Benessere

La semaglutide causa cecità? Uno studio americano lancia l’allarme

Perdere peso sì ma a quale prezzo? Un team di ricerca statunitense ha scoperto un’inquietante associazione tra l’uso della semaglutide, un noto farmaco per perdere peso, e un rischio superiore di neuropatia ottica ischemica anteriore non arteritica (NAION), una grave malattia oculare che può sfociare nella cecità improvvisa.

Anche se i risultati devono ancora essere confermati da studi approfonditi lo studio su quello che era stato da più parti definito un farmaco miracoloso comincia a destare diverse preoccupazioni.

La popolarità della semaglutide

L’uso della semaglutide è stato associato a un rischio superiore di neuropatia ottica ischemica anteriore non arteritica (NAION), una malattia oculare relativamente rara che può sfociare nella cecità improvvisa.

È quanto emerso da un nuovo studio che ha valutato la sicurezza del nuovo e “miracoloso” farmaco in grado di far perdere decine di chilogrammi di peso e non farli recuperare per anni. Grazie alla sua notevole efficacia dimagrante, la semaglutide – tecnicamente un agonista del peptide 1 simile al glucagone (GLP-1) che induce il senso di sazietà – sta riscuotendo un enorme successo nei Paesi occidentali, tanto da aver innescato problemi di reperibilità del principio attivo per i pazienti diabetici, per i quali era inizialmente progettato.

Un altro studio aveva fatto emergere una correlazione con severi problemi intestinali; ora sappiamo che il farmaco potrebbe aumentare anche il rischio di NAION. Sottolineiamo che si è trattato di un semplice studio di associazione che non fa emergere rapporti di causa-effetto, pertanto dovranno essere condotti studi molto più approfonditi per confermare la relazione tra la grave condizione oculare (la seconda causa di cecità improvvisa al mondo) e l’uso del farmaco dimagrante.

Lo studio

A determinare che la semaglutide può aumentare il rischio di neuropatia ottica ischemica anteriore non arteritica è stato un team di ricerca statunitense guidato da scienziati dell’istituto Massachusetts Eye and Ear della Scuola di Medicina dell’Università di Harvard, che hanno collaborato a stretto contatto con i colleghi della Scuola di Salute Pubblica “TH Chan” e del Dipartimento di Psichiatria del Brigham and Women’s Hospital.

I ricercatori, coordinati dal professor Joseph Rizzo, primario del servizio di neuro-oftalmologia presso il Mass Eye and Ear e docente di oftalmologia dell’Università di Harvard, hanno deciso di indagare sulla correlazione tra la semaglutide e la NAION quando tre pazienti coinvolti in un’indagine hanno perso la vista improvvisamente nell’arco di una sola settimana per la suddetta condizione, un evento anomalo e preoccupante. L’incidenza è infatti di 1 o 2 casi ogni 100.000 persone. Tutte e tre le persone colpite stavano assumendo il farmaco contro l’obesità.

I dati raccolti

Per determinare l’associazione tra NAION e semaglutide, il professor Rizzo e colleghi hanno analizzato le cartelle cliniche di circa 17.000 pazienti – con un’età media di 59 anni – seguiti dal Mass Eye and Ear. Erano affetti da condizioni come diabete di tipo 2, sovrappeso o obesità. A una parte dei partecipanti era stata prescritta la semaglutide, a un’altra farmaci antidiabetici non-GLP-1 RA.

Incrociando tutti i dati è emerso che, nella popolazione con diabete di tipo 2, si sono verificati 17 casi di NAION tra coloro che assumevano semaglutide, contro i sei rilevati nella coorte degli altri farmaci antidiabetici. È stato determinato che chi assumeva semaglutide aveva un rischio quattro volte superiore di sviluppare la grave condizione oculare.

Nella popolazione composta da pazienti in sovrappeso o obesi si sono verificati 20 eventi di NAION, rispetto ai 3 registrati nella coorte trattata con altri farmaci. Ciò indica una probabilità di svilupparla sette volte maggiore. Il periodo di studio è stato di soli sei anni e i ricercatori hanno ribadito che si è trattato di una semplice indagine di osservazione, pertanto, sarà necessario condurre studi molto più approfonditi per far emergere eventuali rapporti di causa-effetto.

“I nostri risultati dovrebbero essere considerati significativi ma provvisori, poiché sono necessari studi futuri per esaminare queste questioni in una popolazione molto più ampia e diversificata”, ha dichiarato in un comunicato stampa il professor Rizzo. “Si tratta di informazioni che prima non avevamo e che dovrebbero essere incluse nelle discussioni tra pazienti e medici, soprattutto se i pazienti hanno altri problemi noti al nervo ottico come il glaucoma o se c’è una perdita visiva significativa preesistente dovuta ad altre cause”, ha chiosato l’esperto.

I medici ritengono che la NAION sia causata da un infarto della parte terminale del nervo ottico, ciò da una significativa riduzione del flusso sanguigno che può sfociare in una repentina e permanente perdita della vista. Ad oggi non esistono trattamenti efficaci per recuperare la vista perduta a causa della condizione oculare. I dettagli della ricerca “Risk of Nonarteritic Anterior Ischemic Optic Neuropathy in Patients Prescribed Semaglutide” sono stati pubblicati sulla rivista scientifica JAMA Ophthalmology. ​

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