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Scrive tema su Giulia Cecchettin e denuncia la violenza sessuale dell’ex fidanzato: arrestato

In una svolta drammatica che fa eco alla tragica storia di Giulia Cecchettin, una studentessa 16enne di un istituto professionale di Latina ha denunciato il suo ex fidanzato, anch’egli minorenne, accusandolo di averla costretta a rapporti sessuali non consenzienti. Un coraggioso atto di resistenza che ha scatenato un’inchiesta e portato all’applicazione di una misura cautelare nei confronti del giovane, ora è accusato di atti persecutori e violenza sessuale.

Il tema e la storia raccontata dalla ragazza

Il caso è venuto alla luce in circostanze inaspettate: durante una lezione, la ragazza ha affidato la propria angosciante esperienza alle pagine di un tema scolastico, ispirato dal caso di Giulia Cecchettin, la studentessa 22enne di Padova uccisa dall’ex fidanzato. Nel tema, la 16enne descrive in terza persona il suo calvario, iniziato dopo la fine di una relazione. Nonostante la rottura, l’ex fidanzato, che frequenta lo stesso istituto ma una classe diversa, ha continuato a perseguitarla con minacce, pedinamenti e aggressioni virtuali sui social network. La sua vita quotidiana è stata capovolta, portandola a cambiare le proprie abitudini e a isolarsi dal mondo esterno, un cambiamento drastico sottolineato dalla giovane nel suo saggio, in cui esprime il concetto che l’amore dovrebbe essere qualcosa di molto diverso dall’essere minacciati e costretti a subire violenze.

Scattano i provvedimenti della scuola

Allertata dalla docente di italiano che aveva letto il tema, la dirigente scolastica ha immediatamente coinvolto la psicologa dell’istituto e contattato i genitori della ragazza, i quali hanno poi avvisato i carabinieri. L’indagine si è rapidamente concentrata sul comportamento dell’ex fidanzato, descritto come “offensivo, denigratorio e minaccioso” dalla Procura dei minori, che ha emesso la misura cautelare.

Il giovane si difende: “Non l’ho costretta ad avere rapporti”

Durante l’interrogatorio, il ragazzo ha negato le accuse, affermando di non aver mai costretto la ragazza a rapporti sessuali e attribuendo le sue azioni a “una semplice gelosia”. La difesa ha richiesto la revoca della misura cautelare, sostenendo che non fosse più attuale rispetto al periodo dei fatti contestati e presentando prove, tra cui video e fotografie, che attribuirebbero i lividi e le contusioni della ragazza agli allenamenti di kickboxing. Il giudice si è riservato di prendere una decisione.