che le donne siano migliori dell’uomo? Io non lo credo. Sono state solo più bistrattate, umiliate, incarcerate in quella deriva mentale fatta di paura e sudditanza. Ma non hanno per questo prodotto nessuna vera differenza.
  • Mi dispiace che Lampedusa sia ricordato soprattutto per la famosa frase secondo cui se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi. Abitavo in via Mariano Stabile e andavo spesso al bar Mazzara. Lo ricordo in un angolo, intento a scrivere. Era molto gentile, attento, non molto loquace. Ma la conversazione letteraria lo prendeva. Certo, la frase del Principe Salina è emblematica, ma non la amo. È una condanna. Penso invece che bisogna rimboccarsi le maniche, partire dalle piccole cose, fare il proprio dovere.

Foto: Elena Ternovaja – Own work, CC BY-SA 3.0.

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