Le patate sono degli alimenti straordinari che impreziosiscono la nostra dieta e si possono inserire in qualsiasi ricetta. Però, in alcuni casi, possono causare qualche disturbo soprattutto se si tratta di patate germogliate.
Le patate con i germogli contengono solanina. Si tratta di un alcaloide prodotto dalla pianta stessa per tenere alla larga insetti e funghi. Se ingerita in dosi massicce, può rivelarsi nociva per il nostro organismo, fino ad arrivare a una vera e propria intossicazione.
I sintomi sono:
Ci sono casi in cui la situazione degenera e dipende anche dal metabolismo. Si possono manifestare anche allucinazioni, paralisi, febbre.
“Nella buccia delle patate la solanina è presente solo in quantità ridotte che generalmente non provocano alcun fastidio”, spiega Silke Raffeiner, nutrizionista presso il Centro Tutela Consumatori Utenti secondo quanto riportato dal sito IlSalvagente.it. “Se la solanina viene ingerita in grandi quantità, può causare sintomi come sensazione graffiante in gola, mal di testa, diarrea e vomito”, aggiunge l’esperto.
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La solanina è un alcaloide glicosidico tossico, prodotto da alcune solanacee solubile in acqua ed è resistente al calore. La cottura in acqua bollente non la distrugge, quindi è importante rimuovere dalle patate i germogli e le parti verdi prima di cuocerle. Una parte della solanina passa però nell’acqua di cottura, e quindi non è consigliabile riutilizzarla nuovamente se ci abbiamo cotto delle patate germogliate.
Ecco perché, per non correre rischi, è bene attenersi alle precauzioni indicate, in seguito a vari studi avviati nel 2015, dall’Istituto federale tedesco per la valutazione del rischio. In particolare, l’ente consiglia di:
• Conservare le patate al buio, in un luogo fresco (tra i 7 e i 10°C) e asciutto, all’interno di retine o di sacchetti di carta, ma non di plastica, per evitare la formazione di muffe.
• Evitare quelle con la buccia grinzosa o ammaccata.
• Eliminare sempre, prima della cottura, eventuali parti verdi e germogli.
• Fare attenzione a eventuali variazioni di gusto, in seguito alle quali l’ortaggio diventa particolarmente amaro e provoca un effetto bruciante o piccante, con un’irritazione persistente ai lati della lingua e nella parte posteriore della bocca.
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