Bud Spencer, biografia, carriera, curiosità, film, vita privata

di Redazione


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Bud Spencer

Il vero nome di Bud Spencer è Carlo Pedersoli nato a Napoli, il 31 ottobre del 1929. Muore a Roma, il 27 giugno del 2016. Appena un anno dopo la prima elementare, nel 1936, viene iscritto a un club di nuoto. I Pedersoli, nel 1940, si trasferiscono a Roma, perché l’importante fabbrica che possiedono viene completamente distrutta durante un bombardamento.

Carlo prosegue gli studi e li completa con risultati brillanti nel 1946. Fa anche parte della squadra di rugby del suo collegio e diventa campione nazionale. Lo sport è una parte importante della sua vita: è molto conosciuto perché, a soli 15 anni, ha già battuto molti campioni senior in piscina.

Entra all’Università di Roma nel 1946 e inizia promettenti studi di chimica, ma il periodo del dopoguerra è molto pesante: la famiglia Pedersoli deve trasferirsi di nuovo, questa volta in Brasile. Bud Spencer, allora ancora Carlo, impara il portoghese e lavora anche come carpentiere a Rio de Janeiro.

Per lui è comunque un periodo sereno. Rientra in Italia nel 1948, lascia gli studi di chimica e si dedica a quelli di Giurisprudenza, per avere più tempo per allenarsi nel nuoto. Affronta anche qualche incontro di pugilato, nella categoria pesi massimi, vincendo tutte le sfide.

Nel nuoto stabilisce molti record e diventa campione italiano nei 100 metri stile libero. Pochi lo sanno, ma Bud Spencer è il primo italiano a nuotare sotto il minuto in quella categoria, nel 1950 (59:50 secondi il 19 settembre 1950).

Nella carriera di nuotatore con 7 titoli italiani (oltre ad altri 3nella categoria juniores) e come 4 volte campione nazionale nella staffetta. Diventa anche il centravanti della nazionale di pallanuoto che vince la medaglia olimpica a Londra nel 1948 e a Roma nel 1960.

Tra cinema e nuoto

Il suo destino si incontra con quello del cinema nel 1950. Grazie ai successi nello sport e alla sua fisicità, gli viene offerto un ruolo in “Quo Vadis“. Seguiranno altri piccoli ruoli, che non lo distraggono comunque dallo sport. Nel 1952 è nella nazionale italiana ai Giochi Olimpici di Helsinki. Quattro anni dopo è convocato nuovamente ai Giochi Olimpici, questa volta a Melbourne.

A 27 anni, Carlo decide di smettere con lo sport e parte per il Sud America. Rivelerà, più avanti, che si è trattato di un viaggio per ritrovare se stesso. Voleva capire chi fosse veramente, ma sente la nostalgia della famiglia, dell’Italia e di una giovane ragazza di nome Maria. Rimane ancora per qualche tempo, poi rientra nel 1959. Gli offrono il ruolo del capo tribù Rotario in “Annibale”.

Bud Spencer nel 1950

Bud Spencer nel 1950

Nel 1960 sposa Maria Amato, figlia di un celebre produttore cinematografico. Un anno dopo nasce il figlio Giuseppe e, nel 1962, nasce Cristiana. Carlo, che ancora non si fa chiamare Bud Spencer, viene ingaggiato dalla RCA per comporre canzoni napoletane e folk, dal 1960 al 1964. Rompe il contratto per fondare una sua società di produzione di documentari e campagne pubblicitarie.

LEGGI ANCHE: Carlotta Rossi: “Bud Spencer era mio padre, lo dimostrerò in Tribunale”.

Bud Spencer perché si chiama così

È il 1967: il regista Giuseppe Colizzi lo contatta per un ruolo principale nel suo prossimo film, lo spaghetti western “Dio perdona… io no!“. Per questo film c’è bisogno di un gigante e Carlo sembra perfetto per il ruolo con i suoi 120 chili per 1 metro e 92 di altezza. Accetta e si lascia crescere la barba, “cosi in pochi lo riconosceranno“, si racconta sul suo sito ufficiale.

Gli viene anche chiesto di cambiare il suo nome con uno americano perché un nome internazionale funziona meglio sul mercato cinematografico: sceglie una combinazione tra la sua birra preferita “Budweiser” e un attore che ama molto, Spencer Tracy: diventa Bud Spencer.

Sebbene non avesse preventivato di continuare a lungo la carriera d’attore, ha un enorme successo: il duo con Terence Hill funziona e il film è un successo. È proprio su questo set che si conosco, sebbene si fossero incrociati qualche volta già in passato. Vengono ingaggiati per “I Quattro dell’Ave Maria”  e “Lo chiamavano Trinità…“, seguito da “Continuavano a chiamarlo Trinità”. Nel 1972 il grande momento professionale è anche coronato da una grande felicità personale con la nascita della terza figlia, Diamante.

All’inizio degli anni Settanta scopre una nuova passione. Nel 1972 Bud Spencer e Terence Hill sono in Colombia per le riprese di “Più forte ragazzi“: interpretano due piloti di aeroplano e Bud decide di studiare per ottenere il brevetto d’aviazione e diventa pilota professionista. Vola poi per oltre duemila ore con gli aerei e oltre 500 con gli elicotteri.

Volare gli dona un grande senso di libertà e la possibilità di conoscere nuovi luoghi e persone. Dopo quel film, Bud include le sue capacità aviatorie in varie scene dei suoi film.

I suoi talenti sono tanti: si diletta come compositore, cantante, pilota, imprenditore e inventore. Proprio la musica è una delle sue passioni più grandi: nel film “Lo chiamavano Buldozer“, ad esempio, canta per la prima volta in scena. L’anno seguente interpreta un tema nella colonna sonora di “Io sto con gli ippopotami“.

Negli anni Settanta è protagonista di tanti successi, anche interpretati da solo. Veste i panni del Commissario Rizzo per la prima volta nel 1973, nel suo soggetto “Piedone lo sbirro“. Negli anni Ottanta recita in quattro film con Terence Hill, ma è anche protagonista della commedia fantasy “Superfantagenio”, in cui appare anche la sua figlia più piccola, Diamante.

Bud Spencer fonda nel 1981 la compagnia aerea Mistral Air, che poi vende. Ha una grande inventiva e deposita il progetto per un bastone da passeggio con tavolino e sedia inclusi, un topolino giocattolo elettronico e uno spazzolino da denti col dentifricio incluso. In tutto deposita 12 idee originali.

Si cimenta anche con le serie televisive, interpretando e collaborando alla scrittura di 6 episodi di “Big man“. Torna al cinema nel 1990 con “Un piede in paradiso“, cui seguono altre due serie tv. Torna insieme a Terence Hill nel 1994, per “Botte di Natale”, quindi recita in “Noi siamo angeli“.

Quando taglia il traguardo dei 70 anni, inizia a prendere le cose con più calma. Interpreta per lo più ruoli amichevoli, ma torna anche alla tv con “Padre Speranza” e al cinema con “Cantando dietro ai paraventi“.

Nell’ottobre del 2007 inizia in Germania le riprese di “Tesoro, sono un killer“, poi è la volta del documentario “Pane e olio”. Due anni dopo recita in “I delitti del cuoco”. Arriviamo così al 2010, anno in cui riceve il David di Donatello alla carriera, insieme a Terence Hill.

Il 27 maggio dello stesso anno Bud Spencer intraprende una nuova carriera come scrittore: produce un’autobiografia con il titolo “Altrimenti mi arrabbio“. Nello stesso anno il libro esce in Ungheria e anche in Germania da Schwarzkopf & Schwarzkopf ottenendo un grande successo. Nel marzo del 2012 esce poi un secondo libro intitolato “Ottant’anni in giro per il mondo – la seconda parte della mia autobiografia”.

Nell’ ottobre del 2014 Bud celebra il suo 85esimo compleanno e pubblica il suo terzo libro: “Mangio ergo sum”. Questo testo racconta dei suoi incubi dopo una dieta forzata, ma anche le conversazioni immaginarie su vari dilemmi con 12 filosofi dei secoli passati. In questo periodo si dedica all’amore per la filosofia.

Come è morto Bud Spencer

Bud Spencer muore il 27 giugno del 2016, all’età di 86 anni, nella sua casa di Roma, a causa di alcune complicanze derivate da una caduta. Il 29 giugno viene allestita la camera ardente, presso la sala della protomoteca in Campidoglio, mentre il funerale è il 30 giugno, nella Chiesa degli Artisti. È sepolto nel cimitero del Verano, a Monte Portonaccio.

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“Non temo la morte – rivela in un’intervista del 2014 -. Dalla vita non ne esci vivo, disse qualcuno: siamo tutti destinati a morire. Da cattolico, provo curiosità, piuttosto: la curiosità di sbirciare oltre, come il ragazzino che smonta il giocattolo per vedere come funziona. Naturalmente è una curiosità che non ho alcuna fretta di soddisfare, ma non vivo nell’attesa e nel timore. C’è una mia canzone che racchiude bene la mia filosofia: ”Futtetenne”, ovvero fregatene. E ridici su“.

Foto di Michel Buchmann – Opera propria, CC BY-SA 4.0.

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