Sembrava un sogno e oggi è realtà, un manuale d’amore, scientifico e serio, in grado finalmente di spiegarci come mai una storia non dura o va avanti per 50 anni. I due studiosi che hanno deciso di aiutare gli innamorati di tutto il mondo sono Amir Levine, psichiatra e neuroscienziato,
e Rachel Heller, psicologa alla Columbia University, i quali sostengono che, per la buona riuscita di una relazione, è importante analizzare che tipo di ruolo si ricopre all’interno della coppia, che tipo di “attaccamento” adulto si manifesta in noi e nell’altro.
I due ricercatori invitano intanto i lettori ad abbandonare condizionamenti sociali e sogni infantili, per comprendere davvero cosa è bene per noi. Nel libro, dal lungo titolo “Attached. The New Science of Adult Attachment and How it Can Help You Find, and Keep, Love” viene spiegato che esistono tre tipologie di base di attaccamento, che rappresentano le tre macroaree dello studio proposto nel libro:
Una volta compreso a quale profilo apparteniamo, e a quale invece appartiene il partner (con questo test in inglese) bisogna comprendere se e come quella persona sarà in grado di renderci felici; non c’è nulla di male o di egoistico nel desiderare un rapporto sereno, d’altra parte. I due studiosi sottolineano che le differenze non sono sempre un ostacolo e che le persone possono cambiare i loro atteggiamenti per integrarsi al meglio.
In base ai profili stilati, però, riconoscono che un “ansioso” può essere aiutato a cambiare da un “sicuro”, ma il rapporto sarebbe un groviglio di problemi se un “ansioso” decidesse di vivere con un “evitante”, così diverso nelle manifestazioni d’amore. Inoltre, sottolineano come i cambiamenti richiedano almeno 4 anni, dunque un impegno a lungo termine.
Una volta compresa qual è la chiave per rendere il nostro rapporto sereno (e capire anche qual è il tipo a noi più affine) potremo buttarci in una storia serena, che gioverà anche alla salute fisica e, al contrario, i ricercatori sottolineano come la fine di un amore si manifesti al cervello come un malessere psicofisico. In ultimo, l’unica domanda che gli esperti inviatano a porci quando le cose vanno male non è “mi piace davvero?” ma “ha la stoffa adatta a me?”