Gustare un pasto in tarda serata, più o meno intorno alle 23 o addirittura in ore più avanzate della notte, accresce il rischio di mortalità per varie ragioni. È quanto emerge da un’indagine, riportata sulle pagine de “Il Giornale” e svelata nel corso della Giornata Mondiale del Sonno, che si celebra ogni anno il 15 marzo
Per l’occasione la Società Italiana di Diabetologia ha sottolineato l’importanza della relazione tra un sonno di giusta durata e qualità e il rischio di sviluppare diabete di tipo2.
In particolare, è stato preso in esame un recente studio pubblicato su “Nutrition & Diabetes” condotto da studiosi cinesi dal titolo “Mangiare notturno in termini di tempi, frequenza e qualità del cibo e rischi di mortalità per tutte le cause, cancro e diabete: risultati di un sondaggio nazionale sugli esami sanitari e nutrizionali”, il cui scopo era quello di indagare sui fattori associati ai tempi, alla frequenza e alla qualità del cibo consumato durante i pasti notturni e il conseguente rischio di mortalità, specialmente legato a malattie come il cancro e il diabete.
La ricerca ha coinvolto in totale 41.744 partecipanti del National Health and Nutrition Examination Survey (studio NHANES) americano, in un arco di tempo compreso tra il 2002 e il 2018.
Le informazioni sull’alimentazione notturna sono state acquisite tramite registrazioni dietetiche di 24 ore focalizzate sui parametri precedentemente menzionati (tempi, frequenza e qualità del cibo). Lo studio ha rivelato che il rischio di mortalità nei soggetti affetti da diabete aumentava più del doppio per coloro che consumavano la cena tra le 23:00 e mezzanotte. Nel gruppo che consumava pasti considerati ad “alta densità energetica”, cioè abbondanti, si è riscontrato un aumento del 21% del rischio di mortalità per tutte le cause.
Si è dunque scoperto che il consumo notturno era associato a un aumento del rischio di mortalità per tutte le cause solo per i pasti tra le 23:00 e le 1:00, alla mortalità per cancro solo per i pasti tra le 1:00 e le 2:00 e alla mortalità per diabete mangiare tra le 22:00 e la mezzanotte.
Se durante le fasce orarie sopra descritte è stata riscontrata un’associazione con un certo tipo di rischio di mortalità, i ricercatori hanno messo in evidenza che mangiare tra le 9:00 e le 22:00 “non è risultato significativamente associato con il rischio di mortalità”.
Quindi, consumare un pasto tardivo può destabilizzare il corpo, soprattutto se diventa una consuetudine notturna, ma non rappresenta un problema se avviene solo occasionalmente o raramente.
Di conseguenza, gli studiosi hanno concluso che il consumo di cibo durante la notte, nel gruppo esaminato è stato correlato a un aumento del rischio di mortalità per tutte le cause, il cancro e il diabete, con variazioni nei tempi, nella frequenza e nella qualità del cibo.
Al contrario, mangiare prima delle 23:00 o consumare cibi a bassa densità energetica “potrebbe essere consigliato per ridurre il rischio di eccessiva mortalità durante i pasti notturni”.
Come ha sottolineato il Professor Angelo Avogaro, Presidente della Società Italiana di Diabetologia il momento in cui vengono consumati i pasti è molto importante, con rischi maggiori per chi decide di consumare pasti notturni, cosa che può capitare ai lavoratori notturni o ai turnisti.
“Il lavoro notturno determina una alterazione di numerosi profili metabolici con aumento dei trigliceridi, diminuzione del colesterolo ‘buono’, iperglicemia e aumento dell’emoglobina glicata – ha evidenziato Avogaro – Valori che tornano alla normalità quando si sospende la turnazione giorno/notte. In alcuni studi si è visto come i lavoratori notturni, a parità di calorie totali, tendano ad assumere cibi meno salutari e ultra-processati, come junk food che aumentano il rischio di obesità e diabete”.
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