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Storico passo avanti in Francia: il diritto all’aborto entra nella Costituzione
La decisione della Francia di inserire il diritto all’aborto nella sua Costituzione rappresenta un momento storico e significativo, non solo per il paese ma anche nel contesto internazionale dei diritti delle donne. Questa mossa, ampiamente discussa e celebrata, si inserisce in un periodo in cui i diritti riproduttivi sono sotto attacco in varie parti del mondo.
Il premier francese Gabriel Attal ha evidenziato l’importanza di questo passo, soprattutto in un momento in cui i diritti delle donne sono minacciati globalmente. La decisione è vista come un impegno della Francia a porsi all’avanguardia del progresso, in risposta diretta alle preoccupazioni sollevate dall’annullamento della sentenza Roe v. Wade negli Stati Uniti, che ha scosso le fondamenta del diritto all’aborto su scala mondiale. Il presidente francese Emmanuel Macron ha sottolineato l’impegno a rendere irreversibile tale diritto, confermando l’intenzione della Francia di proteggere e promuovere i diritti riproduttivi.
Il processo legislativo per l’inserimento dell’aborto nella Costituzione francese ha visto il forte sostegno delle camere legislative. L’Assemblea Nazionale ha approvato la riforma con un ampio margine di voti favorevoli, seguita da un supporto simile nel Senato, nonostante alcune resistenze da parte di senatori di destra e di centro. La modifica costituzionale necessitava del consenso dei tre quinti dei parlamentari in un Congresso speciale a Versailles, un traguardo che sembrava essere alla portata vista la solida maggioranza ottenuta nelle votazioni delle singole camere
La riforma ha tuttavia suscitato discussioni, con alcune associazioni femministe e esperti legali che avrebbero preferito una formulazione più ambiziosa, in grado di garantire esplicitamente l’impossibilità di future restrizioni all’accesso all’aborto. Nonostante ciò, il testo adottato mira a garantire la libertà di interrompere la gravidanza come un diritto fondamentale, benché non modifichi le leggi attuali sull’aborto, come il limite massimo di 14 settimane per l’intervento. La novità costituzionale rappresenta, dunque, un importante simbolo di impegno politico e sociale verso la tutela dei diritti delle donne, anche se le sue implicazioni pratiche immediate potrebbero essere limitate.
La mossa della Francia arriva in un contesto internazionale complesso, con paesi che vanno in direzioni opposte riguardo ai diritti riproduttivi. La posizione del Vaticano, ad esempio, ribadisce che non può esserci un diritto a sopprimere la vita, sostenendo la visione della Conferenza Episcopale francese che critica la decisione per non aver incluso un dibattito su misure di supporto alternative all’aborto.