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Una pasta al pomodoro 30 euro a Venezia, sindaco siciliano posta scontrino sui social

La polemica degli scontrini esorbitanti nei locali turistici si arricchisce di un nuovo capitolo. Questa volta a denunciare quanto accaduto è Cateno De Luca, il vulcanico sindaco di Taormina, che si è recato in vacanza a Venezia insieme ad alcuni amici.

Cateno De Luca pubblica lo scontrino da 309 euro di un ristorante a Venezia

De Luca ha pubblicato su Facebook la foto dello scontrino di un ristorante veneziano dove ha consumato un pasto insieme a tre commensali. L’importo totale è di 309 euro, comprensivi di coperto, acqua, vino, caffè e liquori. Ma ciò che ha fatto sobbalzare il primo cittadino siciliano è la voce “pasta al pomodor” da 30 euro, ordinata appositamente da uno dei commensali per contenere i costi. “E poi dicono che Taormina è cara” – tuona De Luca nel post, lasciando intendere come a Venezia i prezzi siano ancora più proibitivi. In effetti, analizzando la lunga lista dello scontrino, balzano all’occhio altre voci particolarmente salate, come i 48 euro per due piatti di “Risi e Bisi” oppure il coperto da 5 euro a persona.

La foto dello scontrino scatena polemiche sui social

La foto dello scontrino ha immediatamente scatenato accese polemiche e discussioni sui social network. C’è chi difende De Luca, ritenendo effettivamente eccessivi 30 euro per un piatto di pasta al pomodoro, chi invece giustifica il prezzo adducendo al fatto che si tratta di un locale di lusso a Venezia, una delle città turistiche più care d’Italia.

Lorenzo Biagiarelli difende il ristorante ma critica le piccole porzioni

Sulla vicenda è intervenuto anche Lorenzo Biagiarelli, critico culnario e compagno di Selvaggia Lucarelli. Pur senza fare il nome del ristorante, Biagiarelli lo ha riconosciuto perché ci era già stato in passato insieme alla Lucarelli. Si tratta del celebre “Chat Qui Rit”, che Biagiarelli definisce “molto bello” e con una “cucina e una carta dei vini ottimi”. L’unico appunto mosso da Biagiarelli riguarda le porzioni “piccole”, per cui per saziarsi completamente occorre ordinare almeno 3-4 portate a testa. Questo, unito ai prezzi medio-alti, fa sì che il conto finale lieviti rapidamente. Ad ogni modo, Biagiarelli non parla di truffa ma semplicemente di una filosofia di cucina particolare, che però andrebbe chiarita meglio ai clienti.

La pasta al pomodoro a 30 euro nel mirino delle critiche

Sulla pasta al pomodoro da 30 euro, Biagiarelli spiega che trattandosi di un piatto estemporaneo e fuori menu, è prassi nei ristoranti di lusso prezzarlo quanto la portata più economica presente sul menu. Questo per coprire i costi di produzione che sono gli stessi di qualsiasi altro piatto. Insomma, la polemica sollevata da De Luca riaccende i riflettori sul fenomeno dei prezzi stellari applicati da molti locali turistici. Starà ai clienti, prima di sedersi, valutare attentamente il menù e i suoi costi, specie nelle mete più rinomate, per evitare spiacevoli sorprese in fase di conto.