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Acido mandelico: la nuova frontiera del peeling
La chirurgia e la dermatologia estetica si perfezionano, di anno in anno, nella produzione e sperimentazione di nuovi e innovativi prodotti che migliorino i trattamenti sulla pelle del viso e del corpo. Uno degli ultimi ritrovati è l’acido mandelico che è stato studiato per i suoi possibili usi nel trattamento di problemi di pelle quali:
- fotoinvecchiamento
- pigmentazione irregolare
- acne
Inizialmente, è stata condotta una sperimentazione presso l’Istituto di Estetica e Centro Laser dello Utah, per dimostrare che l’acido mandelico è utile come trattamento dell’acne e di ringiovanimento della pelle. In seguito esso è stato sperimentato con ottimi risultati anche nella preparazione della pelle per peeling e nella guarigione dopo la chirurgia estetica con il laser, per prevenire e curare eventuali infezioni e iperpigmentazioni.
Composizione chimico-farmaceutica dell’acido mandelico
L’acido mandelico è un alfa-idrossi acido AHA che prende il nome dal tedesco Mandel (mandorla) e deriva dalla idrolisi di un estratto di mandorla amara. Nel campo medico, l’acido mandelico ha azione antisettica urinaria e viene utilizzato per inibire alcuni batteri come lo Staphylococcus aureus. Chimicamente, infatti, l’acido mandelico ha una struttura simile a quello di altri antibiotici più noti. Esso è una sostanza non tossica che, dopo essere ingerito per via orale, viene eliminato per via urinaria. L’interesse per l’acido mandelico deriva quindi dalla sua duplice natura:
- come cosmetico con effetti anti-invecchiamento della pelle, simili a quelli prodotti da acido glicolico
- come antibatterico nel trattamento di acne e per prevenire le infezioni batteriche dopo trattamenti laser
Nuovi prodotti cosmetici a base di acido mandelico
Nella sperimentazione di nuovi prodotti cosmetici, sono stati condotti studi su diversi pazienti, seguiti con documentazione fotografica e monitorati sia rispetto al miglioramento, sia sugli effetti nocivi. L’acido mandelico, preparato con un estratto di alghe addizionate con vitamine A, C, E, D e filtri solari con SPF 15 è stato utilizzato dai pazienti due volte al giorno e in vari modi:
- prima del trattamento laser
- nella fase post operatoria
- su diversi tipi di acne
- nei casi di iperpigmentazione della pelle come il melasma
I risultati della sperimentazione clinica di questi prodotti sono stati incoraggianti:
- Le rughe sembrano diminuire notevolmente
- La pelle compromessa dal fotoinvecchiamento dimostra uno schiarimento delle macchie e un rilassamento delle parti ispessite
- Molti pazienti con acne resistente agli antibiotici hanno risposto molto bene all’acido mandelico
- Il risultato più importante nell’utilizzo di acido mandelico dopo un peeling-laser è stato quello della mancanza di infezioni postoperatorie
- I casi di iperpigmentazione sono diminuiti
Anche l’analisi differenziale tra acido glicolico e mandelico è positiva: una differenza notevole è la mancanza di irritazione della pelle come eritemi che spesso accompagna i trattamenti con acido glicolico utilizzato per il peeling. Come con l’acido glicolico, l’effetto si mantiene per mesi dal trattamento, con progressivo miglioramento se utilizzato negli anni. La molecola di acido mandelico è, infatti, più grande della molecola di acido glicolico.
Inoltre, l’acido mandelico ha un ph più forte di quello glicolico, è parzialmente solubile in acqua, ed è facilmente solubile in alcol etilico e isopropilico. Tutti questi risultati lo rendono maggiormente utilizzabile in talune forme cosmetiche per le patologie studiate.
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