Secondo un recente studio statunitense, che conferma quello che già sappiamo da tempo, il famoso punto G, che tutti hanno cercato di localizzare, a quanto pare è una pura invenzione, per cui le difficoltà di alcune donne a raggiungere l’orgasmo dovrebbero essere attribuite ad altre variabili che cambiano da situazione a situazione e da partner a partner, ma soprattutto da donna a donna. Ecco perché di recente si comincia a parlare di Punto C, con riferimento al clitoride la cui sensibilità varia in base a dimensione e posizione. In pratica più è piccolo e distante dalla vagina maggiori saranno gli sforzi richiesti al partner per raggiungere il tanto bramato orgasmo. A giungere a tale conclusione è una ricerca condotta dalla Dottoressa Susan Oakley del Good Samaritan Hospital di Cincinnati, in Ohio.
Lo studio ha preso in esame 32 donne sulla trentina, tra queste almeno una decina sosteneva di avere notevoli problemi nel raggiungere l’orgasmo. Ciascuna di queste donne è stata sottoposta ad approfonditi esami, compresa una risonanza magnetica alla zona pelvica, che hanno rilevato l’importanza del punto C, per dirla in altri termini del clitoride. A quanto pare non sono solo le dimensioni dell’attributo maschile a contare, ma anche e soprattutto quelle dell’attributo femminile. E la percentuale delle donne costrette a rinunciare all’orgasmo non è affatto trascurabile: a quanto pare si aggira tra il 18% e il 34%.
Certo sul risultato e sull’affidabilità di questa ricerca ci sono ancora notevoli dubbi, considerato che l’orgasmo è frutto di una serie di fattori di varia natura, non è possibile quantificare quanto l’aspetto anatomico possa contribuire o meno al raggiungimento dell’orgasmo, ma almeno è stata imboccata la strada della verità che svilisce definitivamente la misteriosa teoria del punto G.
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