Parcopresia, la paura di usare i bagni pubblici: segnali e consigli

di Redazione


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La parcopresia, anche chiamata “poop shaming” o “sindrome della toilette fobica“, corrisponde alla vergogna di andare di corpo in bagni pubblici, fuori casa o in presenza di altre persone. Questa vergogna può assumere proporzioni significative e diventare una vera e propria fobia, con conseguenze negative sul piano medico e sociale.

Cause della parcopresia

Le cause della parcopresia sono relativamente complesse e variano da individuo a individuo. La paura di andare di corpo in situazioni di non-intimità può essere legata a:

  • Esperienze traumatiche passate legate all’uso dei bagni;
  • Mancanza di autostima;
  • Eccessiva attenzione al giudizio degli altri;
  • Pressioni socioculturali legate al tema dei bagni: in particolare la pressione esercitata sulle donne che sono “supposte” incarnare la delicatezza e l’eleganza;
  • La vicinanza con gli altri: paura che si sentano rumori, odori o che la mancanza di igiene dei bagni venga attribuita al proprio passaggio;
  • Lo stato di pulizia di alcuni bagni pubblici.

È importante notare che la componente socioculturale della parcopresia costituisce una sfida sociale importante. La defecazione, infatti, è un bisogno corporeo vitale che non dovrebbe essere frenato da stereotipi di genere.

Segni e conseguenze della parcopresia

La parcopresia porta all’evitamento dei bagni. Le persone colpite si trattengono dall’andare di corpo fino a quando non si trovano in una situazione di intimità accettabile. Alcune di loro mettono in atto ogni sorta di stratagemma per attenuare rumori e odori. Questi possono includere: chiudere le porte (diverse da quelle del bagno), mettere carta igienica nella tazza, tirare lo sciacquone per nascondere il rumore, mettere musica, aprire il rubinetto per attenuare il rumore, ecc. Naturalmente, la parcopresia ha un impatto significativo sul transito intestinale e può causare vari disturbi del sistema digestivo: stitichezza cronica, crampi, dolore addominale, irritazione del colon, malattie infiammatorie intestinali, defecazione dolorosa, sanguinamento durante le evacuazioni, infezioni urinarie, ecc.

Può anche verificarsi una diminuzione dello stimolo a defecare. Oltre a questi sintomi, le persone affette da parcopresia possono sperimentare intensi sintomi di ansia, sia a livello mentale che fisico: sudorazione, tremori, mal di stomaco, ecc. Inoltre, questa fobia può avere un impatto significativo sul benessere generale, sulla qualità della vita, sulle relazioni sociali e sulla vita professionale o scolastica. Se la situazione persiste, le persone non devono esitare a cercare l’aiuto di un professionista per evitare di entrare in uno stato di sofferenza psicologica o fisica.

Trattamenti per la parcopresia

Per combattere la parcopresia, si possono considerare diverse soluzioni di trattamento:

  • Consultare un professionista della salute mentale (psicologo o psichiatra): per comprendere le origini e le cause di questa ritenzione fecale e trattarla alla radice;
  • Beneficiare del sostegno sociale dei propri cari;
  • Ricorrere alla terapia cognitivo-comportamentale (TCC): questa terapia aiuta a identificare e modificare gli schemi di pensiero negativi legati alla fobia;
  • Ricorrere a tecniche di rilassamento: respirazione profonda, meditazione;
  • Identificare bagni “confortevoli” lungo il proprio percorso quotidiano.

Foto: DepositPhotos.

Fonte: FemmeActuelle.

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