Luke Laidley, sopravvissuto all’11 settembre, è morto da eroe salvando alcuni bimbi finiti in acqua nel lago Michigan. La famiglia: “La sua filosofia era ”Dai te stesso e non aspettarti nulla in cambio””.
Chiunque l’avesse conosciuto, lo descrive come un “vero padre di famiglia” e “un eroe“. Luke Laidley, 43 anni, è morto tragicamente mentre stava andando in barca nei pressi di Winnetka, nell’Illinois: si è tuffato per salvare alcuni bimbi caduti nel lago Michigan. Ha recuperato i piccoli e li ha portati in salvo, ma la fatica dell’impresa non gli ha lasciato scampo.
Luke era un padre di famiglia. A soccorrerlo, alcune persone presenti, con un tentativo di rianimazione cardiopolmonare. Quando è stato portato a riva, è stato preso in cura dai paramedici e sottoposto a “supporto vitale avanzato” prima del trasporto in ospedale ma ogni sforzo si è rivelato vano. È morto poco dopo in un ospedale locale.
Stando a quanto ricostruito, il 43enne stava andando in barca. Si è accorto che alcuni bambini erano caduti da un gommone trainato da una barca. “Tutti sulla spiaggia hanno capito e qualcuno ha chiamato subito i servizi di emergenza, perché i bambini stavano urlando che qualcosa non andava”, ha raccontato un testimone ai media locali. Luke Laidley si è subito tuffato.
A rendere ancora più drammatico l’episodio, il fatto che Luke fosse uno dei sopravvissuti all’attentato alle Torri Gemelle di New York. Nel 2001, infatti, si trovava al 61esimo piano della Torre Sud del World Trade Center: era al secondo giorno di lavoro ed era riuscito a mettersi in salvo, prima che l’edificio crollasse definitivamente.
Da allora “la sua filosofia era ”Dai te stesso e non aspettarti nulla in cambio””, hanno raccontato i familiari, aggiungendo: “Una vita vissuta con uno scopo. Una vita vissuta per servire gli altri. Una vita vissuta come un eroe. È diventato parte di qualcosa di più grande, poiché la sua morte servirà a uno scopo più grande come donatore di organi”. L’uomo lascia la moglie e tre figli di 7, 5 e 3 anni.