Nella vita di coppia può capitare di giungere ad un momento di stallo persino di crisi, in cui la coppia decide di comune accordo di “prendersi una pausa”. In genere non è mai una scelta concordata, bensì è uno dei due componenti a chiedere all’altro un periodo di allontanamento, e questo può cogliere di sorpresa al punto da generare spavento, rancore e senso di smarrimento.
Le ragioni che possono spingere uno dei due partner verso la richiesta di una pausa di riflessione sono molte e non necessariamente indicatori di una imminente rottura. Può darsi che stia attraversando un particolare momento della propria esistenza e si ha il bisogno di stare da soli, di misurare se stesso come individuo e non come facente parte di un rapporto che, proprio in virtù della stabilità che fornisce, impedisce di esporsi completamente ed individualmente alle esperienze della vita.
Può capitare infatti a chiunque di voler affrontare delle fasi di vita con le proprie forze, per conoscersi più a fondo e sapere di cosa si è capaci. Se la coppia si è formata in giovane età, molte delle esperienze salienti o quotidiane sono state vissute insieme. In queste circostanze una pausa dal partner può voler essere solo l’occasione di provare a volare con le proprie ali.
Spesso queste situazioni fanno seguito ad un cambiamento brusco o traumatico nella vita del partner che chiede una pausa. Una difficoltà nel percorso di studi o sul lavoro, problematicità nella famiglia di appartenenza, una crisi esistenziale o un lutto. Molte non riescono a superare un tradimento e questo evento può spingere una persona ad avere bisogno di stare solo con se stessa, senza che questo significhi un allontanamento definitivo.
Quando questo avviene è necessario fare un passo indietro e lasciare spazio alla persona che ha bisogno di solitudine anche se può farci sentire abbandonati.
Chi subisce una pausa entra in un caos emozionale con domande continue e ripetute, ma soprattutto una falsa certezza “se gli concedo la pausa non tornerà”. Queste paure trasformano una legittima richiesta di momentaneo distacco in un lento declino del rapporto, in quanto chi si sente abbandonato non farà altro che “pressare” l’altro alla ricerca di feedback positivi. La pressione, lo stress ed il bisogno di una fase da vivere per se stessi può portare in molti casi alla fine definitiva del rapporto.
Fare uno sforzo per comprendere il partner in un momento tanto delicato, come quando siamo chiamati a rispettarne il disagio, può essere utile per conoscere meglio se stessi e l’altro. Il rispetto dei nuovi spazi fisici e temporali, anche se doloroso, può spingerci a rilevare i bisogni della persona amata che potrà notare l’accettazione, il riconoscimento e la comprensione delle proprie necessità.
Chi crede che tutti i problemi devono essere risolti insieme non comprende bene la portata della richiesta di una pausa di riflessione. Chiedere una fase di distacco non è mai una decisione semplice. Fa seguito ad un periodo di grandi riflessioni e di bisogno dei propri spazi. Negarla andrebbe contro il futuro stesso della relazione.
La richiesta di una pausa di riflessione non avviene mai come un fulmine a ciel sereno. La coppia probabilmente stava già vivendo una fase di crisi, anche se sono molte le persone che cercano di evitare questa verità facendo finta che non esista. Al massimo si delegheranno le tante incomprensioni e liti ad un periodo come tanti della coppia, declassandone la pericolosità. Non è nascondendosi che si risolvono i conflitti interni ma affrontandoli alla luce del sole.
E’ possibile che colui che subisce la richiesta di una momentanea separazione e reagisca inizialmente con rabbia, sconforto e senso di smarrimento, trovandosi poi però improvvisamente a vivere una strana sensazione di libertà.
Questa sensazione può derivare dall’assenza delle tante incomprensioni con il partner, oppure da tutti quegli elementi esterni con la quale la coppia deve interagire, ad esempio parenti o amici che non sempre sono stati accettati completamente o con cui si è semplicemente incompatibili, ma con i quali è necessario interagire per il rispetto dell’altro.
Chiamati a rientrare nella coppia ci si può sentire improvvisamente in trappola. Il futuro tanto agognato sembra non essere più così radioso, oppure non si è disposti a tornare alla quotidianità di sempre, fatta di elementi che ci disturbano messi in risalto dalla distanza. Chi chiede una pausa di riflessione deve mettere in conto che c’è il rischio che quando avrà voglia di tornare potrebbe non esserci più il partner ad attenderlo.
Quando invece la distanza fa emergere i limiti e le problematiche ma ci si ama ancora è importante affrontare i temi conflittuali in maniera diversa dal passato, cercando di comprendere il punto di vista dell’altro piuttosto che imporre sempre la propria posizione a riguardo.
Un caso meno frequente, ma possibile, è il caso in cui entrambi decidano di comune accordo di provare a vivere un periodo di separazione. Può essere utile quando la coppia vive un periodo di insoddisfazione o di litigi frequenti, quando si è in disaccordo sulle scelte da fare o passi da compiere. La lontananza potrà così avere un effetto benefico e chiarificatore, portando a galla i limiti del rapporto ma anche la nostalgia ed il desiderio di affrontare gli ostacoli di comune accordo.
Qualunque sia il caso che ha portato alla decisione di prendersi una pausa di riflessione è necessario che la coppia discuta della presenza o meno di limiti, temporali ed esperienziali, da porre eventualmente in atto. E’ possibile che si abbiano aspettative ed idee diverse ed è importante parlarne per evitare una rottura insanabile. Chi chiede la pausa può dare per scontato che la separazione sia tale a tutti gli effetti e permetta qualsiasi decisione in piena libertà, come se il rapporto fosse effettivamente sciolto. Non di rado la richiesta di una pausa di riflessione può riflettere il bisogno di vivere altri rapporti occasionali per comprendere cosa si prova davvero.
Alcune scelte non possono chiaramente essere condivise perché per loro stessa natura mettono la parola fine a qualsiasi tentativo di ripresa della relazione.
Una buona regola è stabilire la lunghezza temporale della pausa. Non c’è una regola specifica, tuttavia non dovrebbe mai superare i 30 giorni. Un tempo maggiore di distacco allenta i legami e le abitudini di coppia, quindi il grande pericolo è quello di disabituarsi lentamente all’altro.
Indubbiamente la richiesta di una pausa di riflessione ha un impatto notevole sulla relazione. Da essa può scaturire una rinascita, se entrambi i componenti utilizzano questo periodo per conoscere meglio le proprie esigenze, riflettere sui bisogni altrui e sulla stessa idea di Amore e rispetto reciproco. Comprendono che il rapporto non stava più funzionando, era diventato abitudinario, statico, privo di emozioni positive. La pausa quindi diventa una sorta di elettroshock capace di far riemergere le vere ragioni che hanno un giorno unito la coppia.
In questo caso la pausa rappresenta una nuova opportunità consapevoli che l’amore non deve necessariamente finire per stanchezza o routine ma può rinascere più forte di prima.
Se viceversa la pausa di riflessione viene vissuta in maniera conflittuale e generata da richieste incompatibili ed inacettabili, metterà la parola fine ad una relazione che di fatto, era già finita da tempo ma che si trascinava per abitudine, paura, insicurezza.
Qualsiasi sia l’esito finale la pausa serve ad acquisire una maggiore consapevolezza, serve a scegliere una propria progettualità con più serenità, ad avere un maggiore rispetto verso di sé e verso l’altro, cercando di trarre il massimo beneficio dall’esperienza vissuta.
Autore: Adriano Rossi, sociologo.