“Vaiassate” così i pubblicitari bollano le polemiche elevate circa il cachet di Chiara Ferragni come co-conduttrice di Sanremo, nonché rispetto alla suo annuncio di donarlo in beneficienza a D.I.re, Donne in rete contro la violenza. Cachet che peraltro dovrebbe aggirarsi intorno ai centomila euro o poco più “una cifra peraltro largamente sotto dimensionata di almeno venti volte rispetto al valore della Ferragni come testimonial”, ha riflettuto Davide Ciliberti lo spin doctor del gruppo di comunicazione Purple & Noise “che con i suoi 30 milioni di follower di tutti i paesi del mondo solo su Instagram è uno straordinario veicolo di promozione e visibilità per il Festival e – aggiunge Ciliberti, tutto sommato – non viceversa”.
“Che poi la Ferragni abbia voluto comunicare che ha devoluto il suo compenso ad un’associazione che peraltro si occupa di un tema davvero importante quale è quello della violenza sulle donne lo trovo assolutamente legittimo, checché ne dicano Lucarelli et similia e non autoreferenziale – spiega ancora Ciliberti – Anzi, questa comunicazione semmai va anche ad alimentare quel necessario faro di visibilità che va tenuto sempre acceso e alimentato su questa tematica”.
Sulla stessa lunghezza d’onda anche Cesare Casiraghi, storico pubblicitario italiano: “Innanzitutto la beneficenza è sempre positiva – ha spiegato il pubblicitario – poi circa le polemiche sul fatto di averla dichiarata non capisco davvero il punto. Sono strali pretestuosi, soprattutto per una star come la Ferragni che non ha certo bisogno di ‘farsi pubblicità’ come ho letto la accusano alcuni commentatori, cui consiglierei al minimo maggiore ponderazione, oppure agire con gesti simili, ovvero generose offerte dei loro incassi a qualsiasi associazione desiderino. Prima fare poi parlare è sempre una buona pratica”.
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