Il Lipedema, erroneamente classificato come malattia rara, è una patologia genetica cronica, infiammatoria e degenerativa che colpisce prevalentemente le donne durante i passaggi ormonali fisiologici. “Si tratta di un accumulo di tessuto adiposo patologico, prevalentemente agli arti, ma che può colpire tutto il corpo”, spiega la dottoressa Stefania Folloni, medico chirurgo nutrizionista ed estetico.
Spesso confuso con l’obesità ginoide o la cellulite, il Lipedema è sovente mal diagnosticato, portando a interpretazioni errate di carattere estetico. “Le persone affette – afferma la dr. Folloni – hanno sempre dovuto sottostare a uno stigma negativo, sentendosi in colpa per la loro incapacità di dimagrire.” La patologia interessa l’11% della popolazione e registra una prevalenza di 1-9 casi ogni 100.000 persone.
Attualmente, la diagnosi si basa su una fenotipizzazione clinica, ma nuovi studi potrebbero portare a svolte importanti. “Un collega spagnolo sta conducendo una ricerca su migliaia di casi clinici che potrebbe identificare criteri strumentali di grande rilevanza”, anticipa la dottoressa.
La gestione del Lipedema richiede un intervento multidisciplinare. La priorità è ridurre l’infiammazione, lo stress ossidativo e rallentare la progressione della patologia. Tra le strategie emergenti, spicca la “liposuzione alimentare”, un approccio dietetico chetogenico mediterraneo modificato. “Si tratta di un intervento che, agendo come smobilitatore di grasso, riduce il carico adiposo nelle aree di compressione, alleviando dolore e migliorando la qualità della vita”, spiega la dr. Folloni.
Tra le strategie terapeutiche, la lifestyle medicine si basa su sei pilastri fondamentali: