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Altavilla Milicia, dettagli atroci sul piccolo Emanuel: morto di stenti per “purificarlo”

Nuovi inquietanti dettagli emergono sulla terribile strage di Altavilla Milicia, dove lo scorso 15 novembre sono stati trovati morti la signora Antonella Salamone di 39 anni e i suoi due figli, Emanuel di 5 anni e Kevin di 16. A rivelare particolari raccapriccianti è la nota criminologa Roberta Bruzzone, entrata a far parte del team difensivo di Giovanni Barreca, marito e padre delle vittime, attualmente in carcere con l’accusa di aver compiuto gli omicidi insieme alla coppia formata da Massimo Carandente e Sabrina Fina.

Le agghiaccianti modalità dell’omicidio del bimbo di 5 anni

Secondo la ricostruzione della dottoressa Bruzzone, emergono inquietanti retroscena sulle modalità con cui sarebbe stato ucciso il piccolo Emanuel. Il bambino sarebbe stato lasciato morire di stenti per diversi giorni, nella convinzione che questo lo avrebbe “purificato” e liberato dall’influenza di Satana. Al padre sarebbe stata data assicurazione che il figlio sarebbe poi “risorto” una volta completato questo presunto processo di purificazione. Un racconto agghiacciante che getta nuova luce su una vicenda già di per sé raccapricciante.

Il racconto del padre Giovanni Barreca alla criminologa Bruzzone

La criminologa ha incontrato Barreca nel carcere Pagliarelli di Palermo, raccogliendo da lui un resoconto dettagliato degli eventi di quella settimana. In base al suo racconto, sarebbe evidente come le problematiche psichiatriche dell’uomo siano state strumentalizzate e utilizzate da Carandente e Fina per portare agli estremi esiti la loro influenza su di lui. La dottoressa Bruzzone tornerà presto a Palermo per approfondire altri dettagli rivelati da Barreca, in vista di una consulenza psichiatrica che sarà prodotta dalla difesa.

La coppia Carandente-Fina avrebbe plagiato Barreca

Intanto il team difensivo ha chiesto di poter effettuare un nuovo sopralluogo nella villetta dove sono avvenuti i delitti, anche per esaminare le inquietanti scritte tracicate sui muri nei momenti immediatamente precedenti la strage. Secondo Bruzzone, questi messaggi sono fondamentali per comprendere lo stato mentale di Barreca al momento dei fatti e per ricostruire la dinamica di quanto accaduto. La criminologa punta il dito contro Carandente e la Fina, indicandoli come gli istigatori della strage, capaci di plagiare e suggestionare Barreca fino a portarlo ad agire in preda a un evidente delirio mistificatorio.

Nuovi sopralluoghi nella villetta per scoprire la verità

Respinta quindi la versione della coppia, che sostiene di essersi allontanata dalla villetta prima dell’esplosione di violenza, scaricando la responsabilità solo su Barreca. Il caso presenta ancora diversi punti oscuri, ma le nuove rivelazioni gettano un faro su una possibile chiave di lettura psicologica della vicenda