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Arresto cardiaco e attacco di cuore: quali sono le differenze?
Stampa articoloLe malattie cardiovascolari rappresentano una delle principali cause di morbilità e mortalità a livello globale e in Italia. Tra queste, l’arresto cardiaco e l’attacco di cuore sono due condizioni gravi che, nonostante la somiglianza nei nomi, presentano meccanismi fisiopatologici e approcci di gestione significativamente diversi.
La terminologia simile può spesso portare a confusione, ma riconoscere la distinzione tra questi eventi è cruciale, poiché un intervento rapido e appropriato può fare la differenza tra la vita e la morte. Una comprensione chiara delle cause, dei sintomi e delle risposte adeguate per ciascuna condizione è quindi di vitale importanza per la salute pubblica e per coloro che si trovano ad affrontare un’emergenza cardiaca.
Cos’è l’arresto cardiaco?
L’arresto cardiaco è un’emergenza medica caratterizzata da un’improvvisa cessazione dell’attività meccanica del cuore, che porta all’interruzione della circolazione sanguigna. Questo evento è primariamente un problema elettrico del cuore. Normalmente, il cuore batte in modo ritmico grazie a segnali elettrici che originano nel nodo senoatriale. Durante un arresto cardiaco, si verifica un’anomalia in questa conduzione elettrica, spesso sotto forma di aritmie severe come la fibrillazione ventricolare o la tachicardia ventricolare.
In queste aritmie, i ventricoli del cuore non si contraggono in modo coordinato, ma vibrano inefficacemente, impedendo al cuore di pompare sangue al cervello e agli altri organi vitali. Meno frequentemente, l’arresto cardiaco può essere causato da un rallentamento estremo dell’attività cardiaca (bradiaritmia) fino all’asistolia (assenza di battito), o da una condizione chiamata dissociazione elettromeccanica, in cui vi è attività elettrica ma il cuore non si contrae meccanicamente.
Diverse condizioni possono predisporre o causare un arresto cardiaco. Tra le cause più comuni vi sono le cardiopatie sottostanti, come le coronaropatie (ostruzione delle arterie che forniscono sangue al cuore), un pregresso attacco di cuore, la cardiomiopatia dilatativa (ispessimento delle pareti del cuore), anomalie delle valvole cardiache e anomalie congenite del cuore. In particolare, le coronaropatie sono all’origine della maggior parte degli arresti cardiaci.
Esistono anche disturbi elettrici primari del cuore, come la sindrome di Brugada e la sindrome del QT lungo, in cui l’impianto elettrico del cuore è anormale, aumentando il rischio di aritmie pericolose e arresto cardiaco improvviso.
Infine, fattori esterni come traumi significativi, insufficienza respiratoria grave, squilibri metabolici (inclusi livelli anomali di potassio o magnesio) e l’intossicazione da farmaci possono anche scatenare un arresto cardiaco.
I sintomi di un arresto cardiaco si manifestano in modo improvviso e spesso inaspettato. Il segno più evidente è la perdita immediata di coscienza e la mancanza di risposta agli stimoli. La persona colpita cessa di respirare normalmente o può presentare un respiro agonico, descritto come ansimante o irregolare. Inoltre, non è possibile rilevare il polso. In alcuni casi, possono manifestarsi sintomi premonitori come dolore toracico, affanno, palpitazioni (sensazione di battito cardiaco accelerato o irregolare) o vertigini, che spesso sono correlati alla causa sottostante dell’arresto cardiaco . Tuttavia, in molti casi, l’arresto cardiaco si verifica senza alcun preavviso.
Cos’è l’attacco di cuore?
L’attacco di cuore, noto anche come infarto miocardico, è una condizione causata da un blocco del flusso sanguigno al muscolo cardiaco. Questo blocco impedisce l’apporto di ossigeno e nutrienti a una parte del cuore, portando a ischemia (carenza di ossigeno) e, se il flusso non viene ripristinato rapidamente, alla necrosi (morte) del tessuto muscolare cardiaco.
La causa più comune di questo blocco è l’aterosclerosi, un processo in cui si accumulano placche di grasso, colesterolo e altre sostanze nelle pareti delle arterie coronarie. La rottura di queste placche può innescare la formazione di un trombo (coagulo di sangue) che ostruisce completamente l’arteria, bloccando il flusso sanguigno.
Meno frequentemente, un attacco di cuore può essere causato da spasmi improvvisi di un’arteria coronaria, infiammazione dei vasi sanguigni (vasculite coronarica) o infezioni che colpiscono il muscolo cardiaco.
La causa principale dell’attacco di cuore è quindi l’aterosclerosi. Questo processo cronico porta al restringimento delle arterie coronarie. La rottura di una placca aterosclerotica instabile è spesso l’evento scatenante che porta alla formazione acuta di un trombo, occludendo l’arteria e interrompendo il flusso sanguigno a valle.
In alcuni casi, un attacco di cuore può verificarsi a causa di uno spasmo coronarico, un improvviso restringimento di un’arteria coronaria che può ridurre drasticamente o bloccare il flusso sanguigno. Questo spasmo può essere indotto da fattori come l’uso di droghe (cocaina, amfetamine), l’esposizione al freddo intenso o forti stress emotivi.
I sintomi chiave di un attacco di cuore includono spesso un dolore toracico che viene descritto come una sensazione di oppressione, pressione, costrizione o bruciore. Questo dolore può irradiarsi verso il braccio sinistro (più comunemente), la spalla, il collo, la mandibola o la schiena.
L’affanno (dispnea) è un altro sintomo comune, spesso accompagnato da altri segni. Altri sintomi possono includere nausea, vomito, sudorazione fredda, stanchezza insolita, vertigini o una sensazione di svenimento. È importante notare che i sintomi possono variare da persona a persona e, in particolare nelle donne, possono essere meno tipici.
Quando un attacco di cuore può condurre a un arresto cardiaco
Sebbene l’arresto cardiaco e l’attacco di cuore siano condizioni distinte, sono interconnesse e un attacco di cuore può talvolta portare a un arresto cardiaco. Il danno al tessuto cardiaco causato da un attacco di cuore può interferire con il sistema elettrico del cuore, rendendolo più suscettibile a sviluppare aritmie pericolose che possono culminare in un arresto cardiaco.
Tuttavia, è importante sottolineare che la maggior parte degli attacchi di cuore non porta immediatamente a un arresto cardiaco . Il danno miocardico causato dall’ischemia può innescare instabilità elettrica nel cuore, aumentando il rischio di aritmie come la fibrillazione ventricolare, che è una delle cause più comuni di arresto cardiaco improvviso. Pertanto, sebbene siano eventi distinti con meccanismi primari diversi, un attacco di cuore rappresenta un fattore di rischio significativo per l’insorgenza di un arresto cardiaco.
Fattori di rischio
Diversi fattori possono aumentare il rischio di sviluppare un arresto cardiaco. Tra questi, l’età avanzata e il sesso maschile sono considerati fattori non modificabili. Una storia familiare di arresto cardiaco o di malattie cardiache, così come un pregresso episodio di arresto cardiaco o attacco di cuore, aumentano la probabilità di futuri eventi. Condizioni mediche preesistenti come lo scompenso cardiaco (insufficienza della funzione di pompa del cuore), una bassa frazione di eiezione (percentuale di sangue pompato dal cuore a ogni battito), e alcune anomalie elettrocardiografiche come la sindrome del QT lungo e la sindrome di Brugada sono anch’esse fattori di rischio significativi. L’uso di droghe come cocaina e amfetamine, così come squilibri elettrolitici nel sangue (ad esempio, bassi livelli di potassio o magnesio), possono anche contribuire al rischio di arresto cardiaco.
Per quanto riguarda l’attacco di cuore, i fattori di rischio sono in parte sovrapponibili ma presentano anche delle specificità. L’età avanzata e il sesso maschile (prima della menopausa nelle donne, dopo la quale il rischio si equipara o supera quello maschile) sono fattori non modificabili.Una storia familiare di attacchi di cuore aumenta anch’essa il rischio.
Numerosi fattori di rischio sono modificabili e sono spesso legati allo stile di vita. Il fumo di sigaretta è uno dei principali fattori di rischio, danneggiando i vasi sanguigni e favorendo la formazione di placche . L’ipertensione (pressione alta), l’ipercolesterolemia (livelli elevati di colesterolo nel sangue), il diabete mellito, l’obesità e la sedentarietà sono tutti fattori che contribuiscono significativamente all’aumento del rischio di attacco di cuore.
Anche una dieta squilibrata, ricca di grassi saturi, colesterolo, zuccheri e sale, lo stress cronico e l’uso di droghe possono aumentare il rischio.
Distinguere tra fattori di rischio modificabili e non modificabili è fondamentale per la prevenzione e la gestione delle malattie cardiovascolari.
Primo Soccorso
In caso di sospetto arresto cardiaco, è fondamentale agire immediatamente. Il primo passo è chiamare i servizi di emergenza (112 o 118 in Italia). Se la persona non risponde e non respira o respira in modo anomalo, è necessario iniziare immediatamente la rianimazione cardiopolmonare (RCP). La RCP consiste in compressioni toraciche continue al centro del torace, eseguite a una frequenza di 100-120 al minuto, con una profondità di circa 5-6 cm negli adulti. Se si è addestrati, è possibile alternare 30 compressioni a 2 ventilazioni bocca a bocca. Se disponibile, è cruciale utilizzare un defibrillatore automatico esterno (DAE) seguendo le istruzioni vocali del dispositivo. L’erogazione precoce di una scarica elettrica può ripristinare un ritmo cardiaco normale in molti casi di arresto cardiaco.
In caso di sospetto attacco di cuore, la priorità è anch’essa quella di chiamare immediatamente i servizi di emergenza. Mentre si attende l’arrivo dei soccorsi, è importante far assumere alla persona una posizione comoda, preferibilmente seduta con la schiena appoggiata, per ridurre lo sforzo sul cuore . Se la persona è cosciente e non allergica all’aspirina, e se raccomandato dal personale medico al telefono, può essere utile somministrare una compressa di aspirina da masticare, in quanto può aiutare a fluidificare il sangue e ridurre la formazione di coaguli. È fondamentale rimanere calmi e rassicurare la persona colpita fino all’arrivo dei soccorsi.
Miti comuni e chiarimenti essenziali
È comune confondere l’arresto cardiaco con l’attacco di cuore. Un malinteso frequente è che l’arresto cardiaco sia un “attacco di cuore fulminante” . Sebbene un attacco di cuore grave possa portare a un arresto cardiaco, non sono la stessa cosa.
L’arresto cardiaco è un problema elettrico che causa l’arresto del battito cardiaco, mentre l’attacco di cuore è un problema di circolazione sanguigna che danneggia il muscolo cardiaco. I sintomi possono sovrapporsi (come il dolore toracico), ma le cause primarie e i trattamenti iniziali sono diversi.
È essenziale comprendere che entrambi sono emergenze mediche che richiedono un intervento immediato per massimizzare le possibilità di sopravvivenza e ridurre il rischio di complicanze a lungo termine.