Si fa presto a dire cotoletta! Ma è poi così scontata la nostra cotoletta alla milanese? Ebbene, sappiate che ci sono almeno 10 varianti della classica cotoletta alla milanese. Vediamole tutte!
In generale la cotoletta è una costoletta di carne impanata e fritta. Tipica soprattutto dell’Italia settentrionale, la ricetta classica della cotoletta è quella alla milanese, ma di questa esistono tante altre varietà. Il termine deriva dal francese côtelette (côte = costola) e oggi, sia per il differente tipo di carne (maiale, vitello, pollo), sia per via della preparazione diversa, tutto il mondo mangia la cotoletta.
Ecco la ricetta classica ed anche 10 varianti della cotoletta alla milanese.
La classica cotoletta alla milanese è una fetta di lombata di vitello con l’osso, impanata e fritta nel burro. La carne della costoletta non va battuta, al massimo va privata di eventuali ossicini laterali. Ogni cotoletta si passa prima nella farina bianca, poi nell’uovo sbattuto con un pizzico di sale ed infine nel pangrattato.
Originariamente il pangrattato si otteneva grattugiando grossolanamente il pane secco, per l’esattezza solo la mollica. Questo ovviamente incideva molto sulla riuscita della ricetta perchè più il pan grattato è grosso più la panatura risulta croccante.
Nella ricetta originale della milanese, in un tegame stretto si fa scaldare a 170°C il burro chiarificato e si friggono le cotolette, facendole dorare da entrambi i lati. Se la frittura è stata fatta con attenzione si dovrà ottenere una carne che rimanga abbastanza alta, morbida, lievemente rosa vicino all’osso e croccante fuori.
La più grossa disputa riguardante le origini della cotoletta è tra la cucina milanese e quella viennese, che se ne contendono l’invenzione. Le differenze tra le due sono sostanzialmente le seguenti:
Altra amatissima cotoletta fritta è quella di maiale. Sapevate che in Giappone hanno una squisita ricetta tipica per prepararla? Si tratta del Tonkatsu: la fetta di lonza di maiale lasciata alta viene impanata in un tipico pan grattato giapponese, il panko, e servita con insalata di cavolo cappuccio e salsa tonkatsu.
Non poteva mancare, poi, la variante napoletana: la cotoletta napoletana ha in pratica l’aggiunta di una fetta di mozzarella e della salsa di pomodoro alla classica cotoletta milanese che viene ripassata e fatta fondere.
Anche gli emiliani hanno la loro cotoletta, la cotoletta bolognese: si dispone una fetta di prosciutto crudo e parmigiano in scaglie sulla cotoletta e si ripassa in forno in una teglia con del brodo.
La cotoletta fritta, ovviamente deliziosa, può essere sostituita per motivi dietetici con la cotoletta al forno: scegliete un taglio di carne magro come la cotoletta di pollo e, dopo averla impanata, adagiatela su carta alluminio e riponetela in una teglia; cuocete in forno a 180° per 20 minuti.
Altra variante leggerissima, rispetto alla cotoletta di vitello fritta, è la cotoletta di pollo impanata. Semplicemente si può impanare il petto di pollo nella classica maniera e poi procedere friggendo o cuocendo su piastra anti aderente.
La cotoletta coreana è molto simile alla cotoletta di maiale giapponese (tonkatsu), si frigge in una salsa densa a base di burro e spezie tipiche e si serve, già a fette, su un letto di riso bollito.
Il clima freddo e il territorio boscoso hanno dato vita alla squisita variante svedese della cotoletta, detta anche cotoletta del boscaiolo: è preparata con filetto di maiale panato e fritto in burro e servito con una salsa a base di funghi porcini, cipolla, panna, denso brodo di carne, pepe e prezzemolo con accanto le patate.
La cotoletta alla filippina, infine, anche detta “carne fritta”, è proposta con carne di manzo, tagliata in strisce sottili e marinata con aglio, limone, salsa di soia, sale, pepe e zucchero. I bocconcini sono poi panati con farina e fritti e vengono serviti con cipolle bianche.