Hollywood è in sciopero: perché attori e sceneggiatori protestano?

di Gaetano Ferraro


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A Hollywood è in atto in queste ore uno sciopero storico che vede uniti attori e sceneggiatori, con riprese bloccate e produzioni ferme. I sindacati che rappresentano le due categorie hanno proclamato uno sciopero congiunto. Qual è il motivo? Ottenere aumenti salariali e maggiori diritti? Si ma c’è anche dell’altro. 

Uno sciopero storico a Hollywood, perchè?

Lo sciopero è iniziato alla mezzanotte di ieri ora di Los Angeles, quando il potente sindacato SAG-AFTRA che rappresenta 160.000 attori ha deciso di unirsi alla protesta avviata dagli sceneggiatori il 2 maggio scorso. Nonostante l’intervento di un mediatore federale, non si è raggiunto l’accordo con gli studios sul rinnovo dei contratti. Gli attori chiedono, come gli sceneggiatori, un adeguamento delle royalty legate allo sfruttamento delle opere sulle piattaforme streaming e maggiori garanzie sull’utilizzo dell’intelligenza artificiale, per evitare che voci e immagini vengano clonate. L’associazione degli studios ha definito queste richieste irrealistiche.

Le richieste su streaming e intelligenza artificiale

Con l’entrata in sciopero degli attori, da oggi le riprese a Hollywood sono praticamente impossibili. Solo pochi show televisivi di intrattenimento potranno andare avanti. L’ultima protesta congiunta di queste dimensioni nella fabbrica dei sogni americana risale al 1960, ai tempi di Marilyn Monroe ed Elizabeth Taylor. La posta in gioco è alta perché la vertenza riguarda l’avvento delle nuove tecnologie digitali e dello streaming, che hanno rivoluzionato l’industria dell’intrattenimento. Attori e sceneggiatori vogliono avere voce in capitolo su come vengono distribuite e retribuite le loro opere in questa nuova era.

La posta in gioco dell’era digitale

Chiedono percentuali maggiori sui ricavi degli show distribuiti sulle piattaforme e algoritmi trasparenti per calcolare le visualizzazioni, nonché limiti all’utilizzo di tecnologie come l’intelligenza artificiale per generare contenuti sfruttando la loro immagine. Il rinnovo dei contratti in scadenza riguarda colossi come Netflix, Amazon Prime, Hulu, Disney+, Apple TV+, che con lo streaming hanno rivoluzionato l’industria audiovisiva.

Il sostegno delle star

La mobilitazione ha visto scendere in campo star del calibro di Jane Fonda, Meryl Streep, Jennifer Lawrence, Julia Louis-Dreyfus, Ben Stiller e Matt Damon, che hanno marciato al fianco dei colleghi rivendicando “stipendi dignitosi e assicurazione sanitaria”. Secondo il sindacato degli attori, la vertenza ha valenza storica e segnerà il futuro di Hollywood. Gli studios ribattono che molte piattaforme streaming non hanno ancora profitti consistenti e che le richieste sono insostenibili. Intanto la paralisi delle produzioni intanto inizia a farsi sentire pesantemente sull’economia di Los Angeles. Si teme che lo sciopero possa durare settimane se non mesi, come successe nel 2007-2008, quando lo stop di oltre 100 giorni causò perdite per 2,5 miliardi di dollari.

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