Alla scoperta di Nellie Bly, la donna che cambiò la storia del giornalismo al femminile
Elizabeth Cochran, alias Nellie Bly, a 23 anni si presentò nel settembre 1887 a John Cockerill, direttore del New York World di Joseph Pulitzer, chiedendo di essere assunta come reporter.
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Tre anni prima aveva iniziato a scrivere per il Dispatch di Pittsburgh firmando i suoi pezzi con lo pseudonimo di Nellie Bly, raccontando sotto copertura le vicissitudini di operaie sfruttate, salari bassi, lavoro minorile, emancipazione femminile e diritto al divorzio.
Apprezzata dai lettori, ma vista con ostilità dalla classe dirigente, ben presto fu relegata a scrivere di costume e giardinaggio. Non riuscendo a placare la sua sete di inchieste, si trasferì a New York e dopo essere entrata a far parte della redazione del New York World, solo un mese dopo firmava la prima puntata di uno dei più rivoluzionari reportage sulle condizioni dei malati di mente ricoverati nelle apposite strutture.
Nellie Bly aveva realizzato l’articolo fingendosi pazza e facendosi rinchiudere per dieci giorni all’interno del terribile Women’s Lunatic Asylum, l’ospedale psichiatrico della città. Dieci giorni in manicomio di Nellie Bly è un resoconto crudo, onesto e intenso del trattamento riservato ai malati mentali e a lei stessa, da infiltrata.
A questa inchiesta e alla storia della giornalista è stato dedicato anche il film su Nellie Bly 10 Days in a Madhouse, così come sono stati pubblicati alcuni libri su Nellie Bly. Tra questi spicca la recente biografia di Nellie Bly Dove nasce il vento di Nicola Attadio, in cui viene ripercorsa la parabola di questa giornalista che ha lasciato il segno.
Una donna coraggiosa come poche, che cambiò la storia del giornalismo al femminile: nata il 5 maggio 1864 e tredicesima di quindici figli del facoltoso giudice Michael Cochran, riuscì a sfuggire alla miseria in cui era caduta la famiglia dopo la morte del padre, a ribellarsi alle violenze del secondo marito della madre e a testimoniare contro il patrigno in tribunale.
Inoltre, fu in grado di affermarsi nella società dell’epoca rivendicando il diritto all’emancipazione grazie alle sue potenti inchieste e mettendo a punto scoop coraggiosi in un periodo storico che voleva le donne solo come madri e mogli.
Nellie Bly è anche famosa per il suo giro del mondo in solitaria che coinvolse più di un milione di persone che decisero di partecipare alla lotteria istituita da Pulitzer per indovinare quando la giornalista sarebbe riuscita a tornare a New York. Durante il suo viaggio toccò tutti i continenti percorrendo un totale di quarantamila chilometri, e a Parigi incontrò anche Jules Verne in persona, l’autore del Giro del mondo in 80 giorni, che l’ha tanto ispirata.
Ad un certo punto si ritirò per sposare Robert Seaman, un imprenditore milionario di 40 anni più vecchio, stupendo tutto il suo pubblico di lettori. Con la Prima Guerra mMndiale, però, riprese carta e penna è iniziò a raccontare il conflitto agli americani sulle colonne del New York Evening Journal.
Solo la malattia e la morte poterono fermare la giornalista: Nellie Bly si spense all’età di 57 anni per una polmonite il 27 gennaio 1922, al St. Mark’s Hospital di New York. Poco prima di morire disse: “Non ho mai scritto una parola che non provenisse dal mio cuore. E mai lo farò”, una delle citazioni di Nellie Bly che meglio racchiude tutta la sua grandezza.
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