Cibo spazzatura: come gli alimenti ultraprocessati danneggiano la nostra salute

di Redazione


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Dalla metà degli anni ’90 alcuni ricercatori hanno indagato il rapporto tra consumo di alimenti industriali, obesità e varie patologie.

In particolare, Carlos Monteiro, un noto epidemiologo e nutrizionista brasiliano, visto l’alto tasso di obesità tra i bambini del Paese, insieme a un team di professori dell’Università di San Paolo, ha realizzato una ricerca che indaga sulla tipologia di spesa alimentare delle famiglie brasiliane.

L’intento della ricerca era quello di approfondire i cambiamenti nelle abitudini alimentari delle famiglie rispetto agli anni precedenti.

Il risultato è stato un vero e proprio cambiamento nelle abitudini delle famiglie più propense ad acquistare molti alimenti trattati industrialmente come bibite, salsicce, pane confezionato e biscotti, i cosiddetti alimenti ultraprocessati.

L’analisi ha poi approfondito lo stretto legame tra cibo, obesità e salute e ha classificato il cibo in 4 gruppi:

  • Alimenti non trasformati o minimamente trasformati – frutta e verdura fresca, fagioli, lenticchie, carne, pollame, pesce, uova, latte, yogurt magro, riso, pasta, farina di mais, caffè, tè, erbe e spezie;
  • Ingredienti lavorati indispensabili per la cucina – olio, burro, zucchero, miele, aceto e sale;
  • Alimenti trasformati, ottenuti combinando ingredienti appartenenti alla categoria 1 e 2 (modificandoli con l’inscatolamento, l’imbottigliamento, la fermentazione e la cottura);
  • Alimenti ultraprocessati, realizzati con metodi industriali e con l’impiego di fruttosio, olio idrogenato, proteine concentrate, additivi come aromi, coloranti o emulsionanti. In questa categoria rientrano, a esempio, le bibite gassate ed energetiche, le patatine, le caramelle, le crocchette di pollo, gli hot dog, le salsicce.

Oggi, questo genere di alimenti costituisce una fetta consistente del nostro regime alimentare in tutto il mondo. Solo negli Stati Uniti il 67% delle calorie assunte da adulti e bambini proviene da questa tipologia di alimenti.

Si tratta di alimenti prodotti industrialmente, arricchiti da molti additivi come aromi, coloranti o emulsionanti per farli apparire più attraenti e appetibili.

Gli scienziati hanno trovato moltissime associazioni tra il consumo di alimenti ultraprocessati e problemi di salute, tra cui malattie cardiache, diabete di tipo 2, obesità, malattie gastrointestinali. Non solo: sono stati riscontrati anche casi di depressione quale fattore-causa oppure conseguenza dell’obesità.

Secondo un report dell’Institute for Health Metrics and Evaluation del 2019 oltre 5 milioni di decessi in tutto il mondo (9% del totale) sarebbero provocati da sovrappeso e obesità. Nel nostro Paese è in sovrappeso il 33% della popolazione adulta e il 10% è obeso.

Studi più recenti (2024) condotti su un campione di 10 milioni di individui hanno evidenziato come ben 32 diversi problemi di salute siano correlati al regime alimentare e come sia forte l’impatto dei cibi ultraprocessati.

Le patologie principali interessano problemi cardiaci, diabete di tipo 2, stati d’ansia e depressione. Secondo la dottoressa O’Connor è necessario fare una distinzione nell’ambito del gruppo dei cibi ultraprocessati in base alla loro pericolosità per la nostra salute. Le bibite gassate e le carni lavorate risultano molto dannose, mentre ad alcuni prodotti come lo yogurt aromatizzato e il pane integrale riducono il rischio di sviluppare nel tempo il diabete di tipo 2.

Secondo una ricerca effettuata nel 2019, venti persone di età e corporatura differenti hanno vissuto insieme per 4 settimane sottoposte alla stessa dieta. Nelle prime 2 settimane hanno mangiato cibi non trasformati; nelle successive 2 settimane hanno mangiato prevalentemente cibi ultraprocessati.

È emerso che durante le 2 settimane di dieta ultraprocessata il peso dei partecipanti è aumentato mediamente di 2 kg e che le persone hanno consumato circa 500 calorie in più al giorno rispetto alla dieta non processata. Nelle 2 settimane di dieta non elaborata, i partecipanti hanno perso circa 2 kg a testa.

Esiste dunque una stretta correlazione tra il consumo di alimenti ultraprocessati, obesità e condizioni metaboliche, senza mai dimenticare che spesso questo genere di alimenti risulta più economico e sempre più spesso viene introdotto nella nostra alimentazione al posto di alimenti più sani.

Nonostante il budget familiare sia un fattore importante, spesso è difficile resistere al mix di sapori unico creato da questi cibi ricchi di carboidrati, zucchero, grassi e sale.

In Italia, al momento sono state stilate delle linee guida che suggeriscono l’importanza di evitare questo genere di alimenti e preferire una dieta mediterranea con frutta, verdura fresca, cereali e legumi, senza eccedere con grassi, zuccheri, sale e bevande gassate e alcoliche.

Foto da Depositphotos.com

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