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Titanic, corsa contro il tempo per trovare il sommergibile: perché le ricerche sono così difficili?

Con il passare del tempo diminuiscono le possibilità di trarre in salvo le cinque persone a bordo del Titan, il mini-sommergibile che doveva portare un gruppo di turisti a vedere i resti del Titanic. Hanno pagato 250mila dollari a testa per vedere ciò che resta della celebre nave.

Il Titan alla scoperta del Titanic

I soccorritori hanno davanti un’impresa quasi impossibile, anche perché al di là dell’individuazione del natante, non è facile portarlo in salvo. Le guardie costiere statunitense e canadese guidano le ricerche del sommergibile da turismo Titan, scomparso in una zona dell’Oceano Atlantico al largo delle coste dell’isola canadese di Terranova.

Il gruppo era diretto verso il relitto del Titanic, quando ha perso i contatti con la superficie. Domenica scorsa ha iniziato la discesa ma, poco dopo, ha perso il contatto con la Polar Prince, la nave supporto che lo aveva portato nell’area. Si calcola che le persone a bordo abbiano ossigeno sufficiente fino a venerdì.

Secondo il contrammiraglio John Mauger della Guardia Costiera statunitense, le ricerche riguardano un’area “a circa 1.450 chilometri a est di Cape Cod, a una profondità di circa 4.000 metri”. Si tratta di un’area remota ed “è complicato condurre una ricerca in una zona del genere“. A rendere più difficile il ritrovamento, anche le condizioni meteo nell’area, dove le onde arrivano a un’altezza di due metri e la visibilità è scarsa.

Nelle ricerche è impegnata una mini flotta di navi, oltre a due aerei, un C-130 statunitense e un P8 canadese dotato di sonar in grado di rilevare sottomarini.

Chi c’è a bordo?

Tra i passeggeri, riporta l’AGI, c’e’ un ricco uomo d’affari britannico, che è anche esploratore e turista spaziale, Hamish Harding, 58 anni, amministratore delegato di una società di vendita di jet privati Action Aviation che ha sede a Dubai.

Insieme a lui, anche un uomo d’affari pakistano Shahzada Dawood, (tra i più ricchi del suo Paese), e suo figlio Suleman, 19 anni, oltre all’esploratore francese Paul-Henry Nargeolet, 73 anni, che ha guidato diverse spedizioni al Titanic e supervisionato il recupero di molto manufatti dal relitto. Si è imbarcato anche Stockton Rush, il Ceo di OceanGate, la società che ha organizzato la missione. Ciascun partecipante paga fino a 250mila dollari.

Per trovarli, il tempo stringe, come confermato da un consulente di OceanGate, David Concannon: “Dobbiamo muoverci. Non abbiamo minuti o ore. Dobbiamo muoverci ora”, ha detto, parlando con NewsNation.

Cos’è accaduto? Le ipotesi

Al momento non è chiaro cosa possa essere accaduto al sommergibile disperso. Potrebbe essere stato un black-out che ha fatto saltare le comunicazioni, o un cortocircuito che ha innescato un mini-incendio a bordo, che potrebbe aver danneggiato non solo i sistemi operativi (ma anche generato fumi tossici).

Ancora, non si esclude che il natante possa essere rimasto impigliato tra i detriti del Titanic. Qualora il Titan fosse ancora intatto e non fosse imploso, chi è bordo rischia di rimanere senza ossigeno, ha molto freddo e vive una situazione di tensione.

A questo va aggiunto che, anche se il sommergibile si riuscisse a trovare, trarlo in superficie non sarebbe facile. “È come cercare una mina in un campo minato”, ha detto alla Bbc l’ex ufficiale sottomarino Frank Owen. Riferendosi alla profondità del relitto del Titanic, Owen ha inoltre avvertito che è “ben oltre” le capacità di profondità di molti sistemi di salvataggio.