Molto contagiosa, la gastroenterite è un’infezione che si sviluppa ogni anno sotto forma di epidemie invernali. Provoca diarrea e vomito e, nella maggior parte dei casi, guarisce spontaneamente in pochi giorni. Tuttavia, alcuni presentano un rischio maggiore di complicazioni. La disidratazione, inoltre, è uno dei principali rischi per i neonati colpiti dalla malattia.
Si parla di disidratazione quando le perdite di liquidi superano gli apporti. Il vomito e la diarrea, che sono i sintomi principali della gastroenterite, rappresentano le principali cause di perdite eccessive di liquidi e sali minerali. È importante ricordare che l’organismo non è in grado di immagazzinare acqua. La respirazione, la sudorazione e la minzione sono le principali vie di uscita dell’acqua. Per funzionare normalmente, il corpo umano deve compensare quotidianamente le quantità di liquidi eliminate. Senza un intervento rapido e adeguato, la disidratazione può essere mortale.
I segnali di allarme variano a seconda dell’età del paziente. Nei bambini, il processo di disidratazione è spesso molto rapido. Una gastroenterite contratta prima dei 6 mesi richiede una sorveglianza medica intensa, poiché il neonato può perdere rapidamente fino al 10% del suo peso, o anche di più. Tra i sintomi che richiedono una consultazione medica immediata, troviamo:
I casi di disidratazione più gravi possono portare a convulsioni, coma o lesioni cerebrali. La quantità di peso persa dal bambino è uno degli strumenti principali a disposizione del medico per valutare la gravità della disidratazione. Analisi del sangue e delle urine permetteranno al medico di determinare la quantità di elettroliti persi e di valutare il volume di liquidi necessari per compensare le perdite. In alcuni casi, può essere necessaria l’ospedalizzazione.
I bambini piccoli fanno parte delle popolazioni più a rischio di disidratazione. Per questo motivo, la gastroenterite è soggetta a una sorveglianza particolare nei più piccoli, nonostante il carattere relativamente benigno della patologia. I bambini sono più a rischio di disidratazione per due ragioni principali. In primo luogo, l’età è una variabile importante, poiché la percentuale di acqua nell’organismo tende a diminuire con gli anni. Nei neonati, l’acqua rappresenta il 75-80% del peso. La proporzione scende al 65% nei bambini di oltre un anno, contro il 60% negli adulti. Inoltre, la corporatura è un parametro da considerare: la percentuale di acqua è proporzionalmente maggiore nei bambini con un peso corporeo basso.
Prima dei 2 anni, è altamente consigliato consultare un medico rapidamente se il bambino soffre di diarrea acuta, con o senza vomito. In attesa della consultazione, è consigliabile mantenere un’alimentazione il più normale possibile e associare una soluzione di reidratazione orale (SRO) per limitare le perdite di liquidi (secondo il Manuale MSD). Più il bambino è piccolo, maggiore è il rischio di disidratazione. È quindi essenziale monitorare attentamente il peso del bambino e contattare un servizio di emergenza (chiamare il 118 o il 112) se la perdita di peso supera il 5%. Nei bambini di oltre 2 anni, non è necessariamente motivo di preoccupazione in caso di gastroenterite. Il consumo di alimenti con proprietà antidiarroiche, come riso, pane tostato o purea di mele, può alleviarlo preservando l’apporto alimentare. Anche in questo caso, è necessaria una buona idratazione. Una consultazione sarà necessaria solo se le condizioni del bambino peggiorano o se i sintomi acuti persistono per più di due giorni. Indipendentemente dall’età del bambino, è controindicato somministrare farmaci anti-vomito e/o antidiarroici senza prescrizione medica.