Una rivoluzionaria terapia immunoterapica ha mostrato una potenza dieci volte superiore rispetto alla chemioterapia tradizionale nel trattamento del cancro al colon-retto, aprendo la strada a potenziali sostituzioni chirurgiche.
Questo è il promettente risultato di uno studio condotto da un team di ricerca britannico, che ha esaminato l’efficacia del farmaco Pembrolizumab.
Pembrolizumab, principio attivo del farmaco Keytruda, è un anticorpo umanizzato che negli ultimi anni ha già dimostrato notevoli risultati nel trattamento di vari tipi di cancro, tra cui il melanoma, il carcinoma polmonare, e tumori alla mammella e allo stomaco. Recentemente, il farmaco ha dimostrato la sua efficacia anche contro il linfoma di Hodgkin e il cancro al seno triplo negativo, tra i più difficili da trattare.
Lo studio, condotto dal team dell’University College di Londra (UCL) in collaborazione con istituti come il Christie NHS Foundation Trust di Manchester e l’Università di Glasgow, ha coinvolto pazienti con cancro al colon-retto caratterizzati da un deficit del mismatch repair (MMR), una condizione che limita la capacità delle cellule tumorali di riparare i danni al DNA. I risultati sono stati presentati durante il meeting annuale dell’American Society of Clinical Oncology (ASCO) a Chicago.
I dati preliminari dello studio NEOPRISM-CRC di fase 2 sono entusiasmanti: il 59% dei pazienti trattati con Pembrolizumab prima dell’intervento chirurgico è risultato libero dalla malattia, contro il 4% di quelli trattati con la chemioterapia standard.
“L’immunoterapia prima dell’intervento chirurgico potrebbe diventare un ‘punto di svolta’ per i pazienti affetti da questo tipo di cancro. Non solo il risultato è migliore, ma evita ai pazienti di sottoporsi a chemioterapia più convenzionale, che spesso ha più effetti collaterali. In futuro, l’immunoterapia potrebbe addirittura sostituire la necessità di un intervento chirurgico”, ha dichiarato l’oncologo Mark Saunders del Christie NHS Foundation Trust.
Pembrolizumab agisce come inibitore del checkpoint, bloccando le proteine che impediscono al sistema immunitario di attaccare le cellule tumorali, favorendo così una risposta immunitaria più efficace. Questo meccanismo è alla base della sua definizione come farmaco immunoterapico. Il professor Charles Swanton, nel comunicato dell’ASCO, ha evidenziato che i risultati dello studio, seppur preliminari, aggiungono prove significative del ruolo degli inibitori del checkpoint nel trattamento del cancro intestinale.
Il cancro al colon-retto è uno dei più diagnosticati a livello mondiale, con 1,9 milioni di casi nel 2023 e circa 50.000 diagnosi annue in Italia. È tra le principali cause di mortalità oncologica, con circa 900.000 decessi globali l’anno scorso e 19.800 in Italia nel 2022. La scoperta di trattamenti più efficaci e meno invasivi rappresenta quindi una speranza cruciale per moltissimi pazienti.
Sebbene i risultati ottenuti con Pembrolizumab siano promettenti, saranno necessari ulteriori studi per confermarne l’efficacia su una scala più ampia. Tuttavia, il potenziale di questa terapia potrebbe rivoluzionare il trattamento del cancro al colon-retto, offrendo una nuova speranza a quei pazienti che attualmente affrontano diagnosi difficili e trattamenti invasivi.
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