Contro ogni aspettativa, lavare le uova prima di conservarle è sbagliato. Di solito si pensa che sciacquare gli alimenti sia un’ottima cosa perché permette di togliere i batteri da questi. Ma come si conservano e perché è opportuno non lavarle?
È risaputo che le basse temperature sono un buon sistema per frenare lo sviluppo di batteri, quindi a casa è necessario conservare le uova in frigorifero. La soluzione ideale è quella di riporle sul ripiano intermedio del frigorifero, ovvero quello a 4-5°C, e non sugli appositi spazi sagomati dello sportello, dove invece la temperatura è superiore.
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La salmonella è l’agente batterico più comunemente isolato in caso di infezioni trasmesse da alimenti. Sia sporadiche che epidemiche. È stata segnalata per la prima volta nel 1886, in un caso di peste suina. Questa ricerca è stata portata avanti dal medico americano Daniel Elmer Salmon. La salmonella è presente in natura con più di 2000 varianti (i cosiddetti sierotipi) ma i ceppi più frequentemente diffusi nell’uomo e nelle specie animali, in particolare in quelle allevate per la catena alimentare, sono S. enteritidis e S. typhimurium. La Salmonella nelle uova crude è legata a vari fattori, primi tra tutti la presenza di galline malate, le pessime condizioni igieniche durante la produzione e la conservazione delle uova o la dubbia provenienza.
Mangiare un uovo crudo fa male e potrebbe aprire la porte alla salmonellosi, vale a dire un’intossicazione provocata dal batterio salmonella. Questo significa che queste o l’uovo sbattuto è pericoloso se le uova non sono freschissime o conservate in modo corretto.
I sintomi della salmonellosi arrivano dopo 6 o 72 ore dal consumo di uova contaminate: diarrea, vomito e dolori addominali. Fortunatamente nei casi lievi si risolve spontaneamente entro qualche giorno.
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