Il Lipedema, erroneamente classificato come malattia rara, è una patologia genetica e infiammatoria che necessita di maggiore consapevolezza e strategie mirate.
Che cosa è la singenesofobia e come affrontarla
La singenesofobia è una paura irrazionale e persistente dei parenti o delle persone strette al proprio nucleo familiare. Questo disturbo può manifestarsi con ansia, evitamento sociale e difficoltà nelle relazioni familiari.
Nonostante la famiglia rappresenti solitamente un rifugio sicuro, per chi soffre di singenesofobia l’interazione con i familiari può essere fonte di angoscia e stress. Questa condizione, poco conosciuta, è spesso legata a esperienze traumatiche o conflitti familiari irrisolti.
Non va confusa con una normale tensione che può sorgere in contesti familiari, in quanto si tratta di una vera e propria fobia che limita la vita sociale e personale.
Le cause della singenesofobia
Le cause della singenesofobia sono molteplici e possono includere traumi infantili, dinamiche familiari tossiche o esperienze di abuso emotivo. Chi ha vissuto episodi di controllo eccessivo, manipolazione o violenza psicologica da parte di un familiare può sviluppare questa fobia come meccanismo di autodifesa.
In alcuni casi, può essere anche il risultato di un’infanzia trascorsa in un ambiente familiare disfunzionale, dove il ruolo dei parenti è stato fonte di stress anziché di supporto. La singenesofobia può anche derivare da un’iperprotezione familiare, che limita l’autonomia individuale, creando nel tempo un senso di soffocamento e ansia.
Nonostante la sua complessità, la singenesofobia può essere affrontata con il giusto supporto terapeutico e una presa di coscienza del proprio vissuto emotivo.
Come affrontare la singenesofobia
Affrontare la singenesofobia richiede prima di tutto la consapevolezza del problema. Spesso, il primo passo è rivolgersi a un professionista della salute mentale per individuare le cause profonde e lavorare sulle emozioni legate alla paura dei familiari.
La terapia cognitivo-comportamentale (TCC) è una delle strategie più efficaci per ridurre l’ansia associata alle interazioni familiari, aiutando a riformulare i pensieri negativi e ad affrontare gradualmente le situazioni che scatenano la fobia.
Oltre alla TCC, possono essere utili tecniche di rilassamento, come la mindfulness e la meditazione, che aiutano a gestire l’ansia e il disagio durante le interazioni familiari.
Inoltre, creare confini sani all’interno delle relazioni familiari è essenziale per chi soffre di singenesofobia. Stabilire limiti chiari consente di ridurre la sensazione di sopraffazione, aiutando a gestire meglio la paura e a costruire rapporti più equilibrati e sereni.
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