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Lo shibori è una tecnica di decorazione giapponese dei tessuti che nacque nel Periodo Edo (VIII secolo). La tecnica shibori consiste nel legare o piegare un tessuto in una particolare maniera e poi immergerlo in un bagno di tintura, così da creare una fantasia.
I tessuti shibori (generalmente cotone, lino) possono diventare bellissime tende da giorno, abiti, rivestimenti per cuscini, foulard o pareo per arredare in stile Japandi.
I metodi per ottenere lo shibori sono tantissimi e ognuno rivela un disegno diverso, a seconda della maniera in cui il tessuto viene manipolato. Infatti esso può essere legato, cucito, piegato, attorcigliato intorno a qualcosa o pressato tra due piastre prima di essere pitturato o immerso nella tintura.
Un aspetto molto divertente della tecnica shibori è che non si sbaglia mai perchè qualsiasi cosa si sperimenti viene sempre fuori un disegno. Inoltre possono essere utilizzate contemporaneamente tecniche diverse, al fine di ottenere una trama ancora più originale. Vediamo come fare lo shibori!
E’ una delle tecniche più facili da fare in casa: basta piegare il tessuto con precisione e uniformità come si fa per un origami. In seguito, il tessuto ripiegato viene tenuto fermo con mollette o creando una morsa con due piastrelle o due bastoncini bloccati da elastici, e poi immerso nella tintura. Quanto più è stretto e pressato è il tessuto, più precise saranno le linee dei disegni ottenute, che assomigliano ad una ragnatela.
Occorrente
Realizzazione
E’ una delle più belle ed eleganti decorazioni shibori: si ottiene avvolgendo il tessuto su un palo (in inglese pole-wrapping) rigorosamente in diagonale. Le fantasie nell’arashi shibori richiameranno così l’idea di una pioggia violenta o forte tempesta (arashi infatti significa tempesta).
E’ l’equivalente della nostra tintura a riserva occidentale. Si legano alcune parti della stoffa con degli elastici. Più sono simmetriche le parti e più il disegno sarà ordinato. Poi si procede con la tintura.
Sulla stoffa si usa un punto filza semplice, che viene poi tirato forte per attorcigliare il tessuto. Una volta immerso nel colore, l’arruffamento della stoffa dove passa il filo rivelerà dei disegni.
Bisogna dire che tradizionalmente si usava il colore blu indaco, che è ancora quello più utilizzato per fare lo shibori, ma sono molto belli anche il verde il rosa e il viola, considerando che sul tessuto restano impregnati in maniera sempre più leggera.
Ad ogni modo bisogna usare tinture per tessuti: vanno bene sia in polvere da diluire sia quelle in formato liquido concentrato, oppure tinture vegetali adatte. Se poi volete sperimentare qualcosa di casalingo, potreste persino provare con dell’acqua colorata dopo la cottura delle barbabietole o cipolle per avere il rosso/rosa.