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L’appello di Rocco Siffredi dopo i casi di stupro: “Blocchiamo i siti porno, ai giovani serve cultura del rispetto”
Dopo i recenti casi di violenze sessuali a Palermo e Caivano (Napoli), è intervenuto l’attore Rocco Siffredi: per i giovani, ha detto, servono “Cultura del rispetto, educazione sessuale e divieto di accesso libero alla pornografia”.
Le dichiarazioni di Siffredi, celebre star di film a luci rosse, sono arrivate in seguito alla proposta della ministra per la Famiglia, Eugenia Roccella, cioè vietare ai più giovani l’accesso ai video pornografici. Attraverso le pagine di Libero, l’attore ha detto: “Finalmente si è capito qual è il problema! È da una vita che lo dico. Perché la politica si pone il problema solo adesso? Perché hanno permesso la proliferazione di siti pornografici in rete accessibili e gratuiti, fruibili con facilità da ragazzini giovanissimi, trasmettendo loro messaggi distorti sulla sessualità?”.
“Mettere in discussione il sistema educativo dei ragazzi”
Rocco Siffredi ha anche spiegato di aver scritto alla ministra Roccella di essere “felice di leggere le sue parole, visto che il problema del facile accesso alla pornografia da parte dei minori non sembra mai essere stato un problema per nessuna classe politica al governo”. Alle istituzioni ha detto “di andare avanti con determinazione cercando di rimettere in discussione il sistema educativo dei ragazzi, che hanno internet e i social come modello e sono completamente allo sbando”.
Secondo l’attore, dietro i terribili casi di violenze sessuali di gruppo, registrati prima a Palermo e poi a Napoli, ci sarebbe anche “un’autostima completamente azzerata”: “I ragazzi pensano da soli di non essere in grado di soddisfare sessualmente la donna e quindi ricercano supporto e si muovono in branco. Ma questo non è da imputare solo alla pornografia, bensì a chi non dà la possibilità di spiegare loro che quello che vedono nei film hard è finzione. Qui sta il vero problema”.
Quindi ha proseguito: “La verità è che i ragazzi non si sentono rappresentati da nessuno che possa spiegare i pericoli che incontrano in rete. Si trovano a navigare in un oceano di pescecani senza che nessuno possa dirgli come difendersi”.
“Ciò che si vede nei film è finzione”
Servirebbe, dunque, una maggiore consapevolezza, spiegargli che “ciò che vedono nei film è pura finzione. Che agli attori maschi vengono fatte punture. Che per garantire loro quell’erezione che può durare ore, gli vengono iniettate sostanze micidiali. Che le donne, le attrici, per non sentire dolore derivante dalla rigidità del membro dopato, vengono anestetizzate. Voglio dire ai ragazzi che quello che viene riprodotto nei film pornografici non rappresenta la realtà“.
Bisognerebbe, dunque, “impedire ai più giovani di assimilare per vero ciò che vedono”, ma non solo. “Blocchiamo tutti i siti porno in rete. Se necessario, mi offro come portavoce e accetterei anche la chiusura del mio sito. Per aiutare i giovani questo e altro. Io mi sento un po’ responsabile di ciò che sta accadendo, più come padre che pornostar. Perché noi non siamo educazione sessuale. Non nasciamo per quello, nasciamo come intrattenimento”, ha detto ancora Rocco Siffredi. Un campo in cui “anche se c’è violenza c’è sempre consenso. Il sesso estremo piace”.
E riguardo la castrazione chimica per gli stupratori, invocata molti, Siffredi “dice no”: “Non è questa la soluzione risolutiva. Stiamo parlando di ragazzi di vent’anni e dobbiamo sperare in un loro recupero, non nella castrazione. Una volta che ne abbiamo castrati dieci, venti, trenta, cosa abbiamo risolto? Nulla. Non può essere la soluzione”.
Quindi l’attore conclude: “Dobbiamo agire affinché i ragazzi non prendano neppure in considerazione l’idea di stuprare una donna. Intervenire dopo serve a poco. Cultura del rispetto, educazione sessuale e divieto di accesso libero alla pornografia. Il porno non va demonizzato, ma non può essere accessibile senza la giusta consapevolezza. La politica deve impegnarsi su questo“.