Dai primi passi a Miss Italia fino ai grandi successi sul grande e piccolo schermo: la carriera di Claudia Pandolfi tra cinema, TV e impegno sociale.
Parla Anna Paratore, la mamma di Giorgia Meloni: “Mia figlia voleva fare l’attrice e la cantante”
Anna Paratore, mamma di Giorgia Meloni, ha svelato in una recente intervista dettagli inediti sulla figlia. “Mi chiamano mamma d’Italia? Esagerano. Mamma e basta. Sono mamma di due figlie in gamba, lo riconosco. Senza falsa modestia, sono in gamba. Giorgia aveva i suoi sogni da bambina, come tutti i bambini. Voleva fare la cantante, l’attrice. Poi si cresce e si sceglie la strada giusta per sé”.
“Tante persone apprezzano quello che Giorgia fa nel suo lavoro – ha commentato – hanno capito quanto si stia impegnando e quanto ce la metta tutta per fare le cose al meglio delle sue possibilità. E questo fa piacere”.
Anna Paratore ha cresciuto le sue figlie da sola. La donna ha dei trascorsi come scrittrice di romanzi rosa. Il suo pseudonimo era Alisa Josie Bell, un’attrice americana della fine degli anni ‘80.
“Come dicono le mie figlie, se fossi vissuta in America sarei diventata famosissima come scrittrice – ha dichiarato in un’intervista a “DiPiù” – L’ho fatto per bisogno. Ero sola, avevo due ragazzine da mandare a scuola e da crescere. L’ispirazione e la motivazione le traevo dal bisogno. La fame aguzza la fantasia. Dovevo dare da mangiare alla mia famiglia, scrivere mi rendeva ed ero molto apprezzata perché il mio stile era particolare”.
Una famiglia tutta al femminile
A “Otto e mezzo” Lilli Gruber aveva definito Giorgia Meloni “un’espressione della cultura patriarcale” ma lei ha prontamente replicato via social, postando una foto che ritrae insieme alla madre, alla nonna e alla figlia avuta dal giornalista Mediaset Andrea Giambruno. Una famiglia al femminile di cui va orgogliosa.
“Non so come facciano certe persone a trovare il coraggio di strumentalizzare anche le tragedie più orribili pur di attaccare il governo – scrive a corredo dell’immagine – Ora la nuova bizzarra tesi sostenuta da Lilli Gruber nella sua trasmissione di ieri sera è che io sarei espressione di una cultura patriarcale. Come chiaramente si evince da questa foto che ritrae ben quattro generazioni di ‘cultura patriarcale’ della mia famiglia. Davvero senza parole”.
Giorgia Meloni e la sorella Arianna, attuale responsabile della segreteria politica di Fratelli d’Italia, sono state cresciute dalla madre Anna Paratore che per loro ha fatto grandi sacrifici. Un grande supporto è arrivato dalla nonna mancata nel 2019. “Io non posso dire di essere stata una bambina infelice – raccontò Giorgia Meloni anni fa a Maurizio Costanzo – Fino a quando non sono diventata grande, non ho neanche fatto i conti con l’assenza di mio padre (…) Se ne è andato di casa quando avevo 1-2 anni, l’ho frequentato alcune volte d’estate fino a quando, a 11 anni, ho deciso che non volevo frequentarlo più. Era una persona che per noi non aveva nessun interesse. Infatti, non è che lui se ne sia fatto un gran cruccio quando gli ho detto ‘non ti voglio più vedere’. Da grande poi tentò un nuovo approccio ma per me era troppo tardi. L’ultimo ricordo che ho di mio padre da ragazzina è quando per il mio tredicesimo compleanno mi ha mandato un telegramma con scritto ‘buon compleanno, firmato Franco’. Neanche firmandosi ‘papà’”.
“Ero sola, avevo due ragazzine da crescere. E di soldi ce n’erano davvero pochi – svelò Anna Paratore in un’intervista al settimanale “DiPiù” – Eravamo tre ragazze da sole. Ricordo le docce gelate perché non c’erano i soldi per cambiare la vecchia caldaia; ricordo mesi al buio tappate in casa, senza luce del sole, perché non potevamo aprire le persiane di legno troppo vecchie e pericolanti e non avevamo i soldi per cambiarle”. La madre della prima premier donna d’Italia ha dei trascorsi da scrittrice di romanzi rosa. “L’ho fatto per bisogno – confidò – Ero sola, avevo due ragazzine da mandare a scuola e da crescere. L’ispirazione e la motivazione le traevo dal bisogno. La fame aguzza la fantasia. Dovevo dare da mangiare alla mia famiglia, scrivere mi rendeva ed ero molto apprezzata perché il mio stile era particolare”.